Le nostre 24 Ore delle Alpi sono prove atipiche in cui proviamo 4 moto alla volta (anche parecchio diverse) per decidere quale modello è il più adatto a trascorrere un’intera giornata e un’intera nottata su passi e tornanti, divertendosi senza stress e con la minore fatica fisica possibile, dato l’impegno richiesto dalla guida al buio e dai 6-700 km che di fatto sono la misura standard di ogni “edizione”. Già, perché la 24 Ore delle Alpi nasce dalla voglia di compiere un’impresa apparentemente plausibile ma rivelatasi impossibile: percorrere TUTTO l’arco alpino su asfalto con moto di tipo diverso, per eleggere la migliore per quel genere di viaggio. Il tutto in un paio di tappe soltanto… Che poi non sarebbe così improponibile, solo che una prova del genere (tra l’altro nata solo come boutade tra appassionati, anche se poi questi sono giornalisti o collaboratori di Motociclismo) si presta ad essere affrontata dal punto di vista strettamente tecnico (cambi di moto, scambi di impressioni, stesura di appunti, ecc.) ma anche turistico, con esigenze giornalistiche e fotografiche che rallentano non poco l’andatura. Quindi la speranza iniziale di riuscire a percorrere 1.000 km in 24 ore, complici anche il maltempo e qualche inconveniente tecnico, è svanita di fronte alla realtà e le tappe alla fine sono state sei da circa 600 km l’una, fatte tutte dagli stessi tester ma ognuna con quattro moto diverse.
I resoconti delle prime 5 tappe li trovate su Motociclismo 12-2013 (nella foto), 6-2014, 11-2014, 9-2015 e 12-2015, mentre sul
numero di settembre 2016 c’è l’articolo sulla tappa finale, quella che ha visto la
BMW F 700 GS, la
Honda Africa Twin, la
KTM 690 Duke e la
Triumph Bonneville T120 impegnate da Bolzano a Trieste, passando per il Grossglockner. Per il racconto dettagliato del viaggio (firmato Mario Ciaccia: una garanzia!) andate
in edicola, se non lo avete già fatto (ma
ecco comunque una bella gallery), qui vogliamo proporvi un estratto che riguarda in particolare i giudizi sulle moto.