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23 April 2013

Husqvarna si ferma: sindacati e lavoratori si mobilitano

Dopo la notizia nei giorni scorsi dello stop alla produzione e della cassa integrazione, gli oltre duecento lavoratori dell’azienda davanti ai cancelli tra perplessità e amarezza

Husqvarna si ferma: sindacati e lavoratori si mobilitano

L’aria si è fatta pesante a Cassinetta di Biandronno (VA). Davanti alla sede dell’Husqvarna il sindacato ed i lavoratori si sono incontrati per cercare di capire le motivazioni di una decisione tanto drastica. Dopo il passaggio (il 31 gennaio) della proprietà da BMW a Stefan Pierer, CEO di KTM (ne abbiamo parlato qui), l’annuncio pochi giorni fa dello stop alla produzione e della conseguente cassa integrazione straordinaria (cliccate qui per il nostro articolo).

 

NERVI TESI

La reazione dei dipendenti non si è fatta attendere e uno di loro aveva scritto una lettera di sfogo (cliccate qui per leggerla) che ben faceva comprendere lo sconforto nel quale sono piombati tutti i lavoratori dell’Husqvarna. L'ultimo degli incontri tra sindacati e dipendenti ha assunto toni comprensibilmente accesi, documentati ovviamente dagli organi d'informazione locali (VareseNews). Una dipendente ha dichiarato: “I tedeschi ci hanno regalato agli austriaci e questi ci licenziano”, Nino Cartosio della Fiom Cgil incalza: “È un caso di saccheggio industriale. L'obiettivo è svuotare questa azienda, alla proprietà rimane l'area immobiliare e soprattutto un marchio prestigioso. Inoltre è altamente probabile, anche se non ne abbiamo la certezza, che la BMW abbia lasciato anche qualche milione di euro”. Il risultato, tuttavia, è che dei 211 dipendenti ne rimarranno una trentina, impiegati in una fabbrica che rimarrà solo come punto vendita (si prospettano una "rimarchiatura di moto KTM o l'entrata in gamma di moto fatte in IIndia).

 

A CACCIA DI SPIEGAZIONI

I lavoratori cercano delle ragioni che possano giustificare un tale disastro e c’è chi prova a dare una spiegazione, come Flavio Cervellino, della Fim Cisl: “Nei magazzini ci sono 12mila moto in giacenza è chiaro che c'è un problema legato al prodotto, ma nella proprietà non c'è una volontà di fare investimenti in ricerca e sviluppo e quindi non valutano soluzioni alternative alla cessione di attività”. Il bilancio di Husqvarna poi, parla chiaro: 128 milioni di euro di perdita nel 2010, 30 nel 2011 e 34 nel 2012. Un problema che non si limiterebbe però al prodotto, come afferma Cartosio, che individua un’altra problematica: “In questa azienda in consulenze si spende il doppio che per l'intera remunerazione dei lavoratori”. Mentre Fabio Muratti, addetto agli ordini e delegato Fiom, denuncia un cambio di fornitori che avrebbe aumentato inutilmente i costi: “Con l'introduzione dei modelli stradali le forniture si sono spostate fuori dall'Italia, soprattutto in favore di tedeschi e austriaci. Comprare delle semplici viti all'estero diventa un costo in più e così per tutti i pezzi. Inoltre, la BMW ci faceva montare i motori della Kymco azienda di Taiwan per non pagare le penali, quindi noi per il gruppo abbiamo rappresentato un risparmio sui costi derivanti da altre aziende”.

 

IL VOSTRO PARERE

Ognuno esprime la propria opinione, così vi chiediamo di esprimere anche la vostra sull'argomento nel nostro sondaggio (cliccate qui per partecipare). Tra tante idee, l’unica certezza è che l’ennesima azienda italiana sta per chiudere, mandando a casa tanti dei suoi lavoratori e mettendo in seria difficoltà altrettante famiglie.

 

 

 

 

 

 

 

 

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