Motociclismo Fuoristrada 05-2018

La dogana MOTORE del PROVA PRODOTTO: FILTRI ARIA Il filtro aria costa poco ed è semplicissimo, ma è anche il componente che richiede maggiore manutenzione e di cui non si può fare a meno. Ma quanto cambiano le prestazioni tra uno e l'altro? Ne abbiamo messi al banco 11, scoprendo che le differenze sono davvero modeste LE IDEE T ra i motociclisti non esiste categoria peggiore dei fuoristradisti, per quanto riguarda il lavoro del filtro aria: viviamo tra fango, sabbia e polvere, compresa quella alzata da chi ci precede. Abbiamo già parlato in passato di come oliarlo e lavarlo (parliamo di cross ed enduro con filtro in spugna). Questa volta abbiamo voluto mettere a confronto tutti quelli che si trovano sul mercato: ci siamo sempre chiesti se ci fossero differenze di prestazioni tra filtri così diversi e la risposta è no. Stiamo parlando di mezzo CV tra migliore e peggiore. 11 filtri provati su una Husqvarna FE 350 4T, tra le più vendute in Italia, che si è subita la bellezza di 24 lanci al banco prova. Alla fine, tornata in configurazione standard, ha tirato fuori la stessa potenza e coppia del primo lancio. IL NOSTRO TEST Per la prova abbiamo usato tutti i filtri a secco e il motore con la mappatura più aggressiva. La cosa più difficile sarebbe stata oliare tutti i filtri con la stessa identica quantità di lubrificante, quindi abbiamo fatto un primo esperimento. La moto è stata messa al banco con il suo filtro originale Twin Air perfettamente pulito e oliato. Risultato: 41,01 CV. Abbiamo quindi provato la moto con il filtroTwin Air in test, nuovo, senza olio. Risultato sorprendente, 41,62 CV. La differenza è minima, quindi, in pratica, vuol dire che possiamo riempire di olio il nostro filtro senza paura di stare “tappando” le prestazioni del motore. Non era così scontato. Considerate poi che, se un filtro facesse guadagnare prestazioni al motore, non significherebbe che sia migliore degli altri, anzi, è logico pensare che faccia passare più aria ed impurità. Ma questo non si è mai verificato in maniera rilevante. Possiamo comprare il filtro che preferiamo, senza paura di sacrificare le prestazioni. Poi abbiamo voluto analizzare a fondo come sono fatti questi filtri, quindi li abbiamo tagliati a metà, come avevamo fatto con il test dei caschi. La cosa ci permette di dividere i filtri in categorie. La maggior parte sono a doppio strato, dove quello interno, il più spesso, è formato da una spugna con pori di dimensioni minori, molto simile tra tutti i filtri in prova. Lo strato esterno, al contrario, varia di spessore e di porosità: X-Fun e Hiflo hanno pori più grandi rispetto ad Athena, R-Tech,Twin Air e Innteck standard. Ci sono poi filtri con un triplo strato (Innteck ignifugo, Poliair e DT1), dove la spugna più interna è anche resistente al fuoco, in caso di ritorni di fiamma. Questi tre hanno la spugna esterna con pori di dimensioni generose, al pari di X-Fun e Hiflo. Anche Athena e Marchald hanno lo strato interno ignifugo, pur essendo a doppio strato. Marchald e, soprattutto, FWF, hanno una spugna esterna irregolare, per aumentare la superficie e ritardare l’intasamento del filtro a causa del troppo sporco. Esistono poi cuffie protettive da mettere sopra al filtro. Possono essere in spugna con permeabilità differente a seconda dell’utilizzo, per condizioni di polvere o pioggia intensa, ma la più diffusa e pratica resta la rete in nylon, che trattiene il grosso della povere e si lava in un attimo. Una volta non esistevano tutti questi tipi di filtri e accessori. Chi andava a girare nel deserto si arrangiava ricoprendo il filtro con pezzo di calza da donna... meglio se con molti denari! di Luca Nagini 20 MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 5 2018

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