25 June 2017

Ducati week: scoop V4, nuove Multi e Scrambler. Arriva H-D?

Ducati in vendita: la compra H-D? Foto scoop della nuova SBK 4 cilindri che affiancherà la Panigale. Aggiungiamo la Multistrada Enduro PRO e due nuove Scrambler, ed ecco spiegata la “settimana” Ducati. Prova Kymco AK 550, caschi Shoei falsi, consigli per piloti bassi...

Foto scoop: la nuova Ducati SBK V4 beccata fuori dai cancelli della fabbrica di Borgo Panigale

Dall'ultima Panigale alla nuova V4

Notizie, notizie e ancor notizie! Questa è stata la settimana se guardiamo in special modo all’argomento Ducati. La news più clamorosa è arrivata alla fine: le foto scoop della nuova sportiva a 4 cilindri che andrà ad affiancare la Panigale: cliccate qui per vederle e per sapere tutto. Senza dimenticare che la saga della Panigale non è certo finita. Infatti il 7 luglio a Laguna Seca arriva un’altra novità bicilindrica. L’ultima Panigale?

La Desmosedici RR, replica stradale della moto da GP, capace di 200 CV e prodotta in soli 1500 esemplari tra il 2007 e il 2008

Una vista di profilo della Desmosedici RR

Il prototipo della Apollo, maxi stradale con 4 cilindri (sempre a V di 90°) con cilindrata di 1.257 cc

Il 4 cilindri del prototipo Apollo (sempre a V di 90°) con cilindrata di 1.257 cc

Derivato dall’esperienza maturata in MotoGP, il V4 avrà cilindrata contenuta entro i 1.000 cc

Una vista laterale del nuovo modello in sviluppo presso la sede di Borgo Panigale

Una "strana" Ducati Panigale sorpresa ai box del Mugello. E' la nuova Panigale V4? Parrebbe proprio di sì...

La Ducati Panigale V4 (sopra, in una foto ruubata ai box del Mugello) a confronto con la 1299 Panigale R. Evidenti le somiglianze, ma anche le differenze

La Ducati panigale V4 S in versione definitiva. Immagine postata da un lettore sulla pagina Facebook di Motociclismo

La Ducati panigale V4 S in versione definitiva. Si notino l'originale gruppo ottico posteriore e il posizionamento centrale del monoammortizzatore. Immagine postata da un lettore sulla pagina Facebook di Motociclismo

1/13 La Desmosedici RR, replica stradale della moto da GP, capace di 200 CV e prodotta in soli 1500 esemplari tra il 2007 e il 2008

Borgo Panigale dalla Germania agli USA?

L’infornata davvero notevole di notizie Ducati era iniziata nel fine settimana precedente, con la presentazione di due nuove Scrambler. Ma poi c’era stata la rivelazione clamorosa che, con il Marchio bolognese messo in vendita da Audi, uno dei più interessati e interessanti tra i possibili acquirenti sarebbe… Harley-Davidson!

Scrambler Ducati Full Throttle “Shining Black” 2017

Scrambler Ducati Full Throttle “Shining Black” 2017 a Biarritz, dove è stata presentata in occasione di Wheels and Waves 2017

Le quattro livree proposte nel nostro sondaggio: vi avevamo chiesto di aiutare Ducati e Roland Sands a scegliere quale grafica adottare per quella che, all'epoca del sondaggio, si conosceva ssolo come "nuova Scrambler Icon". Per la cronaca, i lettori di Motociclismo avevano scelto la giallo/nera in alto a destra; Ducati ha preferito quella in alto a sinisttra

Scrambler Ducati “Mach 2.0” a Biarritz, dove è stata presentata in occasione di Wheels and Waves 2017

Scrambler Ducati “Mach 2.0”: il bel modellino protagonista del video del lancio

Scrambler Ducati Full Throttle 2017: colorazione “Shining Black” e motivo della scacchiera su banda gialla

Scrambler Ducati Full Throttle 2017: colorazione “Shining Black” e motivo della scacchiera su banda gialla. Come si vede nell'immagine, però, non sono solo le grafiche a caratterizzare la Scrambler "cattiva"

