Questo è il sistema concepito espressamente per un uso motociclisto e si presenta più complesso, visto che i movimenti, e soprattutto i carichi subiti, interessati dal collo in caso di incidente possono essere più pericolosi e più vari. In questa versione l’elemento di interconnessione e? costituito da sei componenti resistenti, dei veri e propri ammortizzatori passivi o semi-attivi, disposti secondo uno schema di cinematica parallela (ossia in una configurazione speculare: cliccate qui per lo schema). Ciascun componente ha una estremità fissata al corpetto, e l’altra fissata al casco, entrambe per mezzo di elementi che realizzano cerniere sferiche e che quindi permettono la rotazione in tutte le direzioni attorno al punto di fissaggio .
Ogni ammortizzatore ha caratteristiche di rigidezza e smorzamento che dipendono dalla posizione, velocità o accelerazione relative tra testa e corpo e di conseguenza sarà più o meno rigido e avrà una risposta diversa a seconda del tipo di caduta o del tipo di decelerazione subita dalla nostra testa. In situazione di guida normale possono essere disattivati, cioè non fornire alcuna forza e lasciare il casco libero di muoversi come se non indossassimo la protezione, o attivati fornendo forze che non impediscano i movimenti del collo necessari alla guida. In caso di incidente, gli elementi resistivi vengono attivati o, se già attivi, rispondono in modo tale da contrastare le forze agenti sul collo e mantenerlo all’interno di una banda di movimenti che non diventino pericolosi per le nostre vertebre.
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