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Sospensioni anteriori alternative, cap. 3: Telelever e Duolever

Ciclicamente la forcella deve difendersi dalle "incursioni" delle sospensioni anteriori che propongono modelli alternativi. Vi descriviamo Telelever e Duolever
1/24 Honda GL1800 Gold Wing
Un tubo che scorre dentro a un altro tubo: in minimi termini questa è la sospensione a “forcella telescopica”. Questi normali pezzi di tubo sorreggono la ruota, permettono la rotazione attorno a un asse per sterzare, assorbono gli urti e le forze che si generano durante la guida tramite un elemento elastico al loro interno che ne dissipa l’energia. Infine, un ammortizzatore (un freno idraulico che amministra compressione ed estensione) smorza le oscillazioni della molla interna per far rimanere la ruota anteriore attaccata a terra. Debitamente dimensionati, questi tubi garantiscono anche la corretta rigidezza e resistenza strutturale per connettere la ruota anteriore al telaio. Insomma, la forcella è una soluzione tecnicamente corretta e molto semplice.

E allora perché si continuano a cercare soluzioni alternative? I motivi che hanno spinto molti ingegneri e tecnici a ricercare soluzioni diverse rispetto alla classica forcella telescopica sono in sostanza due: il primo, è il tentativo di separare la funzione ammortizzante da quella sterzante, che invece nella forcella telescopica giocoforza convivono; il secondo, consiste nel mantenimento delle opportune geometrie della ciclistica in ogni fase di guida; come corollario di entrambi questi intenti tecnici, c'è la necessità di realizzare una sospensione molto rigida, in grado di evitare le deformazioni tipiche della forcella nelle varie condizioni di utilizzo della moto. Vi descriviamo, a capitoli, i vari sistemi che sono (o sono stati) davvero “alternativi”: dal parallelogramma articolato ai bracci oscillanti, al raddoppio delle ruote anteriori. Cliccate qui per vedere tutte le immagini.

Telelever e Duolever: semplici e solide

La sospensione Telelever viene usata da BMW sin dal 1993, dalla R 1100 RS, la moto che per prima ha montato il motore boxer della nuova generazione, quello a 4 valvole per cilindro. Di fatto questo propulsore si integra con la sospensione diventando il supporto del braccio inferiore del Telelever. Questa sospensione ha due gambali, esternamente identici a quelli di una forcella telescopica, ma dal diametro decisamente più ridotto perché questa forcellina svolge unicamente la funzione di guida della ruota. La porzione “solida” del sistema è il grande triangolo in lamiera stampata e saldata infulcrato sul carter motore. Un giunto sferico, più grande, è posto sul vertice del triangolo, nel punto di congiunzione tra la piastra di ancoraggio della finta forcella. Un telaietto in tubi sostiene il classico cannotto di sterzo, anch’esso molto “esile”.

Come funziona il Telelever? L’assorbimento degli impatti della ruota con il terreno vengono dissipati da un ammortizzatore simile a un “mono” posteriore, interposto tra il triangolo e la porzione posteriore del telaietto di sostegno del cannotto di sterzo. Il manubrio, montato sulla piastra di supporto della forcella, attua la rotazione attorno allo snodo sferico sottostante. Il Telelever è in sostanza un parallelogramma articolato estremamente rigido. I bracci sono identificati da: finta forcella, triangolo inferiore, motore e telaietto di supporto e il tratto compreso nell’articolazione superiore. L’esperienza di guida con questo sistema è da molti descritta come poco intuitiva, a cui ci si deve abituare. Mentre infatti con una forcella telescopica la ruota anteriore, ad esempio frenando arretra, con il Telelever il perno ruota avanza, aumentando l’avancorsa invece di diminuirla, rendendo la moto meno “svelta” negli ingressi di curva. Un notevole è dato dall’assenza quasi totale dell’affondamento della sospensione in frenata, che però si paga con un feedback minore rispetto a quello offerto dalla classica forcella. Il Telelever continua ad essere usato sia sulla stravenduta R 1200 GS sia sulla turistica RT, ma è stato abbandonato per la R naked e sulle vintage R nineT. Nel caso della serie K a 4 e 6 cilindri in linea trasversale questa sospensione non ci sta proprio. BMW ha quindi progettato una versione “compatta” del Parallelogramma articolato: si chiama Duolever e si basa sul brevetto dell'inglese Norman Hossack. I suoi bracci orizzontali sono molto corti, mentre quelli verticali costituiscono una struttura molto rigida e dalle dimensioni contenute in senso longitudinale. Altro vantaggio sul Telelever è il peso, mediamente inferiore del 10%.
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