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“Le cadute a Phillip Island? Più colpa dei piloti che delle gomme”

Bridgestone non ha favorito Rossi né passato virtualmente il testimone a Michelin. Dietro alla tormentata MotoGP australiana ci sono solo le difficoltà date dal clima ostile e la consapevolezza che chi corre in moto deve mettere in conto il rischio. Così è emerso dal nostro sondaggio

“le cadute a phillip island? più colpa dei piloti che delle gomme”

Nove ritiri in gara e un impressionante numero di cadute durante le prove del venerdì e del sabato hanno segnato la MotoGP in Australia: colpa dei piloti o delle gomme? Perché si corrono ancora GP così pericolosi? Il risultato della gara è stato falsato? Possibile che Ducati, Honda e Yamaha non abbiano saputo venire a capo di una situazione, per tutti, a dir poco imbarazzante? Dopo la seconda vittoria stagionale di Valentino Rossi ci siamo interrogati su quanto accaduto in Australia e abbiamo interrogato anche voi attraverso il nostro consueto sondaggio del lunedì.

Ci avete risposto in 629, ecco come.

 

CONDIZIONI TROPPO CRITICHE PER SPERARE DI AVERE POCHE CADUTE

Troppo facile sparare a zero sulla pista o sui piloti o sul gommista: quando accadono certe cose, le responsabilità vanno distribuite in modo equo. Le nostre risposte però fanno pendere la bilancia a sfavore dei piloti, responsabili, a detta dei più, di non essere stati capaci di valutare l’aderenza e di guidare di conseguenza (21%). Colpa loro insomma se sono finiti a terra. Il 18% degli intervenuti punta invece il dito contro Bridgestone, colpevole di aver esposto i piloti a rischi troppo grossi. Tutti gli altri (61%) invece assolvono il Marchio giapponese perché le condizioni ambientali e dell’asfalto, come dimostrano anche le tante scivolate in Moto2 e Moto3, erano troppo critiche.

 

IL NOSTRO SPORT È PERICOLOSO… ANCHE PER COLPA DELLA TV!

Al di là delle questioni strettamente tecniche, quali sono le ragioni politiche che hanno portato i piloti a correre il GP in quelle condizioni? Secondo il 38% dei nostri internauti la colpa è della TV, che per esigenze di palinsesto impone di correre nel periodo “sbagliato”. L’11% vede un prematuro rilassamento tecnico della Bridgestone, che sarebbe già in attesa di passare il testimone a Michelin, mentre nessun sospetto di favoritismi al Dottore alimenta la dietrologia tanto in voga su internet: solo due persone su 100 credono che Bridgestone gli abbia dato gomme “migliori” per fargli vincere il GP. Tutti gli altri, e sono la maggioranza, sono fatalisti: il nostro sport è pericoloso punto e basta (46%).

 

LA GARA ANDAVA DISPUTATA COMUNQUE!

Di fronte a queste oggettive criticità tecniche i piloti sono esposti a rischi ulteriori, come se già non bastasse gareggiare in moto a 350 km/h: avrebbe avuto senso annullare o accorciare una gara che si preannunciava a eliminazione? Nonostante il dolore per i numerosi incidenti degli ultimi anni, che purtroppo ci hanno riguardato anche da molto vicino, il popolo motociclista non ha dubbi: è stato giusto correre (66%)! Certo, la scelta di scendere in pista non è stata facile da prendere (27%) e alcuni avrebbero preferito una gara un po’ più corta (13%), ma chi ha ravvisato condizioni davvero troppo pericolose si riduce a un 7% (scarso) dei nostri lettori.

 

Ora, ovviamente, la cosa è acqua passata: incombe la gara di Sepang (qui gli orari TV), col rush finale per la seconda posizione del mondiale e… la prima nel nostro FantaMOTOCICLISMO. Cliccate sul pulsante arancione e fate il vostro pronostico: il migliore a fine stagione diventa tester di Motociclismo per un giorno.

 

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