La Multistrada 1200 è cambiata al 100%, rispetto alla versione precedente, ma la prima cosa che noti salendo in sella è l'effetto del DVT. Il "nuovo" bicilindrico è decisamente più regolare in basso, tanto che in città si può scendere tranquilli anche a regimi prossimi al minimo senza preoccuparsi di usare il cambio ad hoc o tenere la frizione a portata di dito. Ovviamente da questo punto di vista il massimo lo offre nella mappa Urban, con potenza limitata a 100 CV, in cui la spinta è dolcissima, senza strappi né problemi di on-off.
La differenza tra le mappe full power Touring e Sport sta nella risposta, decisamente più pronta nella seconda (l'acceleratore è più diretto). Queste mappe tuttavia hanno in comune l'erogazione a gas spalancato, che resta sempre morbida fino a 5.000 giri, si irrobustisce verso i 6.000 e si trasforma, diventando decisamente sportiva oltre i 6.500-7.000. L'anima Testastretta, insomma, non si è persa, né è stata troppo ammorbidita, ma per tirarla fuori occorre usare la parte alta del contagiri. Guardate qui il grafico del confronto prestazionale col modello 2013.
DUE ANIME
La Multistrada si può quindi considerare in due modi: se si vuole una maxi enduro brillante, ma allo stesso tempo confortevole e non troppo impegnativa, allora basta scegliere il riding mode Touring o Urban e usare le marce alte; se invece si vuole una grintosa sportiva, allora cliccate su Sport e tenere il motore su di giri. In questo caso la guida diventa impegnativa, ma solo per l'elevato livello delle prestazioni.
Quando si passeggia, la ciclistica segue docile i comandi, anche a bassa velocità, ma quando si apre la manetta non fa mancare nulla: freni e telaio da superbike, gomme che non difettano certo in appoggio (ma davvero sono on-off?). Scaricati i bagagli e la fidanzata, se trovate un bel tratto di misto, il divertimento è assicurato; attenzione solo a non scambiare la strada per la pista, la Multistrada 1200 con 160 CV va forte sul serio.
OTTIMO COMFORT
Se scegliete la guida tranquilla, ci sono delle belle novità in tema di comfort. La posizione è comoda, si viaggia ben inseriti, il cupolino è stretto ma protegge bene, la sella è comoda. Un bel passo avanti è stato fatto anche in tema di comandi: ora i pulsanti sono facili da utilizzare e navigare nell'articolato menù è semplicissimo; un po' meno semplice sarà sapere cosa si vuole, visto che si può modificare e adattare tutto e di più.
LE DUE VERSIONI
La vera differenza tra la base e la S è dovuta alle sospensioni. La prima ha un ottimo comportamento, è ben sostenuta dietro, affonda davanti in frenata ma con movimenti controllati; la S, grazie alle semiattive, è decisamente più comoda nel caso in cui si volesse passare da una moto morbida e confortevole a una sportiva e più sostenuta, visto che la trasformazione si esegue in un secondo semplicemente scegliendo il riding mode. In questo caso la differenza sostanziale è dovuta al lavoro delle sospensioni: il sistema semiattivo, in particolare nella funzione Sport, controlla bene i movimenti, limitando i trasferimenti di carico in frenata e accelerazione.
CONCLUSIONE
La Multistrada 1200 è cambiata tantissimo, non solo nelle funzioni e nelle prestazioni, ma in particolare nel comfort. Che va considerato in senso ampio: la posizione in sella è accogliente; la ciclistica - sia sulla base, sia sulla S - permette di guidare senza troppo impegno; infine il motore è così morbido e trattabile che stenterete a riconoscerlo (zona alta del contagiri a parte).
P.S.: ricordiamo che la Multistrada è visibile e "provabile" in occasione del "Winter tour". Qui maggiori informazioni