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Long Test, 50.000 km con la Tracer 900: l’abbiamo fatta a pezzi!

Prova di durata e affidabilità con la Yamaha Tracer 900, la protagonista del nostro primo Long Test. Termina la marcia della tre cilindri di Iwata: da ottobre 2015 a settembre 2016 abbiamo percorso 50.000 km, verificando ogni 5.000 km l'usura, le prestazioni, i consumi e registrando ogni inconveniente. L'abbiamo poi completamente smontata. Anteprima del servizio di Motociclismo di gennaio 2017

Traguardo raggiunto

Dopo esserci occupati della tappa dei 30.000 km nel Long Test con la Honda Africa Twin, torniamo a parlare di Yamaha Tracer 900. Già, perché il nostro “culo di pietra”, Alfredo Rota, ha concluso la prima delle nostre prove di affidabilità, quella della Yamaha, condotta parallelamente a quella della Honda. Ed è già partita terza!
Con la tre cilindri di Iwata abbiamo da tempo concluso i 50.000 km previsti, anche se ovviamente i resoconti sono leggermente sfasati rispetto al contakm, e dopo aver monitorato la moto a 5.00010.00020.00025.00030.00035.000 e 40.000 km, eccoci a raccontare com’è andata la verifica finale dopo i 50.000 km del Long Test.
Su Motociclismo di gennaio 2017 trovate tutti i numeri del banco; gli inconvenienti; la misurazione delle usure, delle prestazioni e dei consumi; l’analisi dello stato del lubrificante, ecc. A fine prova, il motore è stato smontato in ogni suo più piccolo componente. Non perdetevi il giornale in edicola intanto ecco un’anteprima del risultato del test.

MOTORE ok, nessuna sorpresa

Il tre cilindri è sicuramente il principale protagonista del Long Test, e lo abbiamo smontato fino all'ultima vite nella sede Yamaha Italia di Gerno di Lesmo (MB). Nessuna sorpresa in negativo, anzi ci ha stupito il suo grado di conservazione. Unica nota la presenza di incrostazioni sulle valvole del corpo farfallato dell'iniezione elettronica, un problema già riscontrato a 25.000-30.000 km e che abbiamo ritrovato alla fine del test. 

BANCO PROVA: ALLA FINE DEL TEST il tricilindrico È IL 5% PIÙ POTENTE

Più di ogni altra verifica dello stato di salute dei particolari interni del motore, quello che dimostra quanto il tre cilindri sia arrivato in gran forma alla fine del Long Test sono i rilevamenti di potenza e coppia massima. Verificato a 2.000 km, finito il rodaggio, e a 50.399 km, al termine del test, il motore ha guadagnato ben 4,9 CV: sono esattamente 103,83 CV a 9.900 giri, il 5% in più, mentre la coppia sale a 79,58 Nm a 8.600 giri, 2,24 Nm in più. La curva in salita ha conosciuto anche momenti di pausa come a 30.000 km, dove ha perso 0,7 CV di potenza massima (rilevata 102,67) a causa anche della catena usurata e poi a 35.000 km, dove i CV erano 101,2. Il motore si è ripreso a 40.000 km (102,98 CV) dopo il tagliando e la registrazione del gioco valvole. Tutto lo “storico” su Motociclismo di gennaio 2017.

ANALISI OLIO MOTORE

Ogni 10.000 km abbiamo prelevato un campione di lubrificante e l'abbiamo sottoposto alla verifica del laboratorio Mecoil. Come un esame del sangue che mostra la nostra salute e indica i probabili fattori di rischio, le analisi di questo centro specializzato di Firenze hanno permesso di scoprire lo stato di forma del motore ancor prima dello smontaggio finale.
Sul giornale trovate l’analisi nel dettaglio, ma possiamo dirvi che la ricerca di elementi metallici da usura (la dimensione di queste particelle è inferiore a 10 micron) ha mostrato una certa concentrazione di ferro nei primi 10.000 km, data dal consumo di parti in acciaio come albero a gomiti, camme, valvole, etc. etc, ma è un dato riconducibile al rodaggio. Col passare dei km le particelle di ferro (e pure quelle d'alluminio) decrementano costantemente per poi registrare una inversione di tendenza allo scadere dei 50.000 km: lo smontaggio del motore ha comunque evidenziato che i pezzi soggetti a usura erano tutti in tolleranza.

