Partireste per una maratona nel deserto nonostante il dottore vi abbia detto che il vostro cuore ha bisogno di riposo? No. Perché correre il rischio con una moto? Il cuore della moto va attentamente “auscultato” prima di procedere con l’acquisto e, come già consigliato, bisogna iniziare le verifiche a propulsore freddo.
Mettete il motore in moto e ascoltate il suono emesso dal motorino d’avviamento: non devono esserci rumori metallici, stridii o altri suoni molesti. Il motore deve partire semplicemente, senza fatica, altrimenti le cose si mettono al peggio. Verificate con attenzione il comportamento del motorino d’avviamento non appena il motore si è messo in moto: sentite che questo continua a girare per qualche istante anche dopo che avete mollato il pulsante? Significa che il suo alberino non ritorna in sede in maniera appropriata e, alla lunga, si romperà. A motore in moto perdete qualche istante per verificare il rumore prodotto dal suo funzionamento: se sentite strani rumori, soprattutto metallici, vi trovate davanti ad un motore con dei potenziali gravi problemi. Fate qualche domanda al venditore, ma è plausibile che le sue risposte, magari forvianti o poco precise, vi faranno ripensare sull’acquisto, molto meglio così.
Provate a effettuare delle brevi accelerazioni, il motore dovrà prendere i giri regolarmente e perderli in maniera lineare senza vuoti o allunghi che potrebbero essere dovuti a problemi di carburazione. Muovendo lo sterzo a motore acceso è importante verificare che questo non modifichi il suo regime di minimo, altrimenti ci troviamo davanti ad un piccolo problema ai cavi dell’acceleratore, cosa non grave da sistemare ma che potrebbe rivelarsi pericolosa durante la prova del mezzo. Verificate che, rilasciando l’acceleratore, esso ritorni in posizione di minimo senza scatti o blocchi, spesso questi sono causati da un errato passaggio dei cavi o alla loro usura. Chiedete al proprietario quanto tempo è passato dall’ultimo cambio olio, e che tipo è stato usato, solo dopo verificate il livello e il suo colore - solitamente esiste un oblò spia oppure un tappo con un’asta molto simile a quella delle automobili. Un colore nero indica un olio vecchio, una tonalità ambrata invece un lubrificante recente. Il peggiore è quello che presenta una patina bianca che indica un olio miscelato ad acqua. L’acqua può entrare nel circuito di lubrificazione per due motivi: per infiltrazione dovuta all’usura di un paraolio o di una parte mobile, cosa molto grave, oppure per condensa infiltrata da uno sfiato, generalmente dalla cassa filtro.
È molto semplice individuare in quale dei due casi ci si trova, se scaldando il motore per qualche minuto questa patina bianca, molto simile alla schiuma del cappuccino, non scompare ci troviamo davanti al primo caso, quello che mette a rischio la lubrificazione del propulsore, altrimenti si tratta di condensa. Cercate il tappo del radiatore e, a motore freddo, verificate il livello del liquido refrigerante. Naturalmente deve trovarsi all’orlo e nell’ipotesi che non lo sia è il caso di dare uno sguardo al colore dei gas di scarico per identificare un potenziale problema alla guarnizione della testa. Una guarnizione della testa rovinata produce delle infiltrazioni di liquido refrigerante all’interno della camera di combustione e la sua riparazione è abbastanza onerosa. È possibile accorgersi di questo problema se a motore caldo i gas di scarico assumono una tonalità biancastra. I gas di scarico della moto devono essere invisibili, se sono di una tonalità bluastra significa che il motore consuma parecchio olio. Potrebbero esserci le fasce dei pistoni consumate o, se si è più fortunati, i gommini di tenuta delle valvole usurati. Entrambi questi problemi richiedono l’intervento di un meccanico specializzato e, in caso decidiate di acquistare il veicolo, preparatevi a pagare il suo lavoro profumatamente; forse è molto meglio visionare un altro mezzo, non arrendetevi.
Consiglio pratico:
Controllate il basamento del motore, soprattutto le parti soggette a tenuta da guarnizione perché potrebbe esserci una perdita. Un “trafilaggio” può essere dovuto a una guarnizione consumata, ma può invece anche trattarsi di un problema diverso, come ad esempio una vite che non può essere più stretta a seguito della rottura del filetto della sua sede. Se avete dubbi chiedete al proprietario.