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Bayliss: “Sono ancora veloce e mi sono divertito, ma largo ai giovani”

Troy appende, per la seconda volta, il casco al chiodo, ringrazia tutti per la bella esperienza e se ne torna dalla famiglia dopo aver lasciato l’ennesimo segno nel mondo della moto. La storia della sua ultima follia, le foto delle sue 2 gare 2015, il suo addio “vero” alle gare SBK

Bayliss: “sono ancora veloce e mi sono divertito, ma largo ai giovani”

Sul Chang International Circuit è finita l’avventura di Troy Bayliss in SBK. Certo, era già finita nel 2008, dopo tre titoli mondiali e con l’ammirazione incondizionata di tutti gli appassionati di moto, non solo Ducati. Poi però lo sfortunato Davide Giugliano, pilota della Rossa ufficiale 2015, si è fratturato le vertebre cadendo nei test prima della prima gara della stagione, in Australia, e a Troy è venuta l’idea folle e meravigliosa di riprovarci. Così, per giocare e fare una cosa memorabile sulla pista di casa. Ducati ha detto sì e il sogno si è avverato: Troy di nuovo in gara nel Mondiale a pochi giorni dal 46° compleanno e dopo 7 anni dal ritiro… Poi i risultati a Phillip Island non sono stati di quelli che avrebbero potuto farlo felice (13° in Gara 1 e 16° in Gara 2), così ce lo immaginiamo, carico e determinato come non mai, che praticamente “obbliga” la Ducati (passateci il termine, che ovviamente non descrive la realtà dei fatti) a concedergli una seconda chance, approfittando del fatto che la pista thailandese su cui si corre il 2° round 2015 è sconosciuta a tutti e c’è quasi un mese di tempo a disposizione per allenarsi. Anche in questo caso da Borgo Panigale arriva l’ok e per Troy riparte il lavoro, stavolta fatto un po’ più seriamente, anche se non c’è tempo di adattare lo stile di guida alle moto e alle gomme di oggi.

 

Non tutti approvano il ritorno di troy

L’entusiasmo dei tifosi è alle stelle (leggete l’esito di un nostro sondaggio in merito), ma c’è anche chi non la prende bene. Soprattutto chi sulla Rossa vorrebbe un giovane; la frangia spagnola che spinge Fores; quelli che vorrebbero che la Ducati desse una possibilità a Badovini, appena appiedato di fatto dalle vicissitudini del team JR Racing. In definitiva, Bayliss nel Mondiale 2015 appare come un’evidente mossa mediatica da parte di Bologna e a molti questa cosa non piace, sia per questioni “filosofiche”, sia perché comincia ad apparire chiaro che Troy è un campione super talentuoso ma non può molto contro i migliori galletti della SBK attuale, né può in poche settimane cambiare il modo di guidare. Che beneficio concreto potrebbe trarne la Casa italiana? Poca cosa, probabilmente, ma Troy è Troy e un Bayliss fa sempre piacere averlo... a disposizione!

 

Sempre il solito bayliss: il talento non ha età (che però conta)

L'australiano si prepara alla gara in Thailandia con più attenzione e subito si vedono i risultati: 7° in Superpole e 8° in Gara 1 (poi retrocesso al 9° posto per sorpasso in regime di bandiera gialla), in entrambi i casi con tempi molto vicini a quelli del suo compagno di squadra, Chaz Davies. Ma l'australiano spende tutte le energie che ha, anche perché ha corso senza riserva d’acqua nella tuta! In Gara 2 parte comunque benissimo, sempre col suo stile inconfondibile che infiamma gli appassionati (anche per le caratteristiche sfiaccolate dagli slider degli stivali), col suo cuore e il suo “polso”, sempre con la sua guida irruenta e spigolosa, tanto spettacolare quanto in realtà oggigiorno poco redditizia. Ma con sé Troy porta anche i suoi anni e certamente nessuno degli avversari gli fa favori. Alla fine è 11°, dopo essere stato anche 6°.

 

OK, FERMIAMOCI QUI

Tanto basta a Troy per capire due cose: è ancora veloce e l’ha dimostrato. Non ha senso continuare, quindi dopo Gara 2 annuncia che si ritira dal Mondiale SBK, stavolta per sempre. Un annuncio a sorpresa, mentre molti sono in realtà convinti che continuerà a sostituire Giugliano almeno fino a Imola, dati i risultati in crescendo. Bayliss ha capito di avere ancora la stoffa, ma anche che per confezionare il vestito che sarebbe certamente ancora in grado di fare dovrebbe tornare pilota al 100%, sacrificando molto della propria vita, che da anni va ovviamente in tutt’altra direzione. La cosa non è più fattibile, come dice Troy stesso nella sua dichiarazione, con parole serene, consapevoli, che parlano di amore per le corse, le moto e la Ducati, ma anche per se stesso e la propria famiglia.

 

Grazie, "Carrozziere", hai fatto ancora una cosa folle e bellissima, qualcosa che si andrà ad aggiungere a tutti gli altri motivi per cui ogni vero appassionato di moto non può non averti tra i propri idoli (guardate le foto nella gallery).

 

“non mi aspettavo di vincere, ma è stata un’emozione enorme. ora torno dalla famiglia”

Tutto sommato, e considerando che le condizioni climatiche qui sono state fra quelle più difficili che io abbia mai incontrato nella mia carriera, posso dire di essere abbastanza soddisfatto. Non mi è mai piaciuto il caldo e sono state, come mi aspettavo, due gare molto fisiche e difficili, soprattutto la prima perché non avevo preso la scorta di acqua nella tuta! Pensavo di fare un pochino meglio nella seconda, ma sapevo che non sarebbe stato facile, e quindi tutto sommato non è andata poi così male… È stato divertente, sono rientrato in una particolare circostanza e volevo fare solo un altro evento dopo Phillip Island per vedere come andava. Amo le corse, la Ducati e le persone che ci lavorano ed è stato molto emozionante guidare la Panigale R Superbike in gara. Sono stato fortunato nel finire la mia carriera in forma nel 2008 e ho visto che ancora adesso posso essere veloce: non mi aspettavo di vincere, ma è stata un’emozione enorme. Ora però sono felice di tornare a godermi la vita con la mia famiglia a casa, in Australia. Ringrazio tutti per l’affetto che mi hanno dimostrato e lascio il divertimento ai giovani talenti.

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