Enduro racing, anche per amatori
Questa specialità del fuoristrada è molto diversa dal Cross: non si disputa in circuito, ma su sterrate, mulattiere, sentieri, greti di fiume, spiagge, pietraie... Insomma, su tutto ciò che non è asfaltato! Le gare sono molto dure, lunghe anche 250 km al giorno. Pur essendo anch’esso molto faticoso, l’enduro non richiede il fisico esplosivo dei crossisti, ma è spesso più una questione di testa ed esperienza: inoltre, è possibile praticarlo a livello amatoriale, per contemplare i paesaggi senza dover correre a tutti i costi, per cui è praticato da persone di tutte le età. Tuttavia, le moto sono quasi identiche alle Cross, salvo alcune differenze: intanto sono omologate per circolare su strada e dotate di targa e fanali; poi, sono addolcite nelle sospensioni e nell’erogazione del motore, per poter avere la massima trazione su salite molto viscide e piene di ostacoli (pietre mobili e fisse, gradini, radici, fango). Il cerchio posteriore è da 18”. Le Enduro racing hanno, sostanzialmente, la stessa ciclistica e lo stesso assetto, qualsiasi motore vi sia montato: si usano monocilindrici due tempi da 50 a 300 cc e quattro tempi da 125 a 570 cc (con l’eccezione della solita Aprilia a due cilindri da 450 e 550 cc), con pesi tra i 90 e i 125 kg. Si tratta di una specialità tipicamente europea, ma Honda, Yamaha e Kawasaki realizzano moto specifiche derivate dalle loro cross. Vi sono impegnate le Case specializzate nel fuoristrada: KTM, Husqvarna, Gas Gas, Sherco, Fantic, TM, Husaberg, Beta, ma c’è da registrare l’ingresso di Case come BMW, Benelli e Rieju. Su strada si guidano male: le loro selle sono troppo scomode, bisogna fare attenzione in curva e frenata per via dei pneumatici tassellati, i loro motori richiedono manutenzione assidua e non gradiscono i lunghi tratti a regime costante ed elevato. Raramente sono omologate per il passeggero. Nei rally, che si disputano su chilometraggi più lunghi e su tracciati più scorrevoli, si usano Enduro racing, o Dual sport.