Purtroppo la notizia che nessuno voleva sentire è arrivata: Nicky Hayden si è spento all’Ospedale di Cesena, dopo 5 giorni di ricovero in rianimazione e la lotta per la vita in seguito ad un
brutto incidente sulla SP35 mentre si allenava in bici. Le condizioni del pilota americano erano parse
sin da subito gravi e, a causa delle numerose ferite riportate all'addome e, soprattutto, alla testa, non era stato possibile effettuare alcun tipo di operazione. A date la triste notizia è direttamente l'ospedale, con uno scarno comunicato: "
Il Collegio medico ha accertato il decesso del paziente Nicholas Patrick Hayden, ricoverato da mercoledì scorso 17 maggio nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Bufalini di Cesena a seguito del gravissimo politrauma occorso in quella stessa data".
Kentucky Kid si è spento a 35 anni (ne avrebbe compiuti 36 il 30 luglio), lasciando la fidanzata Jacqueline, i genitori Earl e Rose, i fratelli Roger Lee, Tommy, Jenny e Kathleen, ma soprattutto un vuoto incolmabile nel motorsport mondiale. Da due anni impegnato nel Mondiale Superbike, nel quale correva con il Team Ten Kate Honda, Hayden era divenuto un’icona internazionale del motociclismo dopo aver vinto il titolo iridato in MotoGP nel 2006, ultimo pilota statunitense ad aver conquistato il Campionato del Mondo nella Classe Regina. Un successo che, nel 2015, gli aveva permesso di entrare nella Hall of Fame della MotoGP e di conquistarsi così un posto di diritto nell’Olimpo delle leggende americane come Kevin Schwantz, Kenny Roberts Jr. e Senior, Eddie Lawson, Wayne Rainey e Randy Mamola.
Sempre lontano dai riflettori, Nicky si era distinto per una grande umiltà e si era sempre rivelato disponibile con i fan; era sempre educato, sorridente, rispettato da tutti e considerato un’istituzione sia nel circus del Motomondiale sia in quello della WorldSBK, come dimostrano i numerosissimi
messaggi arrivati dopo l'incidente da parte di colleghi di qualsiasi categoria, età e nazione. Nella sua lunga carriera, Nicky Hayden aveva preso parte a 218 GP nel Motomondiale, conquistando 3 vittorie, 28 podi e 5 pole position; nella SBK invece aveva collezionato 38 presenze con 4 podi ed una vittoria,
nel 2015 in Gara 2 in Malesia.
La dinamica dell’incidente che è costato la vita ad Hayden è ancora al vaglio degli inquirenti (pare che ci sia un concorso di colpa, con Nicky che avrebbe tirato dritto allo stop -
lo mostrerebbe un video - e l'auto che probabilmente procedeva ad alta velocità), ma ora davvero non importa... Il fatto che il pilota statunitense abbia perso la vita mentre si allenava in strada, sulla sua bici da corsa, ha fatto molto discutere e riflettere, soprattutto sulla precarietà della condizione umana e sul paradosso di correre per tutta la vita al limite in moto per poi andare incontro al proprio destino in sella ad una bici, mezzo che parrebbe meno pericoloso. Tuttavia, a parziale, parzialissima consolazione, ci sembra giusto ricordare che Nicky se n’è andato mentre faceva qualcosa che amava.
Facendo seguito alle volontà di Nicky, la sua famiglia ha autorizzato l'espianto degli organi. La salma di Nicky sarà rimpatriata appena saranno sbrigate le formalità burocratiche, raggiungerà Owensboro (Kentucky) dove sarà accolta da una cittadina che piange e onora uno dei suoi massimi rappresentanti con il gesto simbbolico ma significativo delle bandiere a mezz'asta.
Le più sincere e sentite condoglianze alla famiglia Hayden da parte della redazione di Motociclismo.
Fa' buon viaggio, Nicky...