Al primo impatto, il feeling non è immediato perché sino a 30-40 km/h l’avantreno è pesante e tutta la stazza della “Fortezza” è evidente. Superata questa soglia, che non è solo psicologica, l’avantreno diventa tutto più fluido, sincero e ben gestibile. Sulle strade trafficate della Brianza dove è iniziato il test della nuova Guzzi occorre comunque stare all’occhio sia per le misure sia per la necessità di avere il massimo dell’agilità. Quando il percorso ha cominciato a salire per la Valsassina, lasciando Lecco, decisamente
la MGX-21 ha trovato la sua andatura ideale. Mappatura su “Veloce”, per avere una decisa progressione del grosso bicilindrico che ben si accorda con le caratteristiche di telaio e sospensioni. Giù dai tornanti per rientrare sul lago Como (in zona Bellano e poi verso Mandello del Lario), diventa anche più facile, assecondando la iniziale e naturale tendenza a chiudere le curve. Affrontando un tratto autostradale alla massima velocità consentita, la nuova Guzzi avverte la scia di una grossa auto o le giunzioni longitudinali dell’asfalto, ma non sono perturbazioni che davvero possono disturbare. La pressione dell’aria sul busto è solo mitigata dalla
carenatura batwing: esiste in optional uno schermo più alto e verificheremo la sua efficacia.
Con una simile stazza, anche il comparto freni deve essere adeguato e in questo caso non ci sono incertezze e nemmeno fenomeni di fading insistendo in discesa.
Dovremmo parlare ancora delle valigie, della radio, della soluzione tecnica “inventata” da Guzzi per addomesticare l’avantreno alle basse velocità, degli accessori; e poi approfondire il design, la filosofia… Ma per questo vi rimandiamo a Motociclismo di ottobre, dove trovate il test completo e le interviste.