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In pista? Meglio le donne

Umili, tranquille, pronte a recepire tutte le nozioni che vengono impartite nella scuola guida, le donne danno un giro agli uomini. In senso letterale

In pista? meglio le donne

Certo, donna in moto, figurati, meglio stare lontani. Non c'è il proverbio come per le auto solo perché non viene la rima, altrimenti sarebbe già pronto e stampato su adesivi. Del resto si sa, la moto, è una cosa da maschi. Diciamo che in media può essere vero, ma ci sono dei casi in cui è esattamente l'opposto. Per esempio: scuola guida in pista, non c'è storia. Le ragazze danno un giro agli uomini, ma non è un modo di dire, lo danno davvero.

 

LA SCUOLA GOOFASTER

Anni fa fondiamo la scuola guida Goofaster, con la squadra di Super Wheels, PoliSeveriMazzali, Borgni e ci mettiamo pure il sottoscritto e l'Energo. Organizziamo quindi dei corsi e proprio nel primo succede questo fatto che vi voglio raccontare, e che mi ha fatto capire l'abissale differenza che passa tra maschi e femmine. Intendo in moto. I primi sono degli inguaribili (simpatici) sbruffoni che non hanno voglia di imparare niente; le seconde sono formidabili. Qui la gallery.

 

COME FORMARE I GRUPPI

Nella prima giornata di corso arriva un gruppo eterogeneo, in generale si tratta di motociclisti normali che vogliono imparare a guidare meglio la moto, poi c'è una bella compagnia di ragazze e infine uno squadrone di assatanati con delle sportive messe su da superbike. Prima di entrare in pista occorre formare i gruppi ma è difficile a capire come metterli insieme, non tanto perché ognuno dice di essere come minimo Kevin Schwantz (99% dei maschi) oppure non sapere nemmeno dove si mette la benzina (99% delle femmine), ma perché è proprio impossibile darsi un'autovalutazione, a meno che tu non sia già esperto; in tal caso non serve. Allora li abbiamo divisi a seconda delle moto. Sbagliato, anche per quello che ho raccontato nel mio Zib-Aldino precedente (cliccate qui). Così Fausto si prende quelli che sono arrivati al corso con le superbike, gli altri ce li dividiamo io, Mazzali, Borgni. L'Energo in panchina per evitare danni e Poli sciolto, tanto lui cosa insegna che non capisce niente di moto? Io prendo le ragazze, essere direttore di Super Wheels non è solo sorbirsi le rotture di scatole, ma anche qualche benefit.

 

UNA BANDA DI SCALMANATI

Dopo il primo turno in pista facciamo il punto della situazione. Le ragazze girano a 30 km/h di media, gli altri guidano discretamente, il gruppo di Fausto, cioè quelli con le superbike, non si tengono. Non perché vanno forte, anzi, ma perché non stanno a sentire niente, non guardano le traiettorie, non stanno in fila, impennano e fanno solo casino. Fausto è leggermente irritato. Lui non si arrabbia mai ma noi sappiamo che è meglio stare alla larga da cento-kg-di-filetto (soprannome) quando ha l'occhio iniettato di sangue. Lo vediamo entrare in pista con un sorriso sadico, dietro di lui il gruppo degli sciamannati. Passa sul rettilineo facendo seconda-terza-quarta-quinta-sesta in piedi sulle pedane, poi rientra ai box e percorre tutta la corsia sulla ruota davanti. Si ferma, con calma si toglie il casco davanti alla sua banda e dice: "Allora, le impennate e gli stoppies si fanno così, e adesso lo dico una volta sola, se volete fare scuola bene, allora state buoni e mi ascoltate, sennò entriamo in pista insieme e vediamo come va a finire". Da quel momento in poi lo hanno ascoltato. A modo loro ma lo hanno ascoltato.