Suggestiva immagine della Scrambler Ducati “Mach 2.0”, le cui grafiche sono state disegnate da Roland Sands

Scrambler Ducati “Mach 2.0”,con grafiche vintage disegnate da Roland Sands

Suggestiva immagine della Scrambler Ducati “Mach 2.0”, le cui grafiche sono state disegnate da Roland Sands (notare il motivo simile sul casco)

1/19 Scrambler Ducati Full Throttle “Shining Black” 2017

La nuova Multi

Restando in Ducati, ma tornando a parlare di nuovi modelli, la presentazione della Multistrada 1200 Enduro Pro è stata la notizia che ha sbancato i contatori prima dell’arrivo delle altre “bombe” da Borgo Panigale. Cliccate qui per la descrizione della nuova endurona, la tecnica, le foto, il video, il prezzo.

La Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO è caratterizzata dalla nuova livrea “Sand”, ruvida al tatto, che ricopre il frontale e la cover serbatoio

Sulla Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO il telaietto posteriore è verniciato in nero

La nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO è equipaggiata con un parabrezza basso, adatto alla guida in piedi

Sulla nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO il telaietto posteriore e le cover dei coperchi frizione e alternatore sono di colore nero

La nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO è equipaggiata con barre di protezione Ducati Performance by Touratech con luci a LED

Sul serbatoio della Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO sono presenti due adesivi "Enduro"

La nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO è equipaggiata con scarico omologato Ducati Performance by Termignoni

Sulla nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO la sella è bicolore, sabbia e nero

In azione con la Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO

Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO: plexiglas basso, nuova colorazione, protezioni tubolari, fari supplementari... Tutto di serie

Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO: cruscotto con schermo full-TFT a colori da 5”. La moto viene proposta di serie con il controllo elettronico della velocità e il modulo Bluetooth che tramite il Ducati Multimedia System (DMS) consente di connettere la moto con lo smartphone

Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO: le protezioni laterali serbatoio in tubi d’acciaio Ducati Performance by Touratech con luci a LED aggiuntive sono di serie

In azione con la Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO: dalla strada allo sterrato, senza pensieri. Anzi...

1/21 La Ducati Multistrada 1200 Enduro PRO è caratterizzata dalla nuova livrea “Sand”, ruvida al tatto, che ricopre il frontale e la cover serbatoio

Il Kymco anti TMax ha le carte in regola

Passiamo (finalmente) ad altro: notevole attesa c’era per la prima prova del maxiscooter con cui Kymco intende attaccare la fortezza del TMax, l’AK 550. Cliccate qui - l’hanno fatto in tantissimi - per sapere com’è andata.

Kymco AK 550 è il maxi scooter dal DNA italiano con cui la Casa taiwanese rientra nel segmento degli over 500 cc

Il nuovo Kymco AK 550 può contare su di un motore bicilindrico di 550 cc da 53,4 CV montato centrale nel telaio in alluminio

Il nuovo Kymco AK 550 si presenta con fanali full LED

ll parabrezza del nuovo Kymco AK 550 è regolabile in due posizioni

Di motore il nuovo Kymco AK 550, in mappa “full power”, ne ha tanto: forse non è un “bruciasemafori”, ma quando dopo i primi metri la cinghia dentata trasferisce tutta la coppia a disposizione sembra di essere lanciati in avanti con una fionda

Tra le curve il nuovo Kymco AK 550 ha una precisione invidiabile e un’eccellente stabilità di marcia

Nei tratti misti l’aderenza del nuovo Kymco AK 550 è ottima, grazie anche agli penumatici Metzeler Feelfree di primo equipaggiamento

La frenata del nuovo Kymco AK 550 è molto modulabile e l’ABS è poco invasivo

Il nuovo Kymco AK550 ci ha stupiti anche per il suo ridotto raggio di sterzo e l’attacco morbido della trasmissione alla prima apertura del gas.

Il nuovo Kymco AK 550 in ambientazione urbana

1/22 Kymco AK 550 è il maxi scooter dal DNA italiano con cui la Casa taiwanese rientra nel segmento degli over 500 cc

Quasl è la moto giusta se uno non è... molto alto?

