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Non sono portato per l'off road

Non ci sono nato tagliato, non c'è niente da fare. Poi mi spaventa: preferisco una piega in pista a 200 km/h che passeggiare in un campetto a 30 km/h. Pazienza. Poi tanto Cairoli c'è già

Non sono portato per l'off road

Per averci provato c'ho provato, non è questo il punto. Ho iniziato da piccolo, 14 anni. Andavo a girare in una pista da cross con un motorino che con il cross non c'entrava niente (il Benelli Mini Bike). Però mi divertivo. Facevo anche i salti (i saltini), ero lento come la messa, ovviamente, ma questo è un dettaglio. Tanto poi un giorno sarebbe arrivato un grandissimo crossista a sistemare le cose. E non si chiama Ballerini ma Cairoli. Ho la coscienza a posto.

Poi a 16 anni ho pure preso una 125 da enduro (questa), ma solo perché era di moda. Infatti nei campi ci sono andato solo una volta, il resto tutto su asfalto. La mia passione, l'asfalto.

 

SOGNAVO LA DAKAR

Poi mica è finita lì. Fine '80 ho pure preso la mitica Ténéré (vedi gallery), e sono andato in Algeria a trovare quelli della Dakar. Poi ci sono tornato anche due anni dopo, viaggio organizzato, e ho fatto anche un sacco di piste, ghiaia, tole ondulee, fesh fesh, sabbia. Ero così preso che queste cose me le sognavo. Ma se devo dire che mi sentivo a mio agio con le ruote lontane dall'asfalto, beh: no. Sullo sterrato mi sono sempre sentito un ospite, e tra l'altro in balia della moto, situazione poco rilassante.

 

MEGLIO CADERE A 30 O A 120 KM/H?

Dipende. La mia idea è che se cado a 30 km/h in fuoristrada - e in fuoristrada non è che mi può capitare, sono sicuro di cadere - mi rompo qualcosa; se cado a 120 km/h in pista al massimo mi sbuccio un gomito. Certo, è una mia idea, ma ormai sono troppo vecc… adulto perché qualcuno me la faccia cambiare. Il punto è che se mi succede in piega in pista, una scivolata, in pratica sono già sdraiato, non do alcuna botta ma scivolo sullo spazio di fuga. E le tute di oggi proteggono alla perfezione. Se cado sulla terra, mi infosso lì e sicuro che mi rompo qualche osso.

 

IL GIORNO DOPO È ARRIVATO CON UN BRACCIO INGESSATO

Adesso vi racconto la mia esperienza con il cross. Eravamo a Reggio Emilia e con noi collaborava un crossista, tra l'altro bravissimo anche in pista (quella asfaltata). Allora parla e riparla costui mi convince di andare a girare in un campo da cross: "Guarda - dico io - mi piace molto l'idea, però sono sicuro di farmi male". "Mavalà - risponde lui - io sono anni che vado e non mi sono mai fatto niente". Allora ci mettiamo d'accordo, due giorni dopo mi avrebbe accompagnato in pista, si prospettava un bel pomeriggio emozionante su un campetto da cross. Beh, lo sapete già: il giorno dopo mi arriva ingessato, tra l'altro come nelle barzellette, con un braccio bloccato come se dovesse abbracciare una signorina. Fine della mia carriera di crossista. Ha detto: "Ho preso un sasso in una discesa, non mi era mai capitato". Certo, ma lo strano è che non ti eri rotto niente prima.

 

LA TEORIA SI IMPARA E FUNZIONA

Allora: Beppe Gualini è istruttore della scuola di fuoristrada BMW. Eh, niente, un bel giorno  ci invitano a seguire un corso. Capirai, Beppe, giusto perché ormai lo conosco, ma fare del fuoristrada con lui è come cantare Dream On davanti a Steven Tyler, un imbarazzo infinito. Fa niente, supero le barriere psicologiche e nel campetto attrezzato BMW eseguo gli esercizi che mi dice. Devo dire che le cose funzionano, le curve nell'off road si fanno bene, si va tranquilli anche sui terreni in pendenza trasversale (longitudinale è facile), quelli dove sei sicuro che la ruota davanti scivola giù e tu dai una dentata sulla terra. Il segreto è fare esattamente come dice lui, usare non tanto il gas e i freni, che quello è più facile, ma le pedane, che vanno caricate - quella destra o quella sinistra - a seconda della situazione, pendenza, curva, derapata...

 

METTI UN GIALLINO SUL MANUBRIO PER RICORDARTI

Il problema è che per me spingere la pedana destra o sinistra, quella a monte o a valle, non è per niente spontaneo. Devo pensarci. Allora, le comiche! Arrivo in curva e mi dico: "Aldo, calma. Curva a destra, peso sulla pedana sinistra. Busto in avanti, un pelo di gas... Taac. No, 'spe', era sulla destra o sulla sinistra? Beppeeee!". Insomma, quando ci azzeccavo le cose funzionavano, ma per capire ci mettevo mezza giornata. Però sono convinto che con un bel po' di allenamento qualche risultato alla fine sarebbe saltato fuori, del resto se uno è portato per le cose che si muovono, biciletta, pattini, surf, sci, snowboard, auto... alla fine qualcosa salta fuori. Certo, da come buttava non sarei diventato un drago, questo sicuro.

 

ORA HO ABBANDONATO L'IDEA DELL'OFF ROAD

Oggi la mia carriera di principino dei rally ha subito una battuta d'arresto. Non solo perché non ho più avuto occasione di guidare una moto con le artigliate, ma perché ho proprio accantonato l'idea. Poi magari un giorno, nella seconda giovinezza (o terza), la ritirerò fuori. Per ora lascio fare a chi sa fare, e nella gallery vedete qualche talento. Ah, tra l'altro ho ripescato proprio ora le foto della giornata con Gualini. Sono quello dall'elegante completo integrale blu, a vedere sembro pure capacino. Capacino non è capace. 

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