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14 September 2011

KTM Duke 125: una ottavo di litro che somiglia per carattere alla sorella maggiore 690

Abbiamo portato al limite la KTM Duke 125, che offre grandi soddisfazioni alla guida, nonostante sia una moto piccola. Per le finiture e anche per il modo in cui si fa guidare, la si può paragonare a una vera KTM, come la Duke 690.

Ktm duke 125: una ottavo di litro che somiglia per carattere alla sorella maggiore 690

In sella alla piccola KTM Duke 125, tutti i piloti sulle moto grandi ci salutano con un cenno, perché, nonostante sia una ottavo di litro, per le caratteristiche costruttive sembra una due ruote di cubatura maggiore. Somiglia tantissimo alla KTM Duke 690. Nessuno, a parte noi, però sa che la nostra cavalcatura Kappa non è la sorella maggiore da 690, bensì la minore da 125.

 

La soddisfazione non è solo estetica, ma si avverte anche nelle prestazioni: per la prima volta guidiamo una 4T stradale 125 che non ci fa rimpiangere le vecchie due tempi, splendide nei loro telai sovradimensionati, nei freni e nelle sospensioni da pista, nelle gomme panciute. La KTMDuke125haun telaio a traliccio abbinato a un forcellone attentamente lavorato, una forcella WP con steli da 43 mm che fa il paio con una pinza radiale ByBre (Brembo sostanzialmente) a quattro pistoncini e cerchi in alluminio con razze a Y. Il motore è un bialbero quattro valvole interamente sviluppato dalla Casa austriaca e la piccola Duke ha una strumentazione e finiture che tante altre moto di cilindrata maggiore non offrono. Tutta questa qualità si paga solo 4.100 euro. Qualche difetto si trova, ma non particolarmente importante: l’estetica dello scarico è migliorabile e anche quella del portatarga.

 

Nelle fotografie, abbiamo confrontato la Duke125 con la 690, anche per sottolineare come la minore, salvo che per la velocità massima, possa offrire ugualmente grandi soddisfazioni alla guida. Là dove può lanciarsi la “Dukina” sfiora i 130 orari, e senza mettersi “in carena” raggiunge tranquillamente i 110: il piccolo “mono” dà il meglio oltre gli 8.000 giri, ma è piacevole già dopo i 5.000. Si avverte qualche vibrazione, ma entro un limite molto accettabile. Come guida è addirittura vicina alla sorella 690: la sensazione che offre, di essere una moto facile, sincera e naturalmente predisposta ad assecondare anche le idee più… balzane, è quella propria di moltissime Kappa. Questo perché è parecchio leggera, e con una ciclistica a punto. In particolare ci piace il suo “davanti”: l’avantreno è rigoroso, solido; non ha quella vaghezza tipica di molte “motorette”. Gran parte del merito andrà alle quote ciclistiche azzeccate, ma di certo anche la bella forcella WP fa il suo, risultando confortevole il giusto e controllata nell’affondamento anche durante le frenate più intense. L’impianto frenante, a proposito, è ottimo per potenza e modulabilità. Il grande feeling che ci ha offerto, all’anteriore come al posteriore, ha trasformato ogni ingresso in curva in una divertente… staccata con contorno di “spazzolata” del posteriore.

 

La prova completa su Motociclismo di settembre 2011, in edicola.

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