Piccolo momento di servizio: se un pilota non ha la fortuna di essere alto almeno 170 cm, quale sarà la moto più adatta a lui? Ce lo ha chiesto un lettore e i nostri consigli devono essere stati utili a molti altri, vista la mole di click… Cliccate qui (la gallery riguarda una delle moto suggerite, non certo l'unica...).

Moto Guzzi V7 700 1967 in azione alla pista Pirellli di Vizzola Ticino, in occasione di un servizio di Motociclismo d'Epoca

Quella della Moto Guzzi V7 III 2017 è una gamma articolata. Qui il modello Anniversario, che celebra i 50 anni di storia della famiglia V7. Serie numerata a 750 esemplari

Quella della Moto Guzzi V7 III 2017 è una gamma articolata. Qui il modello Racer, con nuova grafica del serbatoio (l'Aquila è in rosso, come il telaio e il forcellone)

Quella della Moto Guzzi V7 III 2017 è una gamma articolata. Qui il modello Stone, il più essenziale della famiglia. Disponibile in nero, verde, giallo e blu

Quella della Moto Guzzi V7 III 2017 è una gamma articolata. Qui il modello Special, con nuove grafiche ispirate alla 750 S3 del 1975. Disponibile in nero e blu

Moto Guzzi V7 III Stone: finiture e dettagli migliorati rispetto alla serie precedente. Collettori più... maschi, pedane decisamente più curate, tappo del serbatoio a vite con serratura. Il look beneficia (molto) dei nuovi fianchetti, più slanciati

Moto Guzzi V7 III Stone: rispetto alla serie precedente, il telaio ha una nuova geometria di sterzo, più "svelta". Nuovi gli ammortizzatori, come la pompa del freno posteriore, più basse le pedane del passeggero (come la sella del pilota)

Moto Guzzi V7 III Stone: motore rinnovato nelle teste e nei pistoni, nell'angolo tra le valvole (diminuito), nell'albero motore (minore inerzia), nel basamento (irrigidito). Frizione più robusta, rapporti cambio rivisti, scarico inedito. Ma soprattutto nuova centralina

Moto Guzzi V7 III Stone: sui terreni sconnessi vigila il controllo di trazione, regolabile su due livelli

Moto Guzzi V7 III Stone: piccola e bassa, ma comunque piuttosto accogliente anche per i piloti più alti

Moto Guzzi V7 III Stone: moto maneggevole ed equilibrata, dalla guida facile e intuitiva

Moto Guzzi V7 III Stone: sincera e precisa per chi vuole divertirsi. E divertente la V7 lo è ben più di quanto si potrebbe scommettere

Moto Guzzi V7 III Stone: immancabile e clasicissimo faro tondo

Moto Guzzi V7 III Stone: non leggerissima, affronta comunque la strada con bella disinvoltura

Moto Guzzi V7 III Stone: le nuove pedane pressofuse in lega leggera, con tutt'altro impatto visivo rispetto a quelle, davvero povere, della precedente Stone

Moto Guzzi V7 III Stone: essenziale ma con più di un particolare ricercato. Gli scarichi sono nuovi e dalle dimensioni più importanti, ma perdono la cromatura. La strumentazione perde il contagiri

Moto Guzzi V7 III Stone: con la sella a Mandello sono andati un po' al risparmio. Sulla vecchia Stone aveva il rivestimento antiscivolo e il logo Moto Guzzi

Moto Guzzi V7 III Stone: serbatoio sempre da 21 litri ma con nuovo tappo in alluminio col logo della Casa diMandello

Moto Guzzi V7 Sport 1970. E' la mitica "telaio rosso", a cui si ispira la V7 III Racer

Moto Guzzi V7 III Stone: rispetto al modello precedente, la strumentazione perde il contagiri. C'è però la chicca del pulsantino sul blocchetto elettrico per scorrere le voci del cruscotto

1/23 Moto Guzzi V7 700 1967 in azione alla pista Pirellli di Vizzola Ticino, in occasione di un servizio di Motociclismo d'Epoca

Occhio al tarocco

Inchiesta: abbiamo comprato online un “falso” casco Shoei (cinese, 86 euro!) per confrontarlo con l'originale Shoei GT-Air (600 euro) con prove strumentali, crash test, analisi chimica dei materiali. Ecco cosa si rischia per la salute e il portafogli se si compra il falso.

