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08 May 2013

Moto Guzzi Sport 14: arte dell’avviamento

Avete presente il mitico “minimo Guzzi” dei monocilindrici orizzontali di Mandello? È un battito pulsante, lento ma inarrestabile, una voce che parla al cuore e all’anima. Ma prima il motore col volano “affetta salame” va avviato. Ecco come si fa

Moto guzzi sport 14: arte dell’avviamento

Le Moto Guzzi sono famose e amate per mille motivi, ma di sicuro per il fatto di essere moto viscerali, sanguigne e cariche di personalità. Personalità tecnica (specie in passato), ma soprattutto quel qualcosa di impalpabile che le fa sembrare quasi vive. Il motore che, prima dell’avvento del V2 trasversale, ha caratterizzato e simboleggiato la produzione di Mandello è il monocilindrico orizzontale raffreddato ad aria. Con questo tipo di propulsore, dal 1921 al 1976 sono state equipaggiate Moto Guzzi stradali, da corsa (e quanti titoli vinti…), di piccola e grande cilindrata, utilitarie, sportive o turistiche, civili o militari, il mitico motocarro Ercole e persino l’antesignano degli scooter a ruota alta, l’altrettanto mitico Galletto. Ovviamente non si trattava dello stesso motore per tutti i modelli, ma il concetto tecnico sì e anche alcune inconfondibili caratteristiche tecniche, come il volano esterno (simile alla “ruota” delle affettatrici Berkel e quindi detto “affettaprosciutti”) o il funzionamento che privilegiava i bassi regimi. Bassi e bassissimi, tanto che i mono lariani riuscivano a raggiungere regimi quasi impossibili al minimo, con un pulsare e un sound unici, non a caso ribattezzati “minimo Guzzi”. Non vogliamo qui calarci in un’approfondita disquisizione tecnica, piuttosto far provare a chi non ne ha mai avuto l’occasione, questa emozione impagabile. Meglio dal vivo, ovviamente, ma anche un video può far capire molto.

 

NESSUNA COSÌ IN BASSO

In questo caso vediamo una bella Moto Guzzi Sport 14 (1929, 500 cc: una maxi, per l’epoca) mentre viene avviata e mentre gira a regimi da “respiro umano”. Stiamo parlando di un minimo di 100 giri/min (CENTOGIRIALMINUTO)! L’avviamento non è cosa semplice, il video lo fa ben capire. Serve una procedura complessa che è quasi una cerimonia: aprire i rubinetti dell’olio e della benzina, azionare il “cicchetto” del carburatore Amac, ritardare l’anticipo e chiudere l’aria, far fare un giro al motore con l’aiuto dell’alzavalvola (uno dei vari comandi sparsi per il manubrio, tra leve e manettini) per riempire di miscela la camera di combustione, fermare il pistone al punto morto superiore e infine dare il fatidico calcio alla pedivella. Se tutto è fatto a regola d’arte il motore prende vita. Ma non succede proprio sempre, specie a chi non è esperto di motori d’epoca.

Godetevi il video

 

 

 

CARTA D’IDENTITÀ

Moto Guzzi Sport 14, 1929. Motore monocilindrico orizzontale di 498,4 cc, raffreddamento ad aria, distribuzione a 2 valvole comandate da aste e bilancieri (molle scoperte); potenza massima dichiarata 13,2 CV/3.800 giri, velocità massima dichiarata 95 km/h (in realtà poco più di 80...); cambio a 3 marce con comando a mano. Forcella a parallelogramma, retrotreno rigido. Costruita dal 1929 al 1930 in 4385 esemplari. Costava 6.250 lire, ora per portarla a casa servono almeno 15.000 euro (ma non è raro sentirsene chiedere il doppio...).

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