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12 September 2013

Royal Enfield Continental GT: l’indiana più veloce e divertente

Una bella café racer perfettamente in stile che segna un notevole miglioramento rispetto ai “soliti” modelli vintage della Casa indiana: la ciclistica regala una guida piacevole e il motore sorprende per vivacità

Royal enfield continental gt: l’indiana più veloce e divertente

In una già autunnale Inghilterra, abbiamo percorso diverse miglia con la Continental GT, la nuova café racer di Royal Enfield (di cui vi avevamo già dato qualche anteprima). E, nonostante l’evidente ispirazione estetica alla omonima GT del 1965, nuova lo è davvero, perché ha poco da spartire con la Bullet attualmente a listino.

 

EVOLUZIONE RIUSCITA

Innanzitutto il motore: l’ormai stracollaudato monocilindrico raffreddato ad aria e con distribuzione ad aste e bilancieri guadagna qualche cc (ora la cilindrata è di 535 cc), una differente mappatura dell’iniezione e minori masse volaniche. Ma ciò che cambia davvero è la ciclistica, che finalmente è degna di questo nome. Il telaio, tanto per cominciare, è un doppia culla in tubi di acciaio di nuovo disegno realizzato dallo specialista britannico Harris. Parlano italiano invece molti componenti, come gli ammortizzatori posteriori Paioli, le gomme Pirelli e l’impianto frenante Brembo. Accattivante la linea, caratterizzata dal lungo serbatoio (in metallo) e dalla sella con codino monoposto. L’insieme è armonico, ma guardando con attenzione, si notano alcuni dettagli (fusioni di piastre e pedane, saldature del telaio) che meriterebbero una cura maggiore.

 

NOTEVOLE AGILITÀ

Dinamicamente la Continental GT ci appaga. Non è potente (35 CV dichiarati), né veloce in senso assoluto (abbiamo visto la lancetta del tachimetro sfiorare i 150 km/h dopo un lungo lancio in autostrada), ma rimane comunque la Royal Enfield più potente e veloce. E più leggera. Mentre scriviamo non è ancora stata diffusa una scheda tecnica ufficiale, ma la sensazione di leggerezza è confermata da una notevole agilità e maneggevolezza. In mezzo al caotico traffico londinese, i mezzi manubri non stancano eccessivamente e lo sterzo è sufficiente per muoversi senza patemi in mezzo alle auto incolonnate. La sella, non molto imbottita, ma confortevole, è piuttosto bassa e si tocca facilmente terra. Le pedane, arretrate il giusto, non sono troppo vicine e anche chi scrive (182 cm di altezza) trova buona abitabilità a bordo. I comandi sono morbidi e modulabili, i freni adeguati alle prestazioni e al peso.

 

CHE BEL MOTORE (ANCHE CON POCHI CV)

Quello che però ci è piaciuto di più è il motore. Innanzitutto il sound, esaltato da uno scarico optional (quello di serie, ci dicono i tecnici indiani, è più silenzioso). Ma quello che ci sorprende è la vivacità del mono. Pochi mesi fa abbiamo provato una Bullet (qui il video) e questo motore, pur strettamente imparentato, appare più brillante e con minore inerzia. L’elasticità non è esaltante e l’allungo è limitato (il range ottimale di utilizzo è tra i 2.000 e i 5.000 giri), ma il monocilindrico frulla bene e soprattutto vibra in maniera per nulla molesta. Mentre con la Bullet è difficile mantenere velocità superiori ai 100 km/h per molti km, con la Continental GT le vibrazioni raggiungono le pedane (e, in misura minore manubrio e sella) solo oltre i 4.000 giri e ciò consente di viaggiare a velocità quasi autostradali senza soffrire troppo.

 

MONOPOSTO DI SERIE

La Continental GT sarà disponibile dall’autunno inoltrato in configurazione monoposto di serie (la sella doppia e le pedane per il passeggero saranno opzionali) e nella sola colorazione rossa. Il prezzo è in offerta lancio: 6.495 euro f.c., quindi 6,745 c.i.m.

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