 

CHI È UMILE È FORTE

Insomma, i maschi delle superbike non erano cattivi, solo un po' discoli. Volevano divertirsi, e anche far vedere ciò che in realtà non erano: dei gran manici. Le ragazze, invece, all'opposto. Timide, timidissime, hanno iniziato in sordina, poi però piano piano si sono sciolte, hanno applicato alla lettera tutti i consigli e hanno iniziato a guidare veramente bene. Questa è la condizione migliore per imparare: mente libera, perfetta per l'apprendimento, fidarsi di ciò che viene detto e non strafare. Da questo punto di vista le ragazze sono molto più malleabili degli uomini, non solo perché sono meno esagitate, ma anche per la naturale predisposizione. Insomma, le ragazze ascoltano, i ragazzi, poco, alcuni niente perché sono già capaci.

 

ZITTA E BUONA LI HA DOPPIATI TUTTI

Nel gruppo, in particolare, c'è Giulia, che dimostra subito di essere capace di apprendere bene nonostante sia in possesso un'ottima base tecnica poiché aveva già girato in pista e addirittura fatto anche una gara. Se questa esperienza l'avesse avuta uno qualsiasi dei ragazzi delle superbike avremmo dovuto legarlo. Invece lei zitta buona si è messa in fila col gruppo delle ragazze e poi, solo nel pomeriggio, si è espressa al meglio delle sue possibilità. È stato in uno dei turni in cui l'allievo va davanti e l'istruttore segue, così da verificare l'apprendimento. Lei in quella sessione, oltre a dimostrare di guidare molto bene, giro dopo giro è andata a prendere il gruppo degli scalmanati delle superbike e li ha pure passati tutti (vergogna).

 

BRAVA GIULIA!

Visto l'eccezionale exploit assoldiamo Giulia nel gruppo di Super Wheels, e la "usiamo" come apripista in un Kawasaki Day a Misano. Ricordo un episodio. Lei, minuta com'è che sale su una maxi-ninja, tra l'altro proprio la terrificante ZX-10R del 2004. Doveva portare dentro un branco di ragazzi piuttosto motivati, sapete, quelli che su strada sono delle brutte bestie. Loro, visto che si trattava di una donna, pure giovanissima, si sono lamentati: "Dai, in pista dietro una ragazzina che non sa nemmeno andare...". In effetti devo dire che i primi metri Giulia non ha fatto una grande impressione, pareva addirittura insicura su quella motona che era il doppio di lei. Ma non ci eravamo sbagliati sulle sue qualità...

 

DOVE SONO FINITI GLI ALTRI?

Allora ci mettiamo sul muretto dei box per vedere cosa succede, un po' in apprensione perché è vero che la Giulia è brava, ma il gruppo degli stradali sportivi faceva un po' paura, con le loro tute consunte, le motacce semipreparate strada-pista e le nervose sgasate che davano alla partenza. Dopo un po' la vediamo che passa da sola sul rettilineo, a metà gas, girata indietro. Gli altri? Boh, poi sono arrivati, con calma. La Misano di allora era quella antioraria, con il curvone. "Lì - poi ci ha detto Giulia - sono andata particolarmente piano, nemmeno ai duecento, perché per questi ragazzi era il primo giro e non volevo metterli in pericolo".  Poi li ha recuperati, e ha finito il turno di passo crescente ma sempre molto tranquillo per le sue capacità.

 

QUANTI COMPLIMENTI!

Devo dire che arrivati ai box i ragazzacci delle moto preparate non erano né arrabbiati né abbattuti; al contrario, erano felicissimi del turno e poi hanno fatto un sacco di complimenti a Giulia. La cosa interessante è che questi sportivi stradali sapevano andare benissimo in moto, solo che erano molto veloci su strada; in pista invece non sapevano proprio come comportarsi. Non avevano i riferimenti per le staccate, non avevano un'idea delle velocità in curva, insomma non conoscevano il limite delle loro moto permesso dalla qualità dell'asfalto e dal fatto che le gomme dopo due giri in circuito diventano bollenti rendendo il massimo. Questa differenza tra la guida in pista e su strada è enorme, ed è difficile da apprezzare da soli, poiché l'esperienza si accumula col tempo e poi non ci si rende più conto di quanto si cambi. Si riesce a capire solo quando da pistaiolo, anche medio, incontri un bravo stradale in pista. La prossima volta vi racconto cosa mi è capitato. 

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