Statistiche web

Moto Guzzi Concept V85: onore al passato

All'ultimo Salone di Milano l'apparizione della Moto Guzzi Concept V85 è stata una sorpresa per il suo stile e allestimento "africano". In esclusiva l'intervista a Marco Lambri, il responsabile della linea di questa endurona
1/14 Moto Guzzi Concept V85
È stata una delle moto più apprezzate a Eicma 2017. Attesa da tanto tempo dopo il pensionamento della Stelvio dai guzzisti amanti dell'avventura, la Concept V85 ha catalizzato l'attenzione allo stand dell'azienda lombarda. In attesa di scoprire le tante modifiche tecniche al motore (in Guzzi dicono che è tutto nuovo) abbiamo approfondito con Marco Lambri, che dirige il Centro Design del gruppo Piaggio, le soluzioni stilistiche adottate.
A quale Guzzi vi siete ispirati? Alle V36-65 TT, la serie NTX, oppure alla moto usata da Claudio Torri alla Dakar del 1985?

"Il prototipo presentato a Milano è un’evidente citazione della moto che Torri usò alla Parigi-Dakar, soprattutto nella grafica. Ci sembrava la moto con lo spirito giusto per introdurre il nostro concetto di Classic Enduro".

Perché l'avete definita una “Classic Enduro”?

"La V85 è sicuramente una moto moderna, ma ci piace chiamarla “Classic” perché riprende quei valori che giudichiamo intramontabili, e quindi classici, per ogni motociclista. È una moto semplice nella sua struttura, robusta e facile da usare. Non c’è niente che non serva e riprende lo spirito delle prime enduro degli anni 80, moto con le quali potevi fare qualsiasi cosa: andarci a lavorare, il fine settimana al lago, o la vacanza estiva. La strada non era un problema, poteva essere asfaltata o sterrata e la affrontavi in tutta tranquillità senza sovrastrutture inutili, fonti di ansie e timori, come quelli: ma se la graffio?”.

Avete inserito anche altri richiami, che sono riferiti ad altri modelli Guzzi, e non solo da entrofuoristrada.

"Come dicevo, le fonti di ispirazione non sono mancate. Tuttavia ci sono elementi nello stile Guzzi che si ripetono, evolvendosi. Come l’orizzontalità dell’impostazione, i tre elementi che costituiscono la base di ogni Moto Guzzi e cioè serbatoio, sella e fiancatine laterali, che sono sempre ben riconoscibili, ma soprattutto l’importanza del motore. Poi, il parafango anteriore alto e la scelta di non utilizzare carenature, sottolineano le origini dello stile che sono quelle delle moto da Regolarità. Abbiamo lavorato nel rispetto della tradizione, ma con un occhio al futuro".
Quali difficoltà nel “vestire” una Guzzi da entrofuoristrada?

"L’architettura del motore a V trasversale di 90° impone delle scelte stilistiche radicali. Non è un elemento che può essere nascosto, perché condiziona l’architettura della moto intera e l’ergonomia. Nella parte bassa del serbatoio, sopra il coperchio delle teste motore, abbiamo disegnato due nicchie come se fosse stato il bicilindrico ad averle generate. Il motore Guzzi vincola molto ogni scelta, ma rende la moto unica e riconoscibile da qualunque altra".

Può essere considerata la sostituta della Stelvio?

"No, V85 può svolgere un "mestiere" anche simile a quello della Stelvio, ma nella gamma non va a prendere il posto della 1200".

Come possiamo catalogare la V85? Tra le endurone standard o le grosse adventure?

"Mi chiedo se alcune moto chiamate adventure siano effettivamente delle fuoristrada, o inseguano solo delle mode. Aumentare peso ed ingombri, per una fuoristrada è una contraddizione in termini e V85 non ha niente in più di quello che serve per intraprendere viaggi di qualunque tipo. Se vogliamo parlare di spirito avventuroso, allora sì, V85 è una adventure”.
La V85 apre la strada a una nuova famiglia di Guzzi con il motore "piccolo"?

"Il motore e la nuova ciclistica rappresentano una base sulla quale evolvere un’intera gamma. Le caratteristiche del telaio, costituiscono una piattaforma eccellente per sviluppare altre tipologie di moto. Motore portante, monoammortizzatore e telaio ridisegnato ci consentiranno maggiore libertà e un passo nella direzione di moto più moderne e prestazionali. Ma, per ora, non aggiungerei altro".

Quali riscontri avete avuto dal prototipo mostrato al Salone? Quali modifiche sono state richieste dal pubblico?

"Il riscontro del pubblico è stato molto positivo. Il motociclista esperto come l'appassionato guzzista, ha capito la sostanza della moto e le sue potenzialità, mentre le nuove generazioni di motociclisti ne hanno apprezzato lo spirito, proprio in funzione del recupero di quei valori classici del mondo della moto. Questi sono valori che ai giovani di oggi piacciono tanto. Non sono state richieste modifiche particolari e non ci sono state critiche evidenti. Sicuramente la livrea volutamente estrema, che citava quella delle moto destinate alla Parigi-Dakar, ha suscitato qualche richiesta ulteriore sulla gamma colori definitiva".

Da quanto lavorate al progetto e quanto la moto di serie sarà simile al prototipo?

"Abbiamo iniziato circa un anno fa. Per il Salone abbiamo voluto concederci qualche libertà, ma la moto di serie sarà molto vicina al prototipo presentato. Stiamo lavorando su alcuni dettagli, sulla protezione aerodinamica e sul comfort. Qualche sorpresa, aggiungo positiva, la vedremo nella versione definitiva".
© RIPRODUZIONE RISERVATA