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Kawasaki Ninja 400: la sportiva entry-level che diverte tutti

Il nostro test della Kawasaki Ninja 400 2018. Abbiamo messo alla prova la più piccola delle supersportive di Akashi e vi diciamo come va e quali sono pregi e difetti
1/15 Kawasaki Ninja 400 2018: il nostro test sul Circuito di Monteblanco (Spagna)
La nuova Kawasaki Ninja 400 è una sportiva dal look ispirato alle racing di famiglia. Cliccate qui per conoscere tutte le caratteristiche e leggere la scheda tecnica. Ora, invece, vi raccontiamo come va dopo averla provata. Un’ultima cosa: il prezzo. La nuova Kawasaki Ninja 400 costa 6.340 euro c.i.m. nella livrea nera, vi servono 200 euro in più se la volete con la colorazione verde KRT.

Prezzi di listino "chiavi in mano", ottenuti aggiungendo al prezzo di listino "franco concessionario" le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica in 250 euro.
1/18 La nuova Kawsaki Ninja 400, nella livrea nera

Più CV e meno peso

Kawasaki si affaccia al 2018 con una nuova sportiva entry-level, la Ninja 400. Il nuovo motore, un bicilindrico fronte marcia da 399 cc, è pensato per fornire performance superiori rispetto alla precedente Ninja 300, ma l’aumentata capacità è solo uno degli upgrade presenti sul nuovo modello. Rispetto al passato troviamo più potenza (45 CV a 10.000 giri/min, + 7 CV rispetto alla Ninja 300), più coppia (38 Nm a 8.000 giri/min) e un telaio ispirato a quello della Ninja H2. Aumenta la cubatura ma non la massa, infatti, sulla bilancia, la Ninja 400 pesa 8 kg in meno della vecchia 300 cc. Da un punto di vista stilistico alcune forme spigolose ricordano la sorellona sovralimentata, altre invece sono simili a quelle della ZX-10R. Fin qui nulla di nuovo. Quello che ancora non sapete è come va, cosa che vi sveliamo subito, in anteprima, appena scesi dalla sella dopo il test su strada.
Kawasaki Ninja 400 2018: foto dal press test nei dintorni di Cervesina (PV), per Motociclismo c'è Nicolas Patrini

Su strada è facile e divertente

La prima cosa da dire è che la Ninja 400 è una buona entry-level; una moto che strizza l’occhio ai più giovani, a chi è alle prime armi, pur offrendo doti dinamiche in grado di far divertire anche i più esperti. Anche se fa della propria impostazione sportiva uno dei cavalli di battaglia, l’impugnatura delle manopole è collocata leggermente indietro e in alto rispetto a una supersportiva e questo favorisce il mantenimento di una posizione del busto abbastanza verticale. Allo stesso tempo, le pedane sono abbastanza arretrate e offrono, nella triangolazione con sella e manubrio, una posizione di guida poco carica sui polsi. Naturalmente, quando si parla di comodità su uno moto come questa il concetto è relativo, ma dalle sportive ci si aspetta meno accoglienza. La sella è, invece, in linea con le aspettative: abbastanza dura.
A bordo si nota in maniera chiara quanto gli ingombri siano contenuti e che si ha fra le mani una moto davvero leggera. Il merito della cura dimagrante va soprattutto al nuovo telaio, ispirato a quello della sorellona H2. Nonostante le performance siano aumentate rispetto al passato, la piccola Ninja rimane gentile in ogni situazione. Il propulsore spinge in modo regolare e riprende in sesta da 40 all’ora, offre coppia a sufficienza ai bassi, cresce ai medi e dà tutto quello che ha avvicinandosi alla zona rossa. La parte alta del contagiri è la più bella da usare: la spinta vera inizia dai 6.000 giri e continua fino al limitatore, posto a quota 12.000. Difficilmente ci si può sentire in balia dei suoi muscoli, la potenza in gioco non è da cardiopalma, e questo aiuta a ruotare la manopola del gas senza alcun patema. Anche riguardo al cambio abbiamo parole positive: gli innesti sono precisi e l’azione del piede non incontra alcun ostacolo nell’innesto della marcia. Restando in tema, possiamo anche dirvi che la frizione sembra studiata per chi è alle prime armi: è morbidissima, l’attacco è progressivo e un solo dito basta a tirare la leva con facilità.
Il vero punto di forza di questa moto, però, si manifesta fra le curve ed è da ricercare nell’agilità: gli inserimenti sono rapidi e quando si spinge si ha, al contempo, la sensazione rassicurante di avere fra le mani una moto solida. I cambi di direzione possono essere fatti con il pensiero. La forcella, oltre a offrire un buon feeling e a copiare bene le asperità, sostiene quando ci si vuole divertire su strada. I piloti più navigati potrebbero necessitare di un setting più rigido. Anche per il monoammortizzatore vale pressappoco lo stesso discorso: su strada regala un buon compromesso fra sportività e comfort pur essendo tendente al rigido. Il reparto frenante offre all’anteriore un singolo disco flottante che, quando messo sotto torchio, non fa sentire la mancanza della pinza radiale. La sensazione quando si tira la leva è di avere sempre sotto controllo la potenza impressa dalle pastiglie. La frenata è progressiva e ben modulabile, con un morso iniziale graduale. Su strada è sufficiente a divertirsi in sicurezza. Il freno posteriore è meno potente e meno modulabile, ma nel complesso sufficiente a coadiuvare il potenziale offerto dalla controparte. Quando si spinge e si cercano staccate più forti l’ABS posteriore entra in azione impedendo il bloccaggio; in questo caso avremmo voluto più libertà nell’azionare la leva senza avvertire il sistema.

Come va in pista?

Per conoscere al meglio la piccola Ninja l’abbiamo provata anche sul Circuito Monteblanco (Spagna). Fra i cordoli l’agilità della Ninja 400 è messa in risalto, soprattutto nei cambi di direzione veloci. Il bicilindrico regala la potenza necessaria a divertirsi e si può spalancare il gas in uscita di curva, con la moto già nella parte alta del contagiri, senza essere messi mai in difficoltà. La facilità con cui si gestisce la Ninja 400 la rende una buona scuola per chi è alle prime uscite e cerca la confidenza necessaria ad alzare la tacca delle proprie prestazioni. Se, su strada, la ciclistica della 400 aiuta e regala un pizzico di comfort, in pista avremmo preferito un setting più rigido a favore della riduzione dei trasferimenti di carico. Nulla di eccessivo, ma un pilota esperto sfrutterebbe meglio le sue doti se fosse coadiuvato da sospensioni d’impostazione più racing. Lo stesso vale per l’impianto frenante che, alla lunga, scaldandosi, offre via via meno mordente. Tirando le somme torniamo a quanto già detto: la Ninja 400 è una moto facile e regala fiducia in ogni situazione. Ci sarebbe piaciuto poter provare la versione con kit dedicato al trofeo monomarca per assaggiare veramente di cosa è capace la piccola sportiva di Akashi.

Su Motociclismo di aprile 2018 trovate tutti i dettagli, gli approfondimenti, le interviste.
Il nostro test in pista della Kawasaki Ninja 400 2018. Per Motociclismo c'è Nicolas Patrini
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