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Sospensioni anteriori alternative: il "quadrilatero articolato"

Ciclicamente la forcella deve difendersi dalle "incursioni" delle sospensioni anteriori che propongono modelli alternativi. Vi descriviamo la soluzione adotatta dalla Vyrus
1/24 Honda GL1800 Gold Wing

"Famola strana"

Un tubo che scorre dentro a un altro tubo: in minimi termini questa è la sospensione a “forcella telescopica”. Questi normali pezzi di tubo sorreggono la ruota, permettono la rotazione attorno a un asse per sterzare, assorbono gli urti e le forze che si generano durante la guida tramite un elemento elastico al loro interno che ne dissipa l’energia. Infine, un ammortizzatore (un freno idraulico che amministra compressione ed estensione) smorza le oscillazioni della molla interna per far rimanere la ruota anteriore attaccata a terra. Debitamente dimensionati, questi tubi garantiscono anche la corretta rigidezza e resistenza strutturale per connettere la ruota anteriore al telaio. Insomma, la forcella è una soluzione tecnicamente corretta e molto semplice.

E allora perché si continuano a cercare soluzioni alternative? I motivi che hanno spinto molti ingegneri e tecnici a ricercare soluzioni diverse rispetto alla classica forcella telescopica sono in sostanza due: il primo, è il tentativo di separare la funzione ammortizzante da quella sterzante, che invece nella forcella telescopica giocoforza convivono; il secondo, consiste nel mantenimento delle opportune geometrie della ciclistica in ogni fase di guida; come corollario di entrambi questi intenti tecnici, c'è la necessità di realizzare una sospensione molto rigida, in grado di evitare le deformazioni tipiche della forcella nelle varie condizioni di utilizzo della moto. Vi descriviamo, a capitoli, i vari sistemi che sono (o sono stati) davvero “alternativi”: dal parallelogramma articolato ai bracci oscillanti, al raddoppio delle ruote anteriori. Cliccate qui per vedere tutte le immagini.

Forcellone scatolato: efficace e costoso

L’economia di costruzione è una parte fondamentale del lavoro di un ingegnere: per questo motivo molti eccellenti sistemi per la sospensione anteriore si sono”estinti” o non si sono diffusi più di tanto. Un perfetto esempio è rappresentato dalla sospensione Bimota Tesi che è stata ripresa e affinata dalla Vyrus che vedete in questa pagina. Si tratta di un doppio braccio oscillante, simile a quelli utilizzati sulle automobili, ma ruotato di 90°. La ruota è fissata ai bracci con l’interposizione di un grande cuscinetto con rulli a botte, che consentono contemporaneamente la sterzata della ruota mentre questa gira. Per fare tutto questo ci sono dei braccetti con testine Uniball, altro punto “difficile” del sistema. Premettiamo che se tutta la sospensione è a punto la guidabilità ottenibile è pazzesca: chi scrive l’ha provato sulla Bimota 500 cc 2T, sulla Bimota Tesi e sulla Vyrus, la “creatura” di Ascanio Rodorigo, ovvero colui che ha portato il sistema Tesi ai massimi livelli operativi. I costi elevati per il cuscinetto con rulli a botte (superiore a 1.000 euro) e per gli Uniball che vanno spesso registrati, rendono questo sistema esclusivo e riservato a moto di alta gamma. Un difetto “pratico” di questo sistema è l’angolo di sterzata davvero ridotto, dato che è fissato dalla rotazione concessa dai rulli del cuscinetto ruota.
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