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12 October 2013

La Speed? Un cancellone, ma che gusto!

Ci sono alcune moto che ti restano dentro per sempre, una di queste è la Speed Triple. Questa è una mia idea, ma non credo di essere troppo originale: questa moto infatti piace a tutti. Se non vi piace avete qualcosa che non va. Ecco la mia storia delle "mie" Speed

La speed? un cancellone, ma che gusto!

Ho un ricordo un po' vago della prima Speed Triple, quella tutta nera col fanalone tondo, uno solo. Vago perché da allora sono passati una ventina d'anni quasi (nella gallery le Speed Triple, dal 1994 al 2011). Eravamo in pista nei pressi di Barcellona, al Circuito di Catalogna, per una comparativa. Non eravamo lì per Super Wheels, che ancora non c'era, ma per un'altra rivista. La squadra di squinternati, invece, era quella che conoscete: Poli, Severi, Mazzali... Loro, ovviamente, giravano come delle bestie, io andavo a passeggio. Non solo per la pochezza del mio bagaglio tecnico, ma anche per ragioni pratiche: essendo le mie prime, timide, uscite per il settore, sdraiarsi con una moto in prova non sarebbe stata una brillante idea, e poi mi avrebbe precluso per sempre l'accesso a questo mondo. Quindi: gas aperto, ma con moderazione, e solo in rettilineo.

LA VECCHIA ERA VECCHIA COME IL BRODETTO

In quella comparativa avevamo radunato una bella varietà di sportive; ricordo la Suzuki Gamma 250, la Bimota YB9, la Honda CBR900RR, la Kawasaki ZX-9R, la Moto Guzzi Daytona 1100... Insomma, lì in mezzo la povera Speed faceva la figura dell'anziana turista inglese sovrappeso. Ed era così: rispetto le altre era grossa, pesante, flaccida e lenta. Ovviamente in pista non c'entrava niente, ma tutto sommato usarla tutto il giorno nel Circuit de Catalunya - nessuno la voleva - per me non è stato tutto questo sacrificio. Me la ricordo, immagino, proprio come la troverei ora: pesante, appoggiata a sospensioni soffici che in curva si schiacciano, col motore ruvido e faticoso nel salire di giri, debole di freni. Ma che bellezza guidarla! Pirolini e scarichi che scintillano sull'asfalto (non ci vuole Kevin Schwantz per consumarli) traiettorie belle rotonde, comodità massima. Ma soprattutto fascino e classe ineguagliabili. La prima Speed Triple è una delle dieci moto che oggi vorrei avere nel mio garage: fascinosa, elegante, intramontabile. L'unica vera cafè racer di serie. Poi la svolta, nel 1996 parte Super Wheels e subito dopo arriva la T509. Ma è tutta un'altra roba.

LA NUOVA FACEVA PAURA

La T509 ce la portano direttamente in pista, siamo a Vairano di Vidigulfo, questa volta per SW, al lavoro per il numero di marzo 1997. La prima Speed precipita di colpo indietro di una ventina d'anni, la nuova è tutta un'altra cosa. Una moto così non s'è mai vista e mi fa un po' paura: tutta nera incazzata, con il telaio in alluminio a specchio, i fanali a penzoloni, il radiatore appiccicato lì; insomma, una sportiva senza carenatura. E fa paura pure a sentirla. Allora c'è Talamo e le moto non fanno in tempo a uscire dalla scatolone che già hanno appena dieci centimetri di tronchetto aperto. Quindi la nuova Speed Triple T509 non ha una tonalità di scarico gustosa, semplicemente tuona. Poi vibracchia, rumoreggia di meccanica e risponde arrabbiata al gas: insomma, è una bestia. Faceva paura a pensare di saltarci su, tipo che sbagli a dare il gas e lei ti disarciona. Poi succede che la prende Faustone, the Wheeling Professor e ti spara tutto il rettilineo di Vairano (saranno 3 chilometri) su una ruota. Scende e ha gli occhi lucidi: "che gost!", dice, prendendo in prestito una delle tre frasi con cui Poli descrive accuratamente le moto (le altre sono "la vurla", spinge solo in alto, e "s'invita", ha le sospensioni morbide). La nuova Speed è completamente diversa dall'aristocratica prima versione, e ha dei numeri da paura: il manubrio largo, un motore che non finisce più di spingere e una bellissima ciclistica. Cosa vuoi di più? Più cc e più CV. Quelli arrivano, due anni dopo, ma le cose cambiano poco: la Speed è uno spettacolo anche nella seconda versione a doppio fanale.

NUOVA LINEA, MEGLIO LA VECCHIA

Adesso visto che non sto a fare l'enciclopedia della motocicletta salto i modelli che mi sono piaciuti meno. I primi due, (tre con l'upgrade di cc e CV del 955), splendidi, il terzo, quello arriva nel 2002 con la linea del codone e del serbatoio cambiate, mi piace un po' meno. È vero che la vita è più snella, ma il sederone mi pare meno aggraziato. Questione di gusti. Il resto, motore e ciclistica, cambia tutto, ma non si stravolge, la sostanza, cioè la guida e il carattere restano quelli che ci hanno fatto innamorare. Uno salto importante arriva invece con il modello a coda tronca, che esce nel 2005.

LA MOTO TAGLIATA L'AVEVO GIÀ VISTA

Una Speed tagliata nel sedere l'avevo già vista parecchio tempo prima che uscisse. Era nel garage-salotto di Carlo Talamo, in via Niccolini a Milano. Carlo me la presentò come una sua creazione, e vi posso dire che pensai che sì, di certo è una cosa nuova, mai vista, ma è pure bruttissima e spero non facciano mai una Speed così castrata. Ci avevo preso in pieno: non solo la Speed tronca venne fuori qualche anno dopo (dopo la dolorosa scomparsa di Carlo), ma adesso tutte le moto hanno la coda tronca. Beh, quando uno ha il dono di cogliere le tendenze al volo... A Carlo non ho detto nulla, per fortuna.

Il bello di questa moto è l'estetica - quella bianco perlato per me è bellissima - e tecnicamente il motore compie un balzo notevole: è molto più piacevole, più potente, più fluido, più silenzioso, meno ruvido e facile da gestire. È così facile che pare anche meno potente, ma arrivano 130 cavallini, si comincia a ragionare.

VIA I FANALI TONDI E TUTTI SI LAMENTANO

L'ultimo step è più recente, è il 2011. La moto cambia completamente (sotto: il video della presentazione a Ronda), il tre cilindri è ancora più a punto, poca roba in più in quanto a cavalleria, ma ha una dolcezza e precisione infinite e potrebbe andar bene anche per la scuola guida. Ci puoi andare a passeggio a dieci all'ora, ma anche in pista e non ti manca niente: uno dei migliori motori di questo periodo. Poi c'è la ciclistica, anche qui un salto notevole. La vecchia così diventa vecchia sul serio, perché la 2011 è “più tutto”: più pronta a entrare in curva, più pronta a rialzarsi, più confortevole, più stabile. Ma tutti piangono perché sono spariti i fanali tondi: "La Speed li ha sempre avuti così", (ma non è vero, è nata con uno); "I fanali devono essere tondi", per definizione; "Così sembra giapponese"; "Ha perso il fascino", e così via... Uffa che lagna. Scusate tanto se la vita è così, non l'ho inventata ioooooo.

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