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Honda DCT, il cambio che fa cambiare idea sull'automatico

Quello sul cambio automatico è uno dei più grandi pregiudizi di motociclisti. Non del tutto ingiustificato, visto cosa ha offerto il mercato finora. Ma se il DCT Honda ha convinto un integralista come Mario Ciaccia…

Honda dct, il cambio che fa cambiare idea sull'automatico

È da quando ero piccolo che ho una certezza: non avrò mai un veicolo col cambio automatico. Ho imparato ad odiarlo quando prendevo l’autobus, alle scuole medie, perché ammazzava la musica della progressione dei giri. So che negli USA le auto sono tutte automatiche ma, secondo me, gli americani si perdono qualcosa. Gli scooter mi fanno vomitare, con la velocità che aumenta e i giri che restano fermi. Ho anche provato il cambio del Burgman 650, in cui cambi con i tasti al manubrio, ma non mi dava gusto. Sicché, quando Honda ha fatto uscire le sue moto con la doppia frizione le ho accolte con totale indifferenza, limitandomi a pensare un:"Meno male, ci sono anche col cambio normale". Adesso sono qua a sperare che questo cambio si diffonda su tutte le moto. Cos’è successo? Sono invecchiato? Sono pagato da Honda? No, è successo che l’ho provato. La prima moto che ho usato in Grecia, alla comparativa delle maxi enduro è stata la Honda Crosstourer col cambio automatico a doppia frizione.

 

IN CITTÀ È IMPAGABILE (MA ANCHE IN MULATTIERA)

Lepanto era intasata di auto, erano tutti fermi, noi avanzavamo a passo d’uomo facendo il pelo agli specchietti retrovisori. La moto era in modalità automatica base, dove tu devi solo dare gas, come su uno scooter e a cambiare ci pensa lei. Non è una schifezza come col variatore, dove senti girare il motore a un regime fisso e a crescere è la velocità. No, qua senti il motore salire di giri e poi cambiare marcia in un battito di ciglia. In città, col traffico ai massimi livelli, neanche col cambio normale si riesce a godere la musica del motore che sale e scende di giri. Stai sempre con la frizione in mano, attento a non spegnere il motore. La mano fa male, la frizione si gonfia e il cambio diventa duro. Inutile negarlo: in questo frangente, l’automatico è una manna. Quando, l’ultimo giorno, abbiamo attraversato Atene, che ha un traffico mostruoso, facevamo a gara a prenderci la Honda e fuggivamo dalla Guzzi, che ha la frizione durissima. Con il DTC Honda si riesce a viaggiare a 3 km/h di tachimetro, con un filo di gas, in prima marcia, col motore che gira regolare e la mano sinistra che si riposa. Una cosa simile mi attira molto anche in chiave mulattiera, perché permette di centellinare il gas sulle radici bagnate, senza sfrizionare e senza che il motore si spenga: è un sistema che permette di sfruttare fino all’ultimo centesimo le doti di trazione del motore.

 

MAGICI TASTINI

Ma poi, fuori città, il cambio automatico lo trovo palloso. Voglio essere io a decidere quando cambiare marcia! Voglio godere la musica del motore secondo i miei gusti e non quelli della centralina. Nessun problema: il DTC ha un tasto, a destra, che permette di passare alla modalità manuale. A sinistra ci sono due tasti che funzionano come il push-pull Shimano delle mountain bike: con uno sali di rapporto, con l’altro scendi. Puoi cambiare a 1.000 giri o a 10.000, ancora meglio che col cambio classico. La cambiata avviene in una frazione di millesimo di secondo. Il motore non perde giri tra una cambiata e l’altra, la musica te la godi tutta.

 

PICCOLE INCONGRUENZE DA METTERE IN CONTO

Comunque, con un cambio così è necessario prendere un po’ la mano. Per esempio, quando piove, se dai un filo di gas nelle curve (come giusto che sia, sul bagnato) e sei in modalità automatica base, il cambio mette le marce una in fila all’altra, a neanche 3.000 giri e sembra di stare fermi: devi mettere la modalità "Sport", oppure passare alla cambiata manuale. M’è successo di avere detta modalità Sport, ma di schiacciare per errore il tasto della cambiata manuale, bloccandomi così in sesta: quando è arrivato un tornante in salita, la moto s’è messa a farlo in sesta. Non si spegneva, ma non scalava e io non capivo perché stessi salendo a passo d’uomo. In fuoristrada, sempre col cambio automatico, stavo facendo un lentissimo tornante in salita quando la scalata (che è più lenta della cambiata a salire) ha interrotto per un attimo la progressione e mi stavo sdraiando...

 

IL FUTURO È SEAMLESS

Ma, a parte queste quisquilie, il cambio in questione mi attira molto in fuoristrada. Al di fuori dell’asfalto va usato solo in manuale, per come guido io: dico solo che, mentre zampettavo sulla spiaggia in prima, il cambio ha deciso di mettere la seconda e la moto ha aumentato di netto la velocità, superando il limite dello zampetting: non camminavo più, ma correvo terrorizzato in balia del mezzo. Al contrario, il nostro tester ultra-manico Barbiero preferiva la modalità automatica: “Avete idea di cosa significhi derapare col motore che infila le marce una dopo l’altra, da solo?”. Io, purtroppo, non ho idea di cosa significhi derapare neanche con un mono a marce, ma sono convinto che il doppia frizione sia il futuro. Sì, proprio io che non avrei mai comprato nulla col cambio automatico!

 

Chissà cosa vedremo in futuro. Per ora, questo cambio è montato su un 1200 V4 da turismo veloce e su un 700 bicilindrico per moto urbane e turistiche. Ma, secondo me, sarebbe perfetto anche su enduro e supersportive (cavolo, non perdi tempo tra una cambiata e l'altra! Ma è chiaro che Honda preferirà il “seamless”, sulla sua CBR). Ma enduro vere, non le “crossover” 100% stradali che Honda sta proponendo finora!

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