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La Moto Guzzi V7 II Stornello vola in alto

La “piccola” di Mandello in versione scrambler rispolvera un nome storico del Marchio: in definitiva è una piacevole stradale con un look evocativo, con un bel carattere e l’esclusività di una produzione numerata. Il nostro test su strada, le foto, il prezzo

La tradizione si rinnova

Tornando da Mandello del Lario passo a trovare i miei genitori. Mio papà -che ha vissuto la gloriosa era della Regolarità, ma che oggi non segue il mondo delle moto- mi domanda più per cortesia che per vero interesse che moto abbia provato oggi. “La Moto Guzzi Stornello” rispondo, pur sapendo che non ha la più pallida idea di che cosa sto parlando. Gli vedo illuminarsi gli occhi e allargarsi un sorriso sul suo volto. “Ah, bella motoretta! La rifanno ancora? Mi ricordo che ci andavo a scuola e al fiume, d’estate…”. Ovviamente ha in testa la motoleggera degli anni Sessanta, che la Guzzi produsse nelle cilindrate 125 e 160 cc (qui la foto). Oggi è tutta diversa -gli spiego- bicilindrica, 750 cc, con una spiccata attitudine stradale nonostante l’aspetto da scrambler e bella facile da guidare. All’inizio rimane allibito -una settemmezzo, addirittura!- ma poi conviene che anche la Stornello della sua gioventù era così: una stradale con lo scarico alto, non impegnativa e divertente.

Entry-level… di alta gamma

E infatti la V7 II Stornello, presentata a Eicma 2015, alla fine, non è altro che uno dei kit proposti per la entry-level di Mandello -quello scrambler, appunto - prodotto di serie e in tiratura limitata di mille esemplari. E diventa, nella gamma V7 II, il modello di punta, arrivando a costare 10.670 euro indicativi c.i.m. Che, ne conveniamo, non sono pochi per una moto d’accesso, ma sono comunque circa 500 euro in meno di quanto costerebbe una V7 II con il kit scrambler. In più questa ha anche il telaio rosso e una grafica dedicata, che da replicare su una V7 II standard avrebbe un prezzo ancora superiore.

Amichevole, ma le sospensioni…

Come va? L’abbiamo guidata sulle strade (asfaltate e non) delle montagne sopra Mandello (qui le foto) e, in sostanza, si comporta come la V7 Special da cui deriva: leggera, maneggevole, ben frenata. La sella è bassa da terra, così da non intimidire nemmeno i neofiti. L’ergonomia è compatta, ma nemmeno io che supero il metro e ottanta d’altezza mi trovo costretto in una posizione scomoda. Se proprio devo trovarle un difetto, punto il dito sulle sospensioni: la forcella ha una buona scorrevolezza e una discreta escursione, gli ammortizzatori invece sono più secchi e arrivano presto al fondo corsa. Non sto parlando della guida in sterrato -la Stornello digerisce strade bianche e nulla più- ma delle irregolarità più pronunciate dell’asfalto (buche e dossi), che non sono filtrate a dovere.

Bicilindrico brioso

Bello invece il motore. Con 46 CV dichiarati non possiamo parlare di forti emozioni, ma di carattere sì. Che è enfatizzato dallo scarico realizzato in collaborazione con Arrow. Innanzitutto il sound è vivace e appagante; e poi il due-in-uno con silenziatore alto regala una più pronta risposta alla prima apertura del gas. Nulla di esagerato, ma nell’apri/chiudi si avverte una più rapida tendenza a prendere giri. Roba da perdere il controllo? Certo che no! Anche perché c’è il controllo di trazione -escludibile- e, sempre sul fronte sicurezza attiva, anche un efficace impianto ABS. Mi piace, questa Stornello. E penso che piacerebbe anche a mio papà, che non guida una moto da anni. Ma con la sua facilità di guida, il suo bel carattere e soprattutto la sua estetica, è capace di conquistare giovani (io) e vecchi (mio papà) motociclisti.
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