CONSUMO GOMME

Per i pneumatici ci siamo affidati a Metzeler. Abbiamo usato quattro diversi modelli di coperture, registrando il consumo del battistrada e il comportamento dinamico durante tutto lo svolgimento del test. Abbiamo cominciato montando i Roadtec Z8, gomme longeve con resa chilometrica superiore a ogni altro treno di gomme qui provate. Siamo poi passati al Roadtec 01, che hanno dato al tester Alfredo Rota un feeling migliore all'anteriore. Poi è stato il momento dello sportivo M7RR: efficace nell'aderenza e nell'entrare rapidamente nella temperatura d'esercizio, ha denunciato però il consumo maggiore. Abbiamo montato anche il Tourance Next dalla mescola che "attacca" in tutte le condizioni.

LE SOSPENSIONI: NESSUN DECADIMENTO SIGNIFICATIVO IN 50.000 KM

La Tracer 900 ha sospensioni regolabili nel precarico e nell'estensione. Per tutto il test hanno avuto un comportamento omogeneo come confermato dalla prova strumentale dello specialista EvolutionBike. Nessun trafilaggio di lubrificante dai paraolio degli steli forcella o dall'asta dell'ammortizzatore. Sin dal km 10.500 abbiamo notato un gioco all'attacco (in foto) con i leveraggi di collegamento al forcellone della bielletta che aziona l'ammortizzatore. È evidente e rumoroso ma secondo i tecnici Yamaha siamo nella norma: c'è da dire che non è aumentato con il chilometraggio. Il circuito idraulico delle sospensioni non ha mostrato cedimenti durante tutti i 50.000 km.

LA TRASMISSIONE

30.000 km è il limite di vita della trasmissione finale, in particolar modo della catena che ha mostrato segni di usura anche prima di questa percorrenza, con una diminuita scorrevolezza che ha anche influito sui rilevamenti delle prestazioni tra i 25.000 e 30.000 km. Anche il secondo kit di trasmissione installato mostra, a 50.000 km, un accenno di deterioramento delle maglie. Più robusti pignone e corona.

I FRENI: CONSUMO MINIMO PER I DISCHI, le pastiglie durano

Ai freni affidiamo la nostra sicurezza e la Tracer 900 è ben messa in questo campo. Abbiamo sempre avuto un consumo regolare delle pastiglie, addirittura minimo per le posteriori (in 50.000 km abbiamo consumato una coppia di pastiglie freni, quelle dei dischi anteriori cambiate a 30.000 km, mentre dietro abbiamo percorso tutti i km del test con lo stesso materiale di attrito). I dischi hanno mantenuto la loro planarità senza "svergolarsi" e si sono ridotti di pochissimo dallo spessore originale. Anche il sistema antibloccaggio ABS non ha mai mancato un colpo.

I SEGNI DELL’Età

Oltre ai tanti dati strumentali, esistono altri parametri di valutazione: sono quelli evidenti che interessano le parti visibili della moto più che le sue prestazioni. Sulla nostra Tracer la bulloneria in zona ruote, quella più esposta alle intemperie, si è decisamente ossidata, mentre la marmitta di scarico è stata attaccata dalla ruggine

IL LONG TEST SOCIAL

Per tutti i dettagli, i numeri, i confronti, gli inconvenienti, non perdetevi Motociclismo di gennaio 2017. Ricordate inoltre che il nostro tester è sempre rintracciabile comodamente seduti da casa attraverso i Social. Ecco gli hashtag
  • #longtest
  • #cimettolatesta
  • #taketheroad
  • #daineseAirbag
  • #shoeiitalia
  • #metzeler
  • #yamahamotor
  • #yamahatracer
 
Oltre che sui canali web di Motociclismo, le foto del test sono pubblicate da Alfredo Rota anche sui propri profili:
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