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Scooter in città: il futuro è nella condivisione

I servizi di sharing, realtà consolidata sulle auto, muovono i primi passi a San Francisco e Barcellona anche con gli scooter. Un aiuto arriva dai moderni smartphone, alleati ai sistemi multimediali di bordo per migliorare la mobilità urbana

Scooter in città: il futuro è nella condivisione

Il debutto milanese di Car2go, il car sharing con 450 Smart sparpagliate per la città, da prendere e lasciare dove si vuole (all’interno del comune) pagando 29 centesimi di euro al minuto, inclusa benzina, sosta sulle strisce gialle o blu e ingresso in Area C, ci ha spronati a cercare qualcosa di simile, ma con sole due ruote (e un motore). Tra l’altro è una cosa che intrica e alletta i motociclisti, come dimostrano i risultati del nostro sondaggio sul futuro della mobilità urbana.

 

DALLA SPAGNA AGLI USA

Gli scooter sharing veri e propri, al momento, sono solo due: a San Francisco e Barcellona. Entrambi utilizzano scooter elettrici attivabili attraverso gli smartphone dei clienti (li vedete nella gallery). L’americano Scoot prevede una dozzina di location dove ritirare e lasciare lo scooter (luogo di ritiro e riconsegna non devono necessariamente coincidere), mentre lo spagnolo Motit cerca di avvicinarsi maggiormente al car sharing sponsorizzato da Mercedes e diffuso in oltre 20 città tra Nordamerica ed Europa: in sette aree determinate della città – ciascuna indicativamente di una decina di strade – è possibile ritirare e lasciare gli scooter nei normali parcheggi delle vie. Le aree dovrebbero poi ingrandirsi e aumentare nel tempo, fino a coprire la maggior parte della città. Gli scooter possono essere utilizzati in tutta l’area di Barcellona, le zone determinate servono solo per il ritiro e la riconsegna. Al momento del via, lo scorso maggio, gli scooter viola spagnoli erano 50, ma il progetto ne vedrebbe 500 entro il 2014.

 

BATTERIE: RICARICA O SOSTITUZIONE

Scoot San Francisco è partito con 35 scooter prima dell’estate e pianifica di crescere non solo nella propria città, ma anche di espandersi altrove. Nella città californiana la ricarica avviene nei garage che ospitano gli scooter, mentre quelli catalani hanno la batteria asportabile, per cui gli addetti di Motit – avvisati dall’elettronica dello scooter – sostituiscono la batteria esaurita con una carica quando è necessario. Estremamente convenienti dal punto di vista economico per gli utilizzatori frequenti, entrambi gli scooter sharing offrono pacchetti per i turisti o l’uso occasionale. Peccato che quelli di San Francisco siano monoposto (anche se con le salite di quella città è comprensibile).

 

I PREZZI: GRATIS LA PRIMA ORA

L’americana Scoot propone 3 piani tariffari: Pass, 29 dollari al mese (21,5 euro) che regala la prima ora di guida, mentre le successive costano 1 dollaro (0,75 euro) e di notte 50 cent; Basic, 5 dollari/mese (3,7 euro) con 1a ora a 5 dollari e successive a 1 (notte 50 cent) e Sometimes, senza iscrizione: 1a ora 10 dollari, successive 5 (anche di notte). Anche la catalana Motit ha tre tipologie di utilizzo: Priority 0,45 euro/km o 4 euro/ora. Standard 0,55 euro/km o 5 euro/ora e Visitor solo a 6 euro/ora. La prima prevede un abbonamento trimestrale a 11 euro e la seconda una una tantum all’iscrizione di 29 euro.

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