di Paola Verani
È proprio vero: il jeans è lo “Zelig” dell’abbigliamento, nel senso che sa adattarsi alle situazioni più disparate, come il protagonista del celebre film di Woody Allen. Sa essere informale al punto di piacere a chi non ama essere inquadrato in nessuna categoria umana. Ma, debitamente accessoriato, sa anche diventare uno status symbol, un capo irrinunciabile per le peggiori vittime del fashion. Fra questi estremi c’è il mare di proposte che offre il mercato con modelli che rispondono ai gusti dei più (vita alta o bassa, taglio “cargo” o attillato, delavé o blu integro, versione man e lady, ecc.).
VERSIONE “ARMATA”
A guardar bene, i motociclisti non hanno mai smesso di usarlo, ma la versione “corazzata” cui oggi si stanno convertendo è ben diversa da quella del capo casual per antonomasia, emblema dello stile e del tempo libero. Non è più “nudo”, bensì armato di fibre che lo rendono decisamente più resistente allo strappo e al calore prodotto dallo sfregamento sull’asfalto, come il Kevlar e l’Armalith; è equipaggiato con protezioni omologate CE, ha fondo gamba regolabile, cerniere YKK, passanti per l’aggancio alla giacca, prese d’aria, inserti reflex, ecc. In realtà, la sua anima non cambia, rimane comodo e pratico, continua a star bene con tutto. Una volta indossato, è facile “dimenticarselo” tanto è capace di copiare le forme del nostro corpo. E più lo usiamo, più ci “assomiglia”. Si comporta come la giacca in pelle: all’inizio è un po’ duro, poi si “ammorbidisce” e non lo senti più, te ne scordi, acquista anche fascino. È la forza del vissuto.
DAL BASIC ALL'ACCESSORIATO
Anche il suo particolare colore blu, in origine ottenuto tingendo l’ordito con il guado o l’indaco, ora utilizzando coloranti sintetici, è intramontabile, anche se viene proposto anche in altre tonalità (per lo più nero). Ancora non si è capito bene se il denim abbia presa presso i motociclisti refrattari alla sicurezza, soprattutto quelli urbani, oppure presso quelli che già da tempo hanno fatto il salto di qualità sposando in toto l’abbigliamento protettivo e che ogni tanto vogliono rilassarsi con capi confortevoli e “presentabili”. Comunque sia, le Case di abbigliamento da moto lo hanno “promosso” nelle loro collezioni e, se fino a ieri il blue-jeans era il “nemico” contro cui qualsiasi pantalone in pelle o Cordura aveva la meglio, ora è diventato un affidabile compagno di viaggio. Va detto subito, però, che alcuni modelli hanno contenuti tecnici solo abbozzati e di conseguenza anche l'aspetto è classico. D’altra parte sono comparsi marchi specializzati come l’italiana PROmo Jeans, l’australiana Draggin e la polacca Motto, che raggiungono standard qualitativi elevati.
Nella gallery trovate una selezione di 15 modelli (cliccate sui link sotto), sul mercato ce ne sono molti di più, come potete vedere nello Speciale Abbigliamento 2013.
VOCABOLARIO
Armatura
Il diverso modo di intrecciarsi dei fi li sul telaio costituisce l’armatura del tessuto. La tela è l’intreccio più semplice e si presenta identico su entrambe le facce, altre, più complesse sono il
raso, la garza, il nido d’ape.
Blue-Jeans
La definizione esatta è “capo confezionato in Denim”. Deve il suo nome al blue de Gênes, con cui si indicava, già dal XV sec., la tela blu usata, dapprima, per impachettare le vele delle navi in sosta nel porto di Genova, poi per produrre abiti da lavoro.
Delavé
È un tipo particolare di lavorazione per cui si ottiene l’effetto invecchiato del jeans trattandolo con del cloro
Denim
È il tessuto con cui viene confezionato il jeans; il suo colore classico è il blu che, prima della scoperta dei coloranti chimici, si otteneva utilizzando il guado o l’indaco, ricavati da piante. Pare che il nome derivi dalla cittadina di origine (Nîmes) che, già nel Rinascimento, era in competizione con Chieri per la produzione di un certo tipo di fustagno di colore blu.
Finissaggio
È la fase di rifinitura durante la quale il tessuto, anche denim, una volto tolto dal telaio, subisce trattamenti per ottenere particolari effetti (smerigliatura, garzatura, ecc.).
Guado
Nome volgare dell’Isatis Tinctoria, pianta derivante dal Nord Europa, della famiglia delle Crucifere (la stessa del cavolo), da cui si ricava l’indaco, cui si deve il colore blu dell’ordito del blue-jeans.
Mano
Indica l’effetto al tatto dato da un tessuto e risulta da un mix di elementi: morbidezza, calore, scorrevolezza, rigidità, ecc.
Ordito
Sono i fili longitudinali, disposti paralleli e tesi sul telaio, che si intrecciano con quelli trasversali della trama. In origine, il denim aveva una trama in cotone e l’ordito in lino, oggi entrambi sono in cotone.
Saia
È l’intreccio proprio del Denim con nervature oblique; si ottiene dallo scarto delle legature (il passaggio di un filo di ordito sopra un filo di trama).
Stone Washed
Lavaggio di tessuti con pietre abrasive per fornire l’effetto invecchiato.