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Il falso Akrapovič acquistato su Amazon

Abbiamo comprato uno scarico Akrapovic contraffatto attraverso Amazon. Il nostro "tarocco" proviene da uno store esterno al sito, ma non è semplice capirlo. Unico indizio…
1/11 L'annucio di vendita del terminale Akrapovič su Amazon
Come avevamo dimostrato attraverso delle nostre precedenti inchieste, acquistando su AliExpress è facile imbattersi in prodotti contraffatti: abbiamo trovato “tarocchi” di SC Project, Rizoma, Ariete, Shoei, Dainese e Brembo. Forse da alcuni siti te lo aspetti pure. Altri, invece, fanno dell’affidabilità e della reputazione la loro bandiera.

È il caso di Amazon che vende direttamente migliaia di prodotti "regolari", ma fa anche da “market place” per tutta una serie di venditori esterni, presumibilmente difficili da gestire, per i quali inoltre specifica di non assumersi alcuna responsabilità. Va comunque evidenziato che su Amazon, rispetto per esempio ad AliExpress, le merci contraffatte in ambito moto (dove le individuiamo con ragionevole certezza) sono davvero poche. Gli esperti sono in grado di distinguere tra prodotti Amazon e quelli venduti da esterni, ma chi non è esperto? Chi magari per affacciarsi all’e-commerce sceglie un sito la cui serietà pare essere al di sopra dei sospetti? Corre il rischio di trovarsi a casa un falso e non saperlo.
1/10 Casco Shoei contraffatto acquistabile (a proprio rischio) su AliExpress alla "modica" cifra di 90 euro. Cioè... Uno Shoei a 90 euro! Come fa qualcuno a pensare di aver comprato un originale?
Noi abbiamo acquistato uno scarico "Akrapovič" addirittura con il servizio di consegna rapida “Prime”. In pochi giorni (AliExpress richiede settimane…) ci è arrivato in redazione il classico scatolone Amazon, con lo scotch brandizzato e come indirizzo del mittente “Amazon – Castel San Giovanni (PC)”, uno dei grandi centri di stoccaggio del colosso Usa nel nostro Paese. Nulla fa pensare a un tarocco: “Ho fatto l’affare”, potrebbe pensare un acquirente non troppo ferrato nel campo degli accessori moto. Un altro indicatore in grado di far drizzare le antenne può essere il prezzo: se l'originale costa indicativamente 700 euro e "l'affarone" 90, c'è sotto qualcosa. Ma non è detto che l’acquirente conosca il listino prezzi dei principali fornitori di scarichi. E ovviamente quello che ci è arrivato non è un prodotto dell’azienda slovena, ma una copia forse cinese (ipotesi suffragata dalla “garanzia” in ideogrammi). Per di più sono differenti i colori, noi l’avevamo chiesto con il corpo in titanio e il fondello in carbonio ed è arrivato col corpo in "carbonio" e il fondello in "titanio", accoppiata che Akrapovič non prevede.
Inoltre abbiamo qualche dubbio sui materiali… Anche se a un occhio inesperto lo scarico può sembrare originale, guardando bene non possono sfuggire le saldature malfatte, le sbavature e il rivestimento finto carbonio; poi l’adesivo Akrapovič da aggiungere (forse in Cina finché non lo attacchi non stai falsificando…) e l’assenza del documento di omologazione specifico per la moto per cui è stato acquistato, senza il quale ti garantisci una bella multa. Abbiamo scritto ad Amazon come privati per segnalare il falso: il colosso statunitense ci ha risposto che l'acquisto verrà rimborsato e dopo pochissimi giorni la pagina dedicata a questo prodotto contraffatto è stata oscurata.
Il falso Akrapovic che abbiamo acquistato on line ha saldature approssimative, alloggiamento della molla dai bordi affilati e sbavature nelle guarnizioni

Cosa dice la legge

All'interno della confezione una "fantasiosa" omologazione
In Italia, lo scarico deve essere accompagnato da un'omologazione rilasciata dal costruttore e che indichi di essere adatto al modello su cui è montato. Al di là delle conseguenze in caso di controllo della Stradale, l'acquirente di un prodotto contraffatto non compie mai reato (dimostrando l'uso personale), ma può andare incontro a sanzioni amministrative fino a 7.000 euro. Mentre il venditore (e qui siamo nel penale) rischia fino a otto anni di reclusione (ricettazione) e 35.000 euro di sanzione (Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi). La domanda da un milione di dollari in questo caso è: "Amazon è il venditore?" Per il colosso Usa, no: questo è lo scarico di responsabilità che compare sul sito: "Amazon non può in alcun modo essere ritenuta responsabile per le azioni, i prodotti e i contenuti di tutti questi soggetti o di qualunque terzo". In sostanza, ci ha spiegato il tenente colonnello Pietro Romano della Guardia di Finanza, Amazon sarebbe corresponsabile solo se non eliminasse il prodotto contraffatto.
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