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“La BMW Vision Next 100 è soluzione definitiva per la sicurezza in moto”

La moto del futuro secondo BMW - il concept Vision Next 100 - è una due ruote che non cade, si guida senza casco, è la perfetta unione tra uomo e macchina, esalta la sicurezza ma anche il piacere di guida. Il tutto con un look futuristico che però mantiene tutti gli elementi della tradizione BMW.Com’è possibile? Lo spiega nella nostra intervista Edgar Heinrich, responsabile design BMW moto

fuga in avannti

A Edgar Heinrich, 57 anni di Freising, vicino a Monaco di Baviera, si deve la linea delle nuove BMW (qui le novità 2017 presentate a Colonia, quelle di Milano le trovate invece qui), ma anche di quelle del passato: tra le tante, la endurona R 1200 GS, la aggressiva HP2 Megamoto e la supersportiva S 1000 RR. Edgar ha quindi una visione ampia e varia del mondo delle due ruote. A proposito di “visione”, la Casa di Monaco ha proposto la propria per il futuro delle due ruote, un concept che BMW ha presentato negli USA nell’ambito dei festeggiamenti per il centesimo compleanno del Marchio. Si chiama Vision Next 100 ed è una vera e propria fuga in avanti per il mondo moto: riassumere tutte le caratteristiche di questo visionario prototipo è impossibile, cliccate qui per ripassare tutte le peculiarità e le soluzioni futuristiche pensate da BMW per aumentare la sicurezza dei motociclisti (tipo che la moto non può cadere e il casco non serve…) ma senza dimenticare il piacere di guida.
A livello stilistico, la Vision Next 100 è una moto che, fin dal primo sguardo, si riconosce come una BMW, con tante soluzioni che sono palesemente riprese dalla tradizione del Marchio ma totalmente riiviiste e proiettate al futuro.
A illustrarci com’è fatta questa straordinaria moto, a descrivercene la filosofia e la… visione rivoluzionaria è proprio Edgar Heinrich, responsabile design BMW moto, intervistato da Marco Riccardi.

"UNA ROADSTER CHE VIENE DAL PASSATO"

Il designer bavarese ci illustra la "rivoluzione" che è alla base di questa Next 100
Tutti sappiamo che guidare una moto non è una cosa sicura, ma noi pensiamo che il prototipo che vedete oggi sia la soluzione definitiva alla parola sicurezza. Per questo non ha bisogno di un casco. Quello che deve fare questa moto è prevenire il pericolo. Come ci riesce? Con una completa interazione con l’ambiente che la circonda.
 
Ma non pensate che le tante e disparate situazioni ambientali esigono comunque di proteggersi?
Abbiamo avuto al nostro interno molte discussioni su questo. Qualcuno obiettava: «Ma se un cervo attraversa la strada che succede?». Il cervo non è certo connesso con la moto. Magari in futuro anche lui lo sarà -passatemi la battuta- però è davvero un evento improbabile che possa accadere. Oggi il casco è obbligatorio perché il rischio di un incidente in città o altrove è sempre notevole ed è giusto limitare al massimo le conseguenze.
 
Per proteggere il pilota la moto ha un dispositivo che non le permette di cadere. Come funziona?
È un sistema giroscopico integrato a una gestione digitale che stabilizza la moto e la mantiene sempre in equilibrio. Non è invasivo quando si viaggia normalmente, ma è in grado di aiutare i principianti a prevenire le difficoltà della guida.
 
Perché avete dato a questa moto una immagine così sportiva?
All’inizio del progetto dovevamo decidere se avere una forma vicina a quella di una R 1200 GS oppure di una supersportiva o di una tourer. Poi abbiamo scelto una immagine che posso definire tradizionale più che sportiva. Io la considero una roadster, cioè una moto semplice, essenziale. Per quanto riguarda il suo design abbiamo puntato a mantenere una certa parentela con la R 32 del 1923, la nostra prima moto. Per questo il telaio ha un disegno triangolare, per questo c’è sempre un motore boxer anche se questi cilindri non contengono dei pistoni. Ed è singolare che la linea iniziale della R 32 si sia mantenuta intatta e originale dopo tutto questo tempo.
 
Facciamo un salto temporale più vicino a noi. Come vede le prossime novità? In che direzione andrà la moto?
Mi aspetto che continuerà la tendenza alla customizzazione e penso che ci sarà una richiesta di moto che non solo servano per spostarsi o per mostrarsi. Non penso a modelli solo utilitari oppure a quelli legati al lusso o all'immagine lifestyle, ma una via di mezzo, moto adatte a un nuovo pubblico di motociclisti. Credo che ci dobbiamo aspettare una esplosione della mobilità nelle grandi città, un aumento notevole dell’uso della moto per favorire gli spostamenti; probabilmente in queste condizioni sarà meglio avere un mezzo elettrico. Innovazione, funzionalità, qualità sono le caratteristiche indispensabili che serviranno a distinguersi anche nel futuro. E sono queste le caratteristiche che oggi accompagnano tante moto, ma le BMW non sono uguali alle altre: noi abbiamo una spiccata personalità nel design, ma ancora di più tanto carattere
 
A proposito: secondo il Direttore di BMW Motorrad Italia, Stefano Ronzoni, saranno 10 le novità che il Marchio dell’Elica presenterà nel 2017.
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