L’obiettivo di Suzuki era di creare uno scooter dedicato principalmente a chi si muove in città per lavoro, facile da usare (anche per il pubblico femminile) e con un design accattivante. Traguardo raggiunto? Sul design fatevi un'opinione dopo aver guardato le foto, per quanto riguarda la guida, ecco le nostre impressioni dopo il test di assaggio.
Una volta in sella e tolto il cavalletto, la prima cosa che sorprende è la leggerezza di questo mezzo: i 97 kg dichiarati sembrano proprio un dato reale! Fare le manovre è semplicissimo e nel traffico sembra di guidare… una bicicletta. Lo scooter è agilissimo e, nonostante la prontezza nelle reazioni, si ha sempre tutto sotto controllo. Il motore è abbastanza brioso: lo spunto iniziale ci è parso fin troppo morbido, ma si riscatta superati i 10 km/h. Le sospensioni lavorano bene e assorbono senza problemi le asperità dell’asfalto cittadino (tombini e pavè). Il Suzuki Address 110 si comporta bene anche in frenata, non potentissima ma sufficiente a fermare efficacemente uno scooter molto leggero, quindi con inerzie contenute.. Forse ci aspettavamo qualcosa di più dal freno anteriore, che ci è sembrato un po’ pastoso quando si tira forte la leva (probabilmente era ancora in rodaggio, visti i 50 km di vita). Molto curioso e intelligente il sistema di “freno a mano” sulla leva sinistra: facile da azionare, mantiene fermo il mezzo anche nei parcheggi in pendenza. Per quanto riguarda il cruscotto (qui le immagini), i tecnici hanno puntato sull’analogico: tachimentro in grande al centro, contachilometri, indicatore della benzina e tre spie (motore, abbaglianti e frecce). La semplicità è il punto forte di questo scooter ma un piccolo orologio avrebbe fatto comodo, considerando il pubblico a cui si rivolge, probabilmente formato da persone che usano il mezzo per recarsi a scuola o al lavoro. Per concludere, ci ha sorpreso la posizione di guida: a prima vista, l’Address 110 è davvero piccolo e compatto (la sella è posizionata a 755 mm da terra) ma, grazie all’ampia pedana e alla lunga sella, riesce ad accogliere anche i piloti più alti… chi scrive è 1,82 m e di spazio ce n’era ancora!