A sinistra il casco Shoei GT-Air originale. Sulla destra, il casco cinese contraffatto. Li abbiamo confrontati e i 511 euro di differenza di prezzo (600 euro lo Shoei, 89 il cinese...) si vedono tutti (e si sentono durante le prove a cui abbiamo sottoposto i caschi)

La scheda che riporta le verifiche e le analisi eseguite sui caschi della nostra prova dal Centro Tessile e Cotoniero di Busto Arsizio (VA), specializzato dal 1987 in analisi e certiﬁcazioni di primario livello nel campo chimico-tessile e non solo.

La dottoressa Letizia Bregola, responsabile del laboratorio ecologico di CentroCot di Busto Arsizio (VA), esamina i caschi e decide a quali analisi sottoporre le fodere.

Il casco Shoei falso cinese dopo i crash test che abbiamo eseguito presso la Newton di Mazzo di Rho (MI), specializzata in omologazioni di caschi ed elmetti. A parte non aver superato 4 prove su 7, ha pure perso i pezzi...

Il casco Shoei falso cinese alla prova peso: 1.696,4 g, ben 270 grammi più dell'originale

Ecco come è arrivato in redazione il casco cinese contraffatto che abbiamo usato per il confronto con uno Shoei originale: imballato nello scotch. All'interno c'era anche la sacca in tessuto (anch'essa con false scritte Shoei). Piccolo particolare: mancava totalmente l'omologazione, anche se "strombazzata" sul sito dove abbiamo acquistato il casco (AliExpress)!

Il casco Shoei GT-Air originale con la sua scatola, all'interno della quale c'è anche il libretto di istruzioni con tutte le certiﬁcazioni e omologazioni necessarie.

Lo Shoei GT-Air originale alla prova peso: 1.427,3 g

Lo Shoei GT-Air originale (a sinistra) e quello cinese falso, entrambi sottoposti a prelievo di tessuti per gli esami chimici che abbiamo fatto eseguire al Centro Tessile e Cotoniero di Busto Arsizio (VA), specializzato dal 1987 in analisi e certiﬁcazioni di primario livello nel campo chimico-tessile e non solo.

Presso il CentroCot di Busto Arsizio (VA) si preleva un campione della fodera del casco cinese copia Shoei, per l'analisi chimica

Presso il CentroCot di Busto Arsizio (VA) si preleva un campione della fodera dello Shoei GT-Air originale, per l'analisi chimica

Marco Colli, Responsabile delle prove, ispezioni e certificazioni DPI del Centro Tessile e Cotoniero di Busto Arsizio (VA), specializzato dal 1987 in analisi e certiﬁcazioni di primario livello nel campo chimico-tessile e non solo.

Lo Shoei GT-Air originale (a sinistra) e quello cinese falso, entrambi pronti per affrontare i crash test che abbiamo eseguito presso la Newton di Mazzo di Rho (MI), specializzata in omologazioni di caschi ed elmetti

Falso casco Shoei cinese: dallo Shoei originale è stato copiato l'adesivo "emergency use only", ma non il dispositivo di sgancio d'emergenza dei guanciali, totalmente assente

Falso casco Shoei cinese: il cinturino col sistema di ritenzione. Tutt'altra fattura, molto più povera, rispetto allo Shoei originale. A parte questo, la parte plastica contiene dannosissimo piombo!

Shoei GT-Air: lo sgancio d'emergenza dei guanciali attraverso il nastro rosso, segnalato dall'adesivo che spiega il funzionamento del dispositivo di sicurezza

Shoei GT-Air: il cinturino con la fibbia a regolazione micrometrica

1/18 A sinistra il casco Shoei GT-Air originale. Sulla destra, il casco cinese contraffatto. Li abbiamo confrontati e i 511 euro di differenza di prezzo (600 euro lo Shoei, 89 il cinese...) si vedono tutti (e si sentono durante le prove a cui abbiamo sottoposto i caschi)

Saluti e baci da Misano

Finale consueto, per la tradizionale rassegna degli articoli più cliccati della settimana: la cartolina con i saluti, i sorrisi e i baci delle ombrelline. Stavolta siamo con le ragazze della SBK a Misano.