Alla fine di novembre del 1951 viene presentata al Salone londinese la nuova Dominator Model 88 (la cifra indica la velocità massima, oltre140 km/h) che con la precedente ha in comune il solo motore. La moto affascina soprattutto per il telaio, identico a quello delle mitiche Manx da competizione. Oltre al telaio, la Dominator 88 eredita dalla Manx anche la speciale Roadholder che rispetto a quella della Model 7 ha i gambali un poco più corti, sempre con gli ammortizzatori interni idraulici a doppio effetto. Dalla fine del 1955, la Dominator 88 ha cambiato nome in Dominator 88 De Luxe ed è stata affiancata da una versione analoga, ma con il motore portato a 596 cc, ottenuti maggiorando la corsa (da 66 a 68 mm) e l’alesaggio (da 72,6 a 82 mm).
La nuova 600 viene siglata Model 99 (ciò significa una velocità di oltre 158 km/h), ma essenzialmente l’architettura e la meccanica non cambiano rispetto alla 88. Sono comunque diversi il carburatore, maggiorato, l’albero a camme, tipo Daytona, ed il rapporto di compressione fissato a 7,4:1. Poco dopo arriva la modifica a due Carburatori per la versione SS, offerta con sovrapprezzo anche per le Dominator 88 e 99 Standard. Nel 1960 il magico telaio Featherbed è leggermente modificato ed acquista il nome di “Slimline” (linea stretta) per distinguerlo dal precedente “Wideline” (linea larga). Alla fine del 1960 la cilindrata sale a 650 cc (alesaggio per corsa 68x89 mm, cilindrata 647 cc, potenza max 49 CV a 6.800 giri). Due anni dopo viene presentata con il motore portato a 750 cc tramite l’aumento dell’alesaggio con potenza di ben 52 CV e questa versione prende il nome di Atlas. Uscito di scena il 600 cc, le Dominator 500 e 650 restano in produzione ancora per alcuni anni, quando sono sostituite nel 1968 dalla nuova Commando 750. Da allora la Dominator è rimasta in surplace, fino ai giorni nostri, quando è arrivato il
nuovo modello.