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Motociclismo sulla Yamaha MT-07 al Giro d’Italia 2014

Come avevamo anticipato la scorsa settimana, invitati dalla Casa dei 3 Diapason, il 25 maggio abbiamo partecipato (in moto!) alla 15esima tappa del Giro d’Italia 2014. Oltre 200 km tra le biciclette, le ammiraglie e “I Disumani”, i motociclisti che fanno da angeli custodi ai corridori. Esperienza coinvolgente, ma non priva di rischi

Motociclismo sulla yamaha mt-07 al giro d’italia 2014

Seguire il Giro d’Italia in sella ad una moto (la Yamaha MT-07, moto ufficiale della Corsa Rosa 2014, trovate il video test qui della nuova bicilindrica giapponese) ad un passo dai ciclisti, impegnati in una tappa da 225 km (1.400 metri di dislivello negli ultimi 25 km): noi di Motociclismo l’abbiamo fatto! Di questa esperienza decisamente particolare vi diamo un assaggio qui, ma approfondiremo l'argomento su Motociclismo cartaceo: non perdetevi i prossimi numeri.

 

LA CONOSCENZA CON “I DISUMANI”

La sera prima della tappa (la numero 15, da Valdengo a Plan di Montecampione) abbiamo cenato insieme ai motociclisti (“I Disumani”, si chiamano così tra di loro, ndr) che accompagnano la carovana del Giro, gruppo del quale avremmo fatto attivamente parte il giorno dopo, in sella alla nuova bicilindrica Yamaha. Quei 30 motociclisti, che ogni giorno percorrono i km della tappa (e anche qualcuno di più) con i corridori, sono l’anima del Giro. Le telecamere talvolta li inquadrano, ma la loro presenza, in TV, appare marginale rispetto a quella dei beniamini in sella alle bici. Invece, se non ci fossero loro, la vita dei ciclisti sarebbe davvero dura…

 

MOTOCICLISTI/CICLISTI ESPERTI E APPASSIONATI

Questi 30 uomini in sella alle Yamaha sono prima tutto grandi appassionati. Sia di biciclette che di moto, naturalmente. Perché per tutte e 21 le tappe del Giro si fanno un… in quattro per agevolare la vita dei ciclisti. Tra di loro c’è qualche nuova recluta, un paio, ma gli altri ormai lo fanno da diversi anni. A coordinarli ci pensa Vito Mulazzani, un passato da pilota di moto, che vanta la bellezza di 44 presenze da motociclista al Giro d’Italia. Grazie alle sue indicazioni tutti “I Disumani” possono lavorare al meglio per garantire la sicurezza dei ciclisti (ma anche del pubblico che li osserva al bordo della strada). Ecco che c’è chi si occupa di mettere le fettucce nelle rotonde prima che arrivino i ciclisti, chi indica la direzione con le bandierine rosse, chi, in coppia sulla moto, segnala con le tabelle il ritardo dai fuggitivi, e persino chi porta una cassa di borracce viaggiante per i ciclisti. I motociclisti sono sempre in contatto l’uno con l’altro attraverso le radio.

 

ANCHE NOI UN PO’ “DISUMANI”

Alla domenica mattina, con la partenza della tappa prevista per le 11,10, tutti giù dal letto presto: il ritrovo è alle 7,00 nel ristorante dell’albergo per la colazione. Il tempo di mangiare qualcosa e ci avviamo in auto verso la partenza della tappa, a Valdengo (BI), poco distante dal nostro albergo di Biella. Una volta scaricata la moto dal furgone e fatto il pieno, il tempo di ultimare le formalità e sarà la volta di partire. La nostra MT-07 ABS “Rosa” è immacolata: si tratta della moto che Yamaha tiene di riserva nel furgone che segue il Giro, sempre pronta nel caso ci fosse qualche caduta o inconveniente tecnico alle altre 30 MT-07 dei motociclisti. Percorrerà con noi i primi km della sua vita, e noi con lei i primi km tra la carovana del Giro d’Italia.

Quando è il momento della partenza siamo un po’ tesi: percorreremo il km 0 a pochi metri dal gruppo dei ciclisti, in una sorta di parata per le vie di Valdengo, prima che la corsa vera e propria prenda il via (guardate qui la gallery). Sguardo avanti, ma occhi puntati anche negli specchietti, per osservare il gruppo che, lentamente, si avvia alle nostre spalle.

 

FINITO IL KM 0: SI PARTE!

Vito Mulazzani, al nostro fianco alla partenza, ci indica che è il momento di dare gas e posizionarsi avanti al gruppo: la 15esima tappa del Giro è partita! Da questo momento in poi dovremo tenere la testa della corsa, precedendo i ciclisti di qualche minuto, così da stare con le moto della Polizia di Stato, le auto dell’organizzazione ed i motociclisti che aprono la strada alla carovana. Per 6 lunghe ore, saremo a stretto contatto con gli angeli custodi dei corridori: “I Disumani”!

 

SEMAFORI, LIMITI, PRECEDENZE: NULLA!

Da un certo punto di vista questo sarebbe un sogno per chiunque: guidare su una strada dove non c’è da pensare a niente, se non dove mettere le ruote. Così, con un po’ di confusione in testa, abbassiamo la visiera e ci lanciamo in questa tappa che sembra un videogioco (un po' pericoloso). Si tiene la sinistra (la corsia), non ci si ferma ai semafori, si prendono le rotonde “contromano”. I limiti? Semplicemente non esistono, o meglio, sono quelli imposti dal proprio buonsenso. Perché si passa tra la gente, ci sono i bambini, non è una passeggiata (per l'appunto nella tappa del giorno prima una moto della Rai ha investito un volontario della Protezione Civile). Ma c’è da arrivare a quella rotonda, a quello spartitraffico prima dei 200 ciclisti, si deve segnalare esattamente il passaggio, non si può aspettare. Così ti trovi nel centro abitato a velocità da autostrada, magari di fianco ad un agente della Polizia Stradale in moto! Lo sbigottimento continua.

 

IL PUBBLICO, I BAMBINI, IL TIFO: EMOZIONI

Quando abbiamo preso ormai confidenza con le strane (inesistenti) regole della strada, riusciamo anche a goderci un po’ il paesaggio, la gente e la sfrenata attesa degli eroi in bicicletta. Anche se al nostro passaggio di ciclisti non se ne vede nemmeno l’ombra (li precediamo di alcuni minuti), la gente applaude, i bambini salutano e ci sentiamo un po’ eroi (e “Disumani”) anche noi.

Le 6 ore in moto passano, tutto sommato, piuttosto velocemente e dopo tante rotonde, segnalazioni e accelerate ci ritroviamo in vetta a Plan di Montecampione (BS), dove vince, tra l’altro, l’italiano Fabio Aru. Quando anche l’ultimo concorrente è arrivato, i motociclisti ripartono verso fondovalle, pronti per dirigersi verso Ponte di Legno, dove prenderà il via la tappa numero 16. Altro tempo in sella, altri km da percorrere. La loro giornata è tutt’altro che finita, e presto ne comincerà un’altra. Sono loro, “I Disumani”.

 

 


 

 

 

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