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16 November 2016

The Bike Field-Winter Edition: le tre più belle special dei nostri lettori

Al Motor Bike Expo di Verona, in programma dal 20 al 22 gennaio 2017, sarà la Laverda SF750 di Orfeo Ceccarelli la protagonista e ospite d’onore in uno spazio dedicato nell’area custom. È la moto che è stata eletta la migliore tra le partecipanti nella esposizione/contest “The Bike Field”, tenutasi allo stand di Motociclismo a Eicma 2016

Nove concorrenti, tutte vincitrici morali

Dopo il successo di quella inaugurale in primavera, l’edizione autunnale di The Bike Field, che ha avuto luogo durante l’appena trascorso Eicma, ha attratto migliaia di appassionati allo stand di Motociclismo per ammirare le special più belle realizzate dai nostri lettori (qui invece trovate una rassegna delle più belle viste in tutto il Salone). Nove moto di più disparata estrazione e stile: dalla café racer alla scrambler, dallo scooter da sparo alla race-replica, dalla rat-bike alla dirt tracker: cliccate qui per vederle tutte nella corposa gallery. La votazione non è stata affatto facile. Per Francesco Agnoletto -patron di Motor Bike Expo- e per la redazione di Motociclismo, chiamati in veste di giudici, è stato arduo dover escludere alcune moto dal podio. Perché ci sono apparse tutte belle. Non oggettivamente, anzi alcune hanno un aspetto quanto meno discutibile, ma tutte sono frutto di una appassionata ricerca del dettaglio, di notti sottratte al sonno e alle famiglie, di lavoro estenuante e di grande soddisfazione. Alla fine sul podio di domenica 13 novembre a Eicma sono salite in tre: la Laverda SF750 di Orfeo Ceccarelli, la Moto Guzzi SP1000 di Gabriele Evangelista e la Yamaha RD350 di Giuseppe Grasso.

Ispirata da un raid

La Laverda è stata premiata perché è davvero ben realizzata, curatissima nei dettagli e forte di un motore, il bicilindrico di Breganze, che non si vede spesso sui una special. Tutta fatta in casa (come le altre concorrenti, del resto) è stata ispirata da un raid che la Laverda organizzò nel 1971 (e di quell’anno è la moto esposta a The Bike Field) per promuovere la robustezza delle proprie moto. Dalla Terra del Fuoco, in Patagonia, fino all’Alaska, su strade per lo più sterrate, per 34.000 km. “Mi è rimasto impresso l’articolo di Motociclismo di marzo 1972 -ci racconta Ofelio, il proprietario- e ho pensato di costruire una scrambler sulla base della SF750”. Le modifiche sono completamente reversibili. 

Caffè italiano

Seconda classificata la Moka Guzzi di Gabriele Evangelista, che ci spiega l’origine del nome: “Vuole essere una café racer, ma dal sapore tutto italiano. E quale caffè è più nostrano della moka?”. Molto curata nei dettagli, con tanto alluminio e pelle, è realizzata con il contributo manuale e di intelletto del papà di Gabriele, che lo ha aiutato nei lavori in garage.

café racer brasiliana

Terza, ma non meno importante, la Yamaha RD350 LC di Giuseppe Grasso. Scelta perché è ben realizzata senza stravolgere la moto di serie, una delle treemmezzo appartenenti all’ultimo lotto che Yamaha produsse in Brasile (è del 1991) prima del ritiro del modello dal mercato. Magnifico il codone monoposto, costruito in vetroresina partendo da un modello in polistirolo sagomato, da cui poi sono stati ricavati degli stampi in gesso.

 

il sogno del commercialista

Una menzione particolare è andata poi alla Yamaha XT600 di Antonio Rullo, di Napoli, che ha stravolto l’enduro giapponese portando in scena una strana creatura che non è inquadrabile in alcuno stile. Un volo pindarico di questo dottore commercialista, che sogna di aprire una officina e fare delle special per lavoro. 
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