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I segreti del telaio della mitica Honda RC30

Honda VFR750R RC30, una delle moto più mitiche di sempre. Dopo avervi raccontato com'è nata, andiamo a rivedere com'era fatto il suo telaio
1/31 La Honda VFR750R RC30 a nudo
Dopo avervi raccontato come è nata la Honda VFR750R RC30 e avervi svelato i segreti del suo 4 cilindri a V, continuiamo l'analisi dei dettagli di quella che è stata una delle moto più mitiche di sempre. Per i patiti di meccanica, andiamo a rivedere com'era fatto il suo telaio.
I due travi discendenti hanno due nervature interne di irrobustimento
La RC30 ha un telaio perimetrale in alluminio identico a quello utilizzato sulla RVF750 da Endurance/F1 che ha corso nel 1986, rinforzato e modificato per il suo utilizzo (anche) stradale. I due travi discendenti superiori a sezione irregolare (90x40 mm) hanno due nervature interne di irrobustimento e sono ottenuti per estrusione. Con questo sistema l’alluminio, riscaldato e portato allo stato pastoso, viene compresso in una matrice che ha la forma del pezzo da realizzare. Il cannotto di sterzo e le piastre laterali (22 x20 mm) sono invece ottenuti per fusione e vengono saldati in un secondo tempo ai due travi discendenti. La parte posteriore del telaietto, che funge da reggisella per il codone moposto, è invece imbullonata nella parte superiore delle piastre laterali. Il forcellone posteriore monobraccio Pro-Arm sfrutta uno dei tanti brevetti Elf acquisiti dalla Honda. Rispetto ad un forcellone tradizionale, ha una maggior rigidità e una migliore concentrazione delle masse, grazie alla forma curvilinea del braccio oscillante che va a beneficio della maneggevolezza.
Il telaio è stato costruito ricercando la massima leggerezza e rigidità. La lega di alluminio usata risponde alle norme delle moto da GP e il peso è lo stesso dei telai utilizzati per le moto da GP che corrono nel Mondiale 500”: così viene descritto il telaio nella brochure di presentazione della VFR750R.
Il telaio della Honda RC30
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