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06 January 2014

Omicidio stradale: da quest'anno potrebbe diventare reato

Risarcimenti più rapidi e pene più severe, con lo scopo principale di velocizzare le procedure burocratiche e sanzionare chi provoca incidenti mortali, soprattutto se il guidatore non è nelle condizioni che garantisano la sicurezza altrui

Omicidio stradale: da quest'anno potrebbe diventare reato

Il 2014 parte con la speranza di una maggiore tutela per noi motociclisti che, spesso, ci troviamo vittime di incidenti stradali per colpe altrui: molte volte, la causa è la distrazione degli autisti, in particolari di quelli che si sono messi alla guida pur non rispettando le condizioni necessarie: assunzione di alcol e sostanze stupefacenti in primis. Questa volta, quindi, l’attenzione è rivolta a tutti quelli che, come motociclisti, ciclisti e pedoni, vengono definiti “utenti deboli” della strada, considerando che la maggior parte degli incidente in Italia avviene sulle strade urbane: ne avevamo già parlato qui.

 

NUOVO REATO E PROCESSI ACCELERATI

Il governo, infatti, dovrebbe introdurre il reato di omicidio stradale, con un disegno di legge annunciato per la fine di gennaio: l’interesse sarà rivolto alle condanne e alle sanzioni per i guidatori che provocano incidenti mortali. Altre norme, invece, verrano proposte per diminuire i tempi dei processi, che, talvolta, arrivano a durare qualche anno, con lo scopo, inoltre, di accelerare i tempi dei risarcimenti economici.

 

I DATI

La necessità di introdurre il nuovo reato deriva dallo studio dei dati e delle statistiche diffusi dalla polizia. Nei primi dieci mesi del 2013, infatti, sono state oltre 18 mila le denunce per guida in stato di ubriachezza e più di mille quelle per guidatori sotto l’effetto di stupefacenti. Ecco cosa ha dichiarato Umberto Guidoni, segretario dell’Ania: “È necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi. Siamo convinti che nei casi in cui ci si metta alla guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro o sotto l’effetto di droghe, si debba configurare l’ipotesi di dolo eventuale del conducente, per la gravità sociale, umana ed etica di certi comportamenti che provocano incidenti stradali. E sicuramente non si può più permettere che certi episodi restino impuniti”.

 

REVOCA DEFINITIVA

La minaccia maggiore sarebbe la revoca definitiva della patente per chi provocasse un incidente mortale senza essere nelle condizioni che garantiscano la sicurezza degli altri utenti della strada. In questi casi, verrebbe eliminata qualsiasi possibilità di ottenere una nuova licenza di guida. Per quanto riguarda la condanna, il giudizio si basa sul reato di omicidio colposo e dipende dalle condizioni del guidatore: potrebbero esserci fino a dieci anni di pena per i casi più gravi come lo stato di ebbrezza o l’assunzione di droghe. Anche il comportamento post-incidente giocherà un ruolo fondamentale, dato che è prevista una pena maggiore per chi non si facesse carico delle proprie responsabilità, tra cui l’obbligo di soccorso.

 

Noi di Motociclismo, che più volte ci siamo battuti sul tema della sicurezza (è recente il dibattito sull’utilità del casco in seguito all'incidente di Schumacher: Ma davvero c'è bisogno di un dibattito per stabilire che il casco è utile? crediamo proprio di no), ci auguriamo che il nuovo decreto venga approvato il prima possibile, con la speranza di sentirci sempre più tutelati in sella alle nostre due ruote.

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