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Pin: la città con stile

Copia cinese dell’Honda Cub, il veicolo a due ruote più venduto della storia, è una simpatica ed economica alternativa ad un classico scooter. Ottimo per girare in città, ha sospensioni e freni (a tamburo) un po’ scarsi. Ma stile in abbondanza

Pin: la città con stile

Super Motor Company PIN. È uno scooter essenziale che copia nelle linee e nella tecnica un’icona del trasporto su due ruote: l’Honda Cub. Motore monocilindrico 4T raffreddato ad aria, cambio a quattro rapporti con frizione automatica, freni a tamburo e colori brillanti: sembra un oggetto di modernariato riesumato da qualche garage polveroso e tirato a lucido. In effetti dal punto di vista tecnico questo scooter di 120 cc è fermo a parecchi decenni fa. Ma lo stile vintage tanto in voga ora lo fa apparire quanto mai attuale.

 

L’ALTERNATIVA RETRÒ

Diciamo subito che non lo si può considerare una alternativa ad alcuno scooter attualmente sul mercato. Non ha la praticità di un variatore automatico, né la capacità di carico di un comodo sottosella, né la sicurezza di sospensioni e freni di ultima generazione. Però conquista per la sua singolarità. Non è il mezzo che si compra con la ragione e che useremmo nel tragitto casa-lavoro. Ci piace pensare che possa piacere anche a qualche ragazzo “alternativo”, ma il target del PIN è ben diverso. Lo apprezzeranno maturi modaioli, nostalgici e magari un po’ bohemién.

 

NIENTE FRIZIONE: UN PROBLEMA IN MENO

Come va? Bene, se ci si vuole divertire. Il motore di 120 cc è pronto e vivace, nonostante la potenza scarsa (6,8 CV a 8.500 giri). Il cambio (con comando a bilanciere) è definito rotativo. Nel senso che, se si arriva ad un semaforo in quarta, non serve scalare: basta un altro colpo in giù con la punta del piede (è rovesciato, non come sulle normali moto) e si torna in prima. Questo sistema necessita di un minimo di assuefazione (nei primi km abbiamo tirato un paio di fuorigiri perché sbagliavamo a inserire il rapporto), ma poi si apprezza anche nel traffico. La frizione è di tipo automatico, nel senso che non c’è la leva a manubrio, quindi un problema in meno.

 

AGILISSIMO, MA IN FRENATA…

Lodi sperticate all’agilità: cortissimo (1.230 mm di interasse) e leggero (83 kg), il PIN sguscia nel traffico con una facilità sorprendente. Quello che però non ci è piaciuto è la frenata, affidata a due miseri tamburi. Per fermarsi in spazi ridotti bisogna strizzare ben bene la leva e pigiare con forza il pedale. L’azione dei freni è abbastanza blanda da non bloccare le ruote (non c’è ovviamente ABS), ma per un giudizio più completo bisognerebbe testarlo sotto la pioggia. Appena sufficienti le sospensioni, con l’anteriore che affonda in frenata e il posteriore un po’ troppo rigido.

 

Un bel giocattolo, insomma, che con 1.700 euro (precisamente 1.690) può scorrazzare in città con poca praticità, ma tanto stile.

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