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MotoGP Australia: “che disastro la Bridgestone e il team HRC”

Dopo la rocambolesca gara del Motomondiale a Phillip Island, nel consueto sondaggio del lunedì vi abbiamo chiesto un’opinione a caldo sull’operato del gommista, della direzione gara e dei team. Senza dimenticare la spallata a 250 km/h tra Lorenzo e Marquez…

Motogp australia: “che disastro la bridgestone e il team hrc”

Se esiste un colpevole per quanto è accaduto domenica scorsa a Phillip Island durante il sedicesimo Gran Premio della stagione, il nostro pubblico non ha dubbi: è la Bridgestone. L’83% dei 604 votanti attribuisce al gommista giapponese la responsabilità per aver sottovalutato il rischio di inadeguatezza delle gomme nonostante la gara Superbike corsa a inizio anno tra le mille difficoltà della stessa Pirelli. Tra quelli “contro” il colosso nipponico, c’è anche chi lancia un’accusa più grave: Bridgestone non investe sullo sviluppo delle gomme (e quindi sulla sicurezza dei piloti) perché c’è un regime di monopolio che le garantisce, per l’appunto, la maxi commessa di pneumatici a prescindere da tutto. Solo il 17% degli intervenuti sposta il problema dalla gomma alla pista: se Phillip Island è stata riasfaltata con un asfalto simile a carta vetrata, cosa si può imputare alla povera Bridgestone?

 

IL PROBLEMA? NON SOLO BRIDGESTONE, MA ANCHE LA DIREZIONE GARA

Anche la direzione gara è nell’occhio del ciclone, e non certo per le questioni meteorologiche di quest’oggi a Motegi… La scelta della formula di gara fatta in Australia è stata condivisa da meno di 2 persone su 10. Senza arrivare agli eccessi di chi avrebbe annullato del tutto il GP (6,5%) o di chi avrebbe messo a repentaglio la sicurezza dei piloti facendoli correre sulla distanza “normale” delle 27 tornate (9%), occorre invece registrare due correnti di opinione largamente condivise. La prima (34%) è che la soluzione migliore sarebbe stata quella di far correre i piloti su due manche distinte da 10 giri ciascuna in stile Mondiale SBK; ma questa proposta, che di per sé appare, ed è, molto sensata, non tiene conto dei palinsesti TV da rivedere e del danno economico che ciò avrebbe prodotto. La seconda (32%) è che la “finestra” di soli due giri per fermarsi, vale a dire il nono e il decimo, era troppo piccola. Con un po’ più di elasticità tutto sarebbe andato liscio.

 

IL CONTATTO A 250 KM/H TRA LORENZO E MARQUEZ FA PARTE DEL GIOCO

Chiamata a rispondere sulla spallata, l’ennesima di questa stagione, tra Jorge e Marc, la maggioranza dei nostri internauti non si è schierata né per l’uno né per l’altro: il 39% degli appassionati ritiene che certi contatti facciano parte delle gare. In particolare, aggiungiamo noi, quando due cannibali (e connazionali) si giocano il titolo della MotoGP. Ma lo spunto più interessante della votazione ce lo servono coloro che si schierano per un pilota o per l’altro. Da una parte c’è un nutrito gruppo (38%) che ascrive le maggiori responsabilità del contatto a Marquez piuttosto che a Lorenzo (21%); dall’altra, però, non può sfuggire il dato, sia pure minoritario, della volontarietà del contatto: secondo il 17% dei votanti Jorge ha centrato Marquez volontariamente, mentre solo il 5%, pur riconoscendo a Marquez una “leggerezza” di guida, ritiene che abbia chiuso la porta in faccia volontariamente al rivale. Manco a dirlo, comunque, il bocciato del week end è il team HRC: per il 72% dei nostri internauti è stato autore di un errore di segnalazione inaccettabile.

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