Special Honda CBR250RR in stile café racer, streetfighter e scrambler

Costruirsi una special può rivelarsi una spesa non indifferente, anche se non vi rivolgete a preparatori di grido. Mettici il costo della moto, quello dei ricambi, la manodopera… Eppure l’idea delle special, quella che sta alla base della filosofia custom, è proprio l’opposto, ovvero realizzare un mezzo funzionale, bello e a basso costo. Mi vengono in mente le prime bobber del secondo dopoguerra: i soldati prendevano le moto utilizzate nel conflitto, le tagliavano, le alleggerivano e ci correvano. Oggi se fai una roba del genere finisci nella corrente brat. Col rischio di avere una moto uguale a tante altre. Le mie posizioni sulle varie BMW Boxer, serie K, Dominator, etc “scramblerizzate” le conoscete: non mi piacciono, non vedo novità, né fantasia. E poi c’è un’altra questione: il giorno che finiremo le moto con dei bei motori raffreddati ad aria, ci dovremo arrangiare con quelli a liquido, meno adatti a rimanere in vista perché meno belli, con tubi e radiatori…

Seguendo questo mood, ho dato un’occhiata alle proposte del Far East, dove la scena custom è vivace e innovativa. Magari non proprio in linea con i gusti di noi Europei, ma comunque interessante. Ho scoperto che la Honda, in Indonesia – un mercato da milioni di moto nuove vendute ogni anno – organizza un contest per elaborare i propri modelli: è l’Honda Dream Ride Project. Quest’anno i preparatori di quel Paese si sono concentrati su una moto piccola e raffreddata a liquido, che da noi non è mai arrivata: la CBR250RR. Ne avevamo parlato lo scorso anno ed è curioso vedere come una sportiva sia trasformata in qualcosa di molto lontano dal suo indirizzo d’uso.

Quella che mi piace di meno, lo ammetto, è la streetfighter di Peterson Rivai, perché nasconde il bel telaio a traliccio ed è un po’ pacchiana. La Scrambler di Gadang Cycles è innovativa: trasforma un tema ormai trito e ritrito in ottica moderna, con linee attuali, ma che non stonano su una tutto terreno. Aggressiva senza essere burina invece la café racer carenata di Lunatic Custom Motorcycle, a mio personalissimo giudizio la meglio riuscita del trio, forse perché vicina allo stile del Vecchio Continente. Mi piace la pulizia delle linee, gli abbinamenti cromatici, il bel telaio messo in risalto senza esagerare, le idee in più (tipo i freni a disco camuffati da tamburi: colpo da maestri). Cliccate qui per le foto delle tre moto.

Certo ci avranno messo impegno e tempo, i ragazzi indonesiani, a preparare queste special. Magari però il costo è rimasto contenuto. Ho provato ad indagare, ma più mi addentro nella ricerca e più mi perdo in siti internet e profili FB in una lingua a me aliena. Quindi, con il beneficio del dubbio, mi fermo qui. E vi metto sul piatto queste tre proposte senza altra intenzione se non quella di stuzzicarvi. Spero di accendere una scintilla, un sopito desiderio di elaborare con pochi mezzi e tanta fantasia una moto di scarso valore economico. Perché ritengo sia facile – e banale – elaborare grosse naked con un portafoglio a fisarmonica e poche idee. Più stimolante invece tirare fuori qualcosa di nuovo e inaspettato da piccole motorette. In fondo, non abbiamo iniziato tutti così, elaborando il Ciao o la prima 125?