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I finti autovelox arrivano anche in Francia

Curioso come l’Italia riesca a esportare le idee più balzane: i cugini d’Oltralpe copiano i nostri velo-ok e introducono le postazioni mobili. Tutto il mondo è paese

I finti autovelox arrivano anche in francia

L’erario francese ha incassato l’11% in meno nel 2013 rispetto all’anno precedente in multe effettuate dai radar, come i transalpini chiamano gli autovelox. Forse automobilisti e motociclisti sono diventati più prudenti Secondo la Sécurité Routière, il dipartimento nazionale per la sicurezza stradale, invece, hanno solo imparato dove sono posizionati gli apparecchi.

 

VUOTI, MA ANCHE NO

Quindi per pizzicare chi corre sui percorsi abituali sono in arrivo cabine radar mobili, per poterle spostarle settimanalmente, e i famigerati finti autovelox: scatoloni poco costosi al cui interno viene piazzato un velox solo occasionalmente, per mantenere alto il potere deterrente.

Il problema (per gli utenti della strada francesi) è che da noi i cosiddetti VeloOK possono scattare solamente in caso di presenza di agenti di pattuglia, mentre in Francia ogni postazione potrebbe ospitare un radar e scattare. Poca spesa, tanta resa. Poi non ci si stupisca se gli esasperati motociclisti e automobilisti reagiscono così (con ironia) oppure in quest’altro modo (con maggiore e “arrabbiata” concretezza).

 

PARIGI COME MILANO

Sulla Périphérique, l’anello autostradale intorno a Parigi, il calo delle multe è stato arginato raddoppiando i radar con otto nuovi impianti a fine 2013 e riducendo il limite da 80 a 70 km/h dal 10 gennaio scorso: nei primi tre mesi del 2014 le multe sono salite del 20%, da 1.000 a 1.200 “flash” al giorno. Ma attenzione, anche da noi gli autovelox crescono a tutto spiano: dallo scorso a marzo a Milano ne funzionano altri sette!

 

Il tutto, in Italia come in Francia, si giustifica ovviamente facendo leva sul concetto di sicurezza, sempre di grande effetto e facile presa…

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