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06 May 2013

Marquez e Rossi a confronto: radiografia della spalla(ta)

Valentino Rossi su Gibernau nel 2005 e Marc Marquez su Lorenzo 8 anni dopo. In comune c’è l’ultimo giro, la Honda contro la Yamaha, due top rider in testa al Mondiale. E la curva 6. Ma equiparare le due manovre è tecnicamente scorretto. Ecco perché

Marquez e rossi a confronto: radiografia della spalla(ta)

 

La più grande differenza tra le due spallate (cliccate qui per la sequenza in gallery) è che Gibernau è consapevole di avere Rossi sul groppone e, al momento della staccata, si tiene al centro della pista, dimezzando lo spazio “utile” a Valentino per sferrare l’attacco. Jorge si porta invece a ridosso della linea bianca esterna, ripetendo così la traiettoria ottimale percorsa anche i giri precedenti, quasi non curandosi della presenza di Marc: all’ultimo giro equivale ad agitare brandelli di carne davanti a uno squalo bianco pensando che quello non attacchi. Insomma una manovra “suicida”. Ma come mai questa leggerezza da un pilota del calibro di Jorge (riconosciuta dal pilota stesso: cliccate qui) ?

 

TUTTO SI DECIDE (ANCHE) ALLA CURVA 6

Non è vero che le due gare si sono decise soltanto all’ultima curva. Se ce n’è stata una altrettanto determinante, quella è la curva 6. Vale a dire il tornantino a destra verso metà pista preceduto da una violenta staccata. Ebbene, qui Rossi (nel 2005) e in particolare Marquez (ieri) arrivano lunghi, con la moto scomposta, e consentono rispettivamente a Gibernau e a Lorenzo di infilarli all’interno e di guadagnare metri preziosi. Ne guadagna di più Jorge, che in quel momento crede - e si sbaglia di grosso - di avere vinto il duello. Ecco perché si limita a chiudere l’ultimo giro pennellando traiettorie perfette ma non “difensive”. Marquez lo “punisce”, anche se Lorenzo nel dopo gara lascia intendere che la manovra non è stata corretta: Jorge ha ragione?

 

PERCHÉ LE DUE SPALLATE SONO REGOLARI

 “Le gare sono le gare”: chi è pro Rossi e Marquez liquida così la questione. Gli altri ribattono che “Senza la sponda, Marc e Valentino sarebbero arrivati lunghi”. Impossibile mettere d’accordo le due fazioni, ma fare qualche considerazione oggettiva sì. La prima è che sia Marquez sia Rossi, senza sponda, sarebbero certamente “andati larghi”, ma avrebbero percorso la curva senza finire nella ghiaia. Questo fattore a nostro parere configura un’entrata al limite ma non irregolare. Come per esempio il contatto Helmut Bradl (padre di stefan) - Cadalora (Misano 1991, Classe 250), uno di quelli più ruvidi, ma leciti: nessun pilota usa l’avversario come sponda per restare in pista (cliccate qui per il video). Viceversa quello di Capirossi su Harada (Argentina 1998, Classe 250) rimane a nostro parere una spallata scorretta: Loris - che infatti finisce in via di fuga nonostante la grande decelerazione garantita dall’impatto con Harada - non avrebbe mai percorso la curva senza la sponda del pilota giapponese (cliccate qui per il video).

 

ROSSI PIÙ “CATTIVO” DI MARQUEZ IN STACCATA

Sicuramente Valentino è più duro di Marquez nella sua “spallata” (cliccate qui per il video), e non solo perché Gibernau “protegge” meglio di Lorenzo la traiettoria. Per prima cosa Rossi, contrariamente a Marquez, lascia i freni a metà staccata. La manovra è ben visibile al replay: nel 2005 la M1 di Rossi risolleva per un istante il cupolino dal parafango (freni leggermente rilasciati) e poi torna ad acquattarsi su una forcella che sembra “a pacco” (freni ritirati con forza). Invece la Honda di Marquez rimane costantemente caricata sull’anteriore, come se la pressione di Marquez sulla leva anteriore fosse sempre rimasta invariata (e altissima).

 

SPALLATE E… GOMITATE

E poi, al momento del contatto, il gomito di Marquez è inequivocabilmente davanti a quello di Lorenzo, mentre non si può dire lo stesso di quello di Rossi su Gibernau...

Ecco, se esiste un regolamento non scritto tra piloti, quello dice che con il proprio avversario Valentino è stato decisamente più duro di Marquez. Ad avvalorare questa tesi, ci pensa lo stesso Gibernau che, a differenza di Jorge, finisce nella ghiaia, dando l’idea di subire un colpo molto più violento di quello inferto ieri da Marquez a Lorenzo. Niente di più sbagliato. Se non avessero ampliato la via di fuga all’ultima curva, Jorge sarebbe certamente finito in ghiaia, perdendo magari anche il terzo posto. Invece deve dire grazie a chi ha ribattezzato (e riasfaltato) l’omonima curva…

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