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Honda Gold Wing F6B: il test in California

I pregi della classica Gold Wing ci sono tutti tranne la retro ma la sella più bassa aiuta nelle manovre da fermi. Siete pronti per partire? (test completo su Motociclismo di marzo)

Honda gold wing f6b: il test in california

 

In California, dove abbiamo avuto la prima presa di contatto con la Honda Gold Wing F6B, questa moto è definita “smooth”. Un termine difficile da tradurre esattamente in italiano. Vuol dire morbida, vellutata, liscia. Ma anche così non si rende giustizia ad una cruiser – meglio: una bagger – nata per essere goduta su ogni tipo di strada con una guida disimpegnata.

 

Ciclistica e motore derivano, senza modifiche di rilievo, da quelli della conosciuta Honda GL1800 Goldwing, rispetto alla quale la F6B pesa 28 kg in meno, per un totale di 385. Sì, avete letto bene: 385 kg in ordine di marcia. Eppure, a dispetto del peso, la F6B non è una balena spiaggiata, ma un agile tonno. Se già pare incredibile la maneggevolezza della Gold Wing, la F6B aggiunge ancora più agilità. Il merito non va tanto al peso più contenuto, quanto ad un ulteriore accentramento delle masse e abbassamento del baricentro. Senza bauletto e con un parabrezza più basso (che però lascia esposta all’aria la testa), c’è meno inerzia. Non che sia sparita del tutto: nei rapidi cambi di direzione ci si ricorda che si ha pur sempre a che fare con una maxi da oltre quattro quintali a pieno carico, ma la facilità a dispetto della mole è disarmante.  Accelerazioni, inserimento in curva, percorrenza e uscita: tutto avviene con morbidezza e precisione.

 

La stabilità poi è eccezionale. Nei curvoni da 100 km/h la F6B non si scompone minimamente e segue alla perfezione la traiettoria. La tenuta delle larghe gomme, offre tanta sicurezza in piega e la buona luce a terra, sconosciuta ad altre bagger, permette di inclinare la moto senza rischiare di strisciare pedane o cavalletto.

 

L’ottimo controllo si ha anche da fermi, grazie all’ottima leva offerta dal manubrio e dalla sella bassissima (725 mm, contro i 740 della GL1800). Il peso però c’è e si sente: bisogna avere braccia e gambe allenate, specie se l’asfalto è leggermente inclinato: spostare quasi quattro quintali senza la retro (di serie invece sulla GL1800), può diventare un’impresa.

 

E il motore? Praticamente privo di difetti. Spinge, docile e corposo insieme, ad ogni regime; riprende anche a meno di 1.000 giri senza il minimo sussulto e non vibra per nulla. Ha forza ad ogni regime e, nonostante la coppia esagerata, non spaventa mai.

 

Abbiamo trovato la frenata molto potente e ben modulabile. Ma non possiamo estendere il giudizio al modello importato in Italia: di serie CBS e ABS, in Europa. Ma sul modello testato è assente l’antibloccaggio, perché negli USA non è disponibile. 

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