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Headbanger e Guzzi: gli opposti che attraggono

Continua la comparativa cruiser in Puglia e cominciano a delinearsi meglio i caratteri delle protagoniste. Ecco il racconto di Federico Aliverti. E intanto il test team affronta il “day 3”, in direzione Foggia

Headbanger e guzzi: gli opposti che attraggono

Nei primi giorni della nostra comparativa cruiser è il caldo a farla da padrone, accompagnando la comitiva di Motociclismo lungo le strade della Puglia. L’itinerario ha visto il test team, accompagnato da tre lettori (ma nel frattempo anche qualche appassionato pugliese si è aggiunto al gruppo), muoversi verso sud, tra panorami costieri indimenticabili e città ricche di storia e cultura. Oggi si torna a nord, verso Foggia, passando per Taranto, Altamura, Gravina, Spinazzola, Minervino, Canosa, cerignola, Ascoli Striano… (qui l’itinerario completo).

 

 

COME VANNO LE PROTAGONISTE

Ieri vi abbiamo raccontato il day 1 più dal punto di vista del colore, mentre oggi parliamo più approfonditamente di moto. È direttamente il nostro vice direttore, Federico Aliverti, ad illustrarci le caratteristiche delle moto (Harley-Davidson Low Rider, Headbanger Hollister, Honda Gold Wing F6CIndian Chief Classic, Kawasaki VN1700 Classic, Moto Guzzi California 1400 CustomTriumph Thunderbird CommanderSuzuki Intruder M1800RBVictory Hammer S) e darci le impressioni di guida. Su Motociclismo di agosto ci sarà un “articolone” in cui ogni dettaglio sarà svelato, ma intanto incominciamo a scoprire le protagoniste della prova singolarmente e in relazione l’una con l’altra. La parola a Federico (non dimenticate di sfogliare la gallery, anche quella del giorno 1)

 

CAPIRE LE CRUISER
Andrò a ruota libera approfittando del coccolone di sonno e di caldo che ha steso il buon Nicolò Codognola, mio prezioso compagno di questa lunga trasferta pugliese e massima autorità di Motociclismo in tema di custom, cruiser e dintorni. Sicché, nel pieno della notte, in una stanza dell'hotel Laurito di Oria, mentre la truppa riposa sognando probabilmente le perle del Salento, mi prendo l'onere di delineare il carattere delle nove protagoniste di questo viaggio, o meglio di ciò che rappresentano. Chi mi conosce sa che non amo troppo il mondo delle cruiser. In realtà lo conoscevo poco. Per me esiste(va) solo lo scooter per la città, la supersportiva per la pista, la maxienduro per il viaggio avventura e la tourer per macinare chilometri comodo e veloce. Mi mancava un pezzo. Guidare una moto che ti impedisce di distogliere lo sguardo da tutto ciò che ti circonda. Che converte in pregi tutti quelli che normalmente possono sembrare difetti. Che reprime la voglia di tirare una frenata o una marcia a limitatore. Anzi non ho la più pallida idea di dove hanno il limitatore queste nove moto (e non solo perché il contagiri é assente su alcune). Non so quanti CV e quanti kg dichiarano le Case. Non so neppure se le sospensioni sono regolabili almeno nel precarico. Semplicemente non me ne frega niente. Attivo il cruise control, allungo le gambe, e quando arrivano le curve chiudo un po' il gas, accarezzo i freni e uso la leva a bilanciere (hanno 5 o 6 marce? Non so manco questo) e cambio col tacco, che poi qui in Puglia ci sta pure bene.

Insomma ho capito che una bella tourer come per esempio la Honda VFR o la BMW RT o la Kawasaki GTR 1400 prima o poi durante un viaggio mi frega: appena arrivano due curve giuste addio contemplazione del paesaggio. Con una maxicrusier invece non superi volentieri i 120 km/h e di strisciare le pedane - come se poi fosse difficile messe come sono rasoterra - non ti viene voglia manco sulle curve fra Otranto e Santa Maria di Leuca, le più belle che ho incontrato fin qui.
 

IL BELLO DEGLI ANTIPODI

Le due moto che mi sono piaciute di più? Per ora la Headbenger e la Moto Guzzi, anche se sono agli antipodi. La prima ha solo i più goduriosi dei difetti che un veicolo a due ruote può avere, la seconda va così bene che sembra una naked più che una cruiser. La bobber bresciana ha l'autonomia di marcia di uno scooter elettrico, ti trapana i timpani a ogni apertura del gas, ti fa saltare le otturazioni alla minima buca e ha un cambio scorrevole come il traffico di Gallipoli in piena estate. Però a me dà gusto come una Superbike quando pattina in accelerazione fuori da un curvone da terza. La California invece è semplicemente perfetta in tutto senza essere noiosa. È stabile, maneggevole, veloce, ben fatta e ben frenata, e fa tutto questo con originalità. Per certi versi mi ricorda la Honda, sublime dal punto di vista tecnico e dinamico, ma forse (e dico forse) un po' meno eccitante della bicilindrica di Mandello. Triumph invece è la più comoda, ha una sella così morbida e ergonomica che la userei come cuscino anche adesso, sul lettone che da troppe ore mi aspetta. Sul fronte comfort solo la Indian può tenere testa alla moto inglese anche se un presunto problemino di elettronica sta mortificando le prestazioni e soprattutto il carattere del suo motore: vi terremo aggiornati, abbiamo già avvisato la Casa. E poi ci sono le altre giapponesi: Kawasaki si guida molto meglio di Suzuki, ma Suzuki è decisamente più sanguigna di Kawasaki. Della Victory e della Harley parlerò più diffusamente i prossimi giorni e su Motociclismo di agosto, dove uscirà questa prova speciale. Per adesso la prima non mi ha toccato il cuore e la seconda non ha surclassato la concorrenza come invece mi sarei aspettato. Va benissimo ma ha una posizione di guida che non mi convince affatto. C'è di peggio, però: non esiste che alcune di queste 9 moto non abbiano l'ABS. Non si può dare per scontato che tutti i motociclisti siano in grado di fermare tre quintali di ferro in poco spazio e in sicurezza.

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