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10 February 2018

Una Guzzi Le Mans MK II si trasforma in un "aereo"

I customizzatori inglesi di Death Machines of London hanno dato vita ad "Airforce", una special dedicata alla nascita di Moto Guzzi. Numerosi gli spunti che arrivano dal mondo dell'aeronautica
1/15 Moto Guzzi Le Mans MK II special "Airforce" by Death Machines of London
Mettendo mano ad una Moto Guzzi Le Mans MK II del 1982 i customizzatori inglesi di DMOL (Death Machines of London) hanno dato vita ad "Airforce", una moto realizzata per celebrare i 130 anni dalla nascita di Giovanni Ravelli (nato a Brescia il 14 gennaio 1887, pilota motociclistico e aviatore italiano, compagno di squadriglia di Giorgio Parodi durante la Prima Guerra Mondiale e, insieme a lui e Carlo Guzzi, ispiratore di quella che sarebbe diventata la futura Moto Guzzi). La special Airforce trae ispirazione appunto dal mondo dell’aviazione, di cui Ravelli è stato uno degli eroi italiani del periodo bellico.

Airforce propone soluzioni che attingono dal mondo dell'aviazione: dalle gomme che richiamano quelle degli aerei di quel periodo, alla lenticolare posteriore ed il forcellone ispirati al mondo dei velivoli, fino all’utilizzo di alluminio battuto a mano. La moto è un tributo all’esperienza del pilota bresciano, prematuramente scomparso in azione nel 1919, e all’influenza che egli ebbe sui compagni di avventura e che trovò esito nella fondazione della Casa di Mandello. Nel 1921, infatti, Parodi e Guzzi fondarono a Genova la "Società Anonima Moto Guzzi", scegliendo come logo un'aquila a ricordo dell'amico scomparso.
La ruota posteriore della special "Airforce"
La Le Mans MK II di partenza è stata ritrovata dai customizzatori inglesi abbandonata in un garage nel sud Italia e subito portata nella loro officina. La carrozzeria era in pessime condizioni, ma il motore funzionava senza grossi problemi. Nonostante ciò i customizzatori sono intervenuti donando al propulsore nuove guarnizioni, cilindri rettificati, nuove teste e un un nuovo carburatore Dell’Orto da 36mm.

Tutte le modifiche apportate sono state effettuate pensando "cosa avrebbe fatto Giovanni?". Il telaio è stato modificato nella parte anteriore (l'inclinazione del cannotto di sterzo portata a 30°) e adotta un nuovo telaietto posteriore. Il forcellone è stato sostituito con un'unità rinforzata che deriva da una Moto Guzzi California. Le ruote sono da 21" e quella posteriore è stata "chiusa" con due dischi di alluminio; le gomme sono delle Firestone originali di quel periodo. La forcella anteriore è quella di un'Aprilia RS 250 opportunamente modificata, il mono posteriore invece è un'unità Hagon. L'impianto frenante può contare su due dischi anteriori in acciaio da 300 mm realizzati direttamente da DMOL morsi da pinze Brembo a quattro pistoncini.
Il jack audio di una chitarra è necessario per accendere la special "Airforce" realizzata dai customizzatori inglesi di Death Machines of London
Molti dei componenti della "Airforce" sono realizzati a mano, ad esempio le manopole, le leve, le pedane e la strumentazione; quest'ultima ha illuminazione regolabile tramite un controller dedicato. Molto particolare la chiave di accensione della moto, che avviene tramite un jack audio di una chitarra.
L'intera carenatura della moto è realizzata in alluminio battuto a mano, soluzione questa che ricorda un bombardiere della prima guerra mondiale. Il cupolino si lega alla perfezione con le linee slanciate del serbatoio, quasi a formare un unico pezzo. Le linee sinuose le ritroviamo anche nella pancia, che va a nascondere i tubi di scarico con terminali tagliati a "fetta di salame". Snello e filante il codino, che integra la luce posteriore. La sella è realizzata in pelle marrone, interamente cucita a mano. 112 i giorni necessari ai ragazzi di Death Machines of London per creare questa special.
Il faro posteriore della Moto Guzzi Le Mans MK II special "Airforce" by Death Machines of London è integrato nel codino
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