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Aprilia RSV4 Factory Works: sulle ali della velocità

La Casa veneta ha allestito una specialissima RSV4 destinata ai clienti sportivi che vanno in pista. Con l’aiuto del Reparto Corse di Noale il motore acquista 15 CV, il peso diminuisce di 10 kg e vengono montate le appendici aerodinamiche sviluppate in MotoGP
1/11 Il nostro test della Aprilia RSV4 Factory Works
Rettilineo del Mugello: 323 km/h sul tachimetro con un’Aprilia RSV4 molto speciale. Dimenticavamo: ci sono pure le ali sulla carenatura, ma in questo caso non servono per decollare (più o meno questa è la velocità che serve per staccare le ruote da terra a un Boeing 747). Anzi non abbiamo mai avuto così fiducia di un avantreno ad oltre 300 km/h! Quella che apparentemente poteva sembrare una semplice operazione di marketing, legata al richiamo di quanto avviene (e si discute animatamente) in MotoGP, si è rivelata la vera sorpresa di questo test! Aprilia ci ha fatto provare lo speciale kit presentato a novembre all’Eicma, disponibile per Aprilia RSV4, per i Model Year 2017 e 2018 delle versioni RR e RF. È un upgrade tecnico in grado di massimizzare le prestazioni del motore, ridurre il peso complessivo e migliorarne l’aerodinamica grazie alle winglets, ovvero le appendici aerodinamiche montate ai lati della carenatura e che contribuiscono ad apportare benefici in termini di stabilità della moto. Ritorniamo ad infilarci nel cupolino della RSV4 perché il nostro giro al Mugello non è certo finito. In più ci passa in staccata un certo Capirossi. Già che ci siamo succhiamogli la scia -si fa per dire- e facciamo “tirare”. Insomma, c'è sempre da imparare.
All’uscita della Bucine spalanchiamo il gas e ci rannicchiamo nella carenatura, il motore sale di giri molto più velocemente rispetto alla RSV4 RF, il regime di rotazione massimo rimane lo stesso, ma il flash del cambio marcia sul cru scotto è quasi sempre accesa. Quarta, quinta e sesta e la Factory Works spinge ancora! Ci proietta in cima allo scollino con 15 km/h in più rispetto alla versione stradale- ma che motore ha!- però quello che impressiona è il fatto che sul dosso la ruota anteriore non si solleva, rimane magicamente incollata all’asfalto, trasmettendo sicurezza e feeling, una sensazione quasi irreale se si pensa che a 320 km/h la superficie di contatto della gomma è poco più di quella di una carta credito. Alla staccata i 10 kg in meno danno il loro contributo e ci consentono di decelerare agevolmente dopo il riferimento dei 200 metri. La frenata è molto potente e modulabile, quasi da mettere in crisi una forcella leggermente troppo morbida. Scaliamo in fretta quattro marce grazie al sistema di down shift che agevola il cambio dei rapporti e affrontiamo la San Donato in seconda. Poi le varianti della Luco e della Materassi e siamo quasi increduli da quanto questa Factory Works sia, rispetto alla RSV4 standard, ancora più maneggevole e “pronta” in uscita di curva quando si spalanca il gas.
Si riesce a disegnare traiettorie molto strette, a spigolare facilmente e giocando con il gas lasciamo lunghissime righe nere sull’asfalto, complice anche l’evoluto Traction Control di questa Aprilia. Il grip degli pneumatici Pirelli SC1 è ottimo, come la connessione acceleratore-pneumatico. Solo quando si apre il gas con decisione servirebbe un sostegno maggiore del monoammortizzatore che innesca, in queste occasioni, un leggero pompaggio. Dalla Casanova-Savelli all’Arrabbiata 2 rimaniamo di nuovo stupiti di quanto preciso e stabile sia diventato l’avantreno. È il tratto più veloce del circuito, ma sorprende soprattutto l’inserimento dell’Arrabbiata 1: si arriva dalla Savelli ad oltre 200 km/h, si pizzica il freno anteriore per caricare l’avantreno e si inserisce a circa 180 km/h. La sensazione è di avere una rotaia su cui passare, sparisce completamente quella percezione di avantreno “leggero” di cui obbligatoriamente di devi fidare per fare il tempo! La sicurezza e la fiducia trasmesse ci consentono di guidare più rilassati, ma siamo in uscita dell’Arrabbiata 2, il tratto più critico del circuito per il feeling trasmesso all’anteriore, punto in cui si scollina con il gas spalancato a 180 km/h con l’avantreno che galleggia senza riuscire a vedere il cordolo esterno.
Anche qui ritroviamo quella sensazione di maggiore sicurezza, ma soprattutto di superiore precisione. Affrontiamo il Correntaio con decisione e ci lanciamo verso le Biondetti, la “esse” più veloce del circuito. In ingresso a circa 150 km/h il feeling è sempre ottimo, ma nel cambio di direzione ci troviamo in ritardo rispetto alla versione senza ali. La moto diventa infatti più pesante in questo frangente, complice la velocità di percorrenza più elevata rispetto alle altre varianti. La Factory Works alle Biondetti è più fisica da girare, ma una volta prese le misure sono più i benefici ottenuti nell’ingresso della “1”, e in quelli in uscita dalla “2”, dove si sfiorano i 200 km/h con la moto piegata sopra al cordolo. In questo punto, il maggior carico sull’avantreno consente alla moto di essere molto più precisa sul punto di corda permettendo di spalancare il gas qualche decimo prima.
Alla Bucine si arriva di 4° a circa 230 Km/h, l’inserimento è solitamente difficoltoso, perché c’è un leggero avvallamento che toglie fiducia all’anteriore. Anche qui il feeling migliora e riusciamo a “entrare” molto forte con i freni in mano. In percorrenza notiamo che la moto sembra essere schiacciata per terra e questa sicurezza ci spinge nuovamente a ricercare il limite di aderenza che sembra essersi spostato ancora più in là… Il prezzo da pagare per “volare” come in MotoGP non è così abbordabile, circa 15.000 euro (esattamente 15.233 euro) in più della moto standard, che costa in versione RF 23.469 euro, ma vi assicuriamo che ne vale la pena! Ma Capirossi dov'è? C'è, c'è: è là davanti, si gira e ci fa cenno di seguirlo. Ci dimentichiamo in un lampo dei kg risparmiati, delle ali sulla carena e di tutto il resto….ci mettiamo all’inseguimento e ci godiamo quattro giri insieme.
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