Per il resto si confermano le soluzioni tecnologiche mutuate dal mondo auto già testate sulla versione standard: avantreno con quadrilatero deformabile e ruote interconnesse, pedana piatta (Metropolis è l’unico triciclo ad averla), vani sottosella comunicanti, smartkey, fanaleria con tecnologia LED e Daytime Light Running. Il motore è l’ormai noto monocilindrico quattro tempi di 399 cc, capace di 37,2 CV (27,4 kW) a 7.250 giri e 38,1 Nm a 5.500 giri: il più potente quattrocento in circolazione.
PESCE FUOR D’ACQUA? NON PROPRIO
Se nel traffico cittadino avere due ruote all’anteriore significa maggiore sicurezza e un ingombro leggermente maggiore rispetto ad uno scooter tradizionale (lo abbiamo verificato durante il nostro test della versione “base”), entrare in pista con un tre ruote vuol dire resettare alcuni parametri. Primo tra tutti l’impostazione della curva. Negli stretti tornantini del kartodromo il Sagittario, ci troviamo così ad anticipare molto la fase di ingresso, facendo correre il Metropolis Sport in percorrenza. Il sottosterzo, specie in una situazione estrema come quella della pista, è evidente, come del resto avevamo già avuto modo di provare nel nostro speciale test di maneggevolezza dei maxi 3 ruote (qui il video). Così come l’effetto autoraddrizzante dei freni: entrare in piega con l’anteriore leggermente pinzato contrasta l’inclinazione in maniera marcata. Anche il peso (256 kg a secco), non aiuta a staccare un “tempone” tra i cordoli. Ma, come abbiamo detto all’inizio, girare in circuito con un maxiscooter a tre ruote è un po’ una forzatura. Allora perché i vertici Peugeot Italia ci hanno invitato qui per testare la loro ultima novità?
AVANTRENO SALDO!
Perché anche in questo “ambiente estremo” il Metropolis se la cava alla grande e bastano pochi giri, anzi poche curve, per prendere immediata confidenza con un mezzo così particolare e “diverso” per il motociclista medio. Sull’asfalto ancora umido - ha finito di piovere da pochissimo - la sensazione di stabilità è molto elevata. Il ginocchio accarezza i cordoli alla svelta (solo la posizione in sella, naturalmente inadatta alla guida sportiva, ci pone qualche limite) e sentiamo di poter forzare la piega fino al limite sin da subito (guardate le foto): lì davanti ci sono due saldi punti d’appoggio a terra e anche se spalanchiamo il gas in uscita a scooter ancora inclinato, sentiamo solo pattinare un po’ il posteriore, mentre l’avantreno mantiene preciso la traiettoria.
FRENATA PARTICOLARE E SENZA ABS, MA SEMPRE SICURA
Certo in pista bisogna fare l’abitudine alla frenata combinata (con la leva sinistra e con il pedale si attivano sia le pinze anteriori, sia la posteriore), ma su strada (l’abbiamo provato anche nel traffico, ovviamente…) la resa è buona e l’assenza dell’ABS si avverte solo nelle inchiodate più brusche, ma anche in questo caso il ripartitore di frenata tende a far bloccare il posteriore prima dell’anteriore. Ma arrivando anche al bloccaggio di tutte tre le ruote, se lo scooter non è inclinato, è quasi impossibile cadere, perché davanti c’è tanto appoggio.