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Phillip Island: il GP delle assurdità

La MotoGP va in palla per colpa di gomme fallate e imposizioni regolamentari. Il mondo dell’infallibilità diventa la patria del paradosso

Phillip island: il gp delle assurdità

Parrebbe quasi che la Dorna, la Bridgestone, la HRC e la Direzione Gara si siano messi  d’accordo, in un'improbabile cospirazione, per riaprire il Mondiale 2013 ai danni di Marqeuz. Assurdo, ma non tanto più di quanto accaduto a Philip Island, terz’ultima prova del Mondiale MotoGP.

 

ASSURDITÀ 1: IMPORRE LA SOSTA

Perché imporre ai piloti di fermarsi obbligatoriamente tra il nono e il decimo giro? Gli pneumatici portati dalla Bridgestone non garantivano più di 10 tornate, oltre quelle non ce n’è più per nessuno. E quindi che motivo c’era di obbligare i piloti? È da qui che nasce tutto il casino di Philip Island. Anche in condizioni normali, nessun costruttore di pneumatici dà garanzia di tenuta per tutta la gara, perché è una componente di consumo. Sta al pilota gestire al meglio ciò che ha a disposizione, perché se ti fai tutta la gara di traverso poi nel finale non ne hai più comunque. In questo caso c’erano delle gomme fallate, ma lasciare libertà ai piloti di effettuare la sosta quando meglio lo ritenevano sarebbe stato motociclisticamente più corretto, oltre che più strategico, più spettacolare e anche meno pericoloso.  Marquez ha completato 11 giri, quindi uno in più di quanto permesso, finendo con un buco nella ruota da far venire i brividi; ma è stato possibile. Stessa cosa per Staring. Prima della sosta di Lorenzo (al decimo giro) i due erano uno dietro l’altro e all’uscita dei box di Marquez (all’undicesimo) i due si sono ritrovati appaiati di nuovo, al punto da arrivare al contatto. Quindi il giro in più non ha gravato nella condotta di Marc, né ha avvantaggiato Lorenzo con un giro in meno. Almeno in quella fase, perché se la sosta fosse stata libera, quel giro in più sarebbe stato un azzardo strategico di un pilota coraggioso, con il vantaggio di avere una tornata in meno nelle gomme a fine gara. E sarebbe cambiato tutto. L’imposizione della sosta stona.

 

ASSURDITÀ 2: L’ERRORE DELLA BRIDGESTONE

Tutto parte dallo sbaglio della Bridgestone, fornitore unico degli pneumatici della MotoGP. Portare gomme che non sono in grado di affrontare una gara equivale a un panettiere che non mette il lievito nel pane. È quasi inspiegabile come, nel 2013, con le tecnologie a disposizione, possano accadere cose del genere. Ma capita anche in altre discipline e l’errore ci può anche stare. Ma sorge una domanda: cosa sarebbe successo se non ci fosse stato il costruttore unico? I piloti Bridgestone avrebbero fatto il pit stop e gli altri no? Assurdo.

 

ASSURDITÀ 3: LA HRC CHE NON SA CONTARE

La HRC sbaglia i conti e fa rientrare Marquez con un giro di ritardo. Non c’è spiegazione o giustificazione che tenga. Una Casa in grado di costruire moto tecnologicamente avanzatissime e assoluto riferimento nel mondo delle due ruote è naufragata nel conto di 19 meno 10. La colpa se l’è presa l’ingegnere Santi Hernandez, responsabile delle segnalazioni di Marc, che si è fatto conoscere al mondo nel modo più incolore possibile. Questo errore, però, riporta la HRC in una dimensione più terrena, mostrandone un lato vulnerabile. Nelle polemiche dopo gara sono emersi persino due lati interni alla squadra. Quello diplomatico di Livio Suppo che distribuisce le responsabilità e ammette l’errore e quello di Nakamoto che prova a convincere la direzione gara che, non avendo ancora passato il traguardo, di fatto, il giro non era stato completato. Assurdo.

 

ASSURDITÀ 4: MARQUEZ FERMATO PER UNA SCIOCCHEZZA

Così Marquez si ritrova a subire la tanto odiata bandiera nera. Anche in questo caso sembra assurdo come, dopo aver corso una stagione a suo di spallate, sportellate, polemiche, controlli di trazione strappati e cadute, Marc sia stato fermato per aver fatto una sosta con un giro di ritardo. Praticamente una sciocchezza in confronto al resto. Assurdo.

 

ASSURDITÀ 5: DA POTENZIALE CAMPIONE A INSEGUITO

Quello di Philip Island era il primo match point di Marquez. Vuol dire che Marc è arrivato qua con una speranza di vincere il Mondiale in anticipo. E invece se ne va con un vantaggio ridotto di 25 punti, da 43 a 18 con ancora due gare da disputare…  Per colpa di una strategia sbagliata. Assurdo. Psicologicamente è meglio perdere 25 punti per colpa della squadra, piuttosto che per colpa tua,  ma ora arriva la fase calda e tutto sta a vedere come reagirà Marc. E se questo episodio a fine stagione valesse il Mondiale? Lorenzo è già pronto a scrivere la sua biografia dal titolo "Pensa se non lo avessero squalificato"...

 

 

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