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Moto Guzzi, che altro?

Le vecchie Guzzi hanno un sacco di difetti. Le amo proprio per questo. La 1100 Sport, la Daytona, la Centauro: sportive? Sì, a modo loro

Moto guzzi, che altro?

Parliamo delle Guzzi sportive di qualche anno fa. Fine anni 90, tanto per fissare le idee. La 1100 Sport, per esempio. La Daytona. La Centauro. Sportive? Sì, a modo loro. Non solo perché avevano delle prestazioni decisamente inferiori alle altre, antichi motori ad aste e bilancieri raffreddati ad aria, ciclistiche antiquate, ruote della generazione passata. Ma perché interpretavano il settore come nessun'altra. All'epoca - come oggi - ci si accapigliava per fare la moto mezz'etto più leggera, mezzo CV più potente; le Guzzi queste insicurezze mica le avevano. Eppure guidarle era una vera goduria.

 

ADORABILI DIFETTI
Allora cosa avevano di bello queste moto? Alcuni (abbastanza) adorabili difetti. Per esempio da mettere giù in curva erano dure come dei furgoni. Sul guidato sembravano lunghissime, grazie alle astruse quote ciclistiche, disegnate come se queste benedette moto dovessero solo andare dritte: cannotto aperto, interasse da cruiser, seduta lontana. E poi avevano su tanto ferro e ghisa da pesare quei buoni 20-30 kg in più rispetto le altre. Ma loro se ne fregavano del rapporto peso/potenza, e l'avancorsa era un concetto strano. E facevano bene. È vero che il piacere della guida arriva dai numeri, ma a Mandello ti dimostrano che non è mica tutto lì.

 

IL GUSTO DELL’IGNORANZA
All'epoca Fausto Severi - uno dei nostri (di Super Wheels – ndr) tester più corpulenti, non per nulla chiamato 100 kg di filetto - diceva, a proposito della Daytona: "È dura metterla giù, ma poi quando ci va e sei in piega da lì non si muove e non chiede altro che dare gas, gas... Che gusto!". Se lo diceva lui che è "dura da mettere giù", che con una mano tirava in piedi una Royal Star da 350 kg, potete crederci. E potete credere che dà anche gusto guidare moto ignoranti come queste: Daytona, Sport, Centauro.

 

UN SEGNO INDELEBILE NELLA MEMORIA
Una simile goduria personalmente l'ho provata in sella alla Centauro. Eravamo a Vairano di Vidigulfo, e la verdona che mi avevano dato andava che era una meraviglia. Proprio come diceva Fausto, la metti giù, con gli scarichi d'acciaio a terra che scintillano e stai sicuro che lei da lì non si muove, manco con le cannonate. E giù del gas. L'ho guidata più di 15 anni fa ma io quelle curve me le ricordo come se fosse oggi. Ecco, se devo cercare un pregio in una moto non è certo lo 0-100 sotto i 3", ma è la capacità di lasciare un segno indelebile nella memoria.

 

RIVOLUZIONE GUZZI
Nel 2000 arriva la V11 Sport. Un altro mondo, un'altra Guzzi, un nuovo carattere, ma anche questo difficile da dimenticare. Prima del test un ingegnere mi dice: "Attenzione, non è la solita Guzzi". Cosa avrà voluto dire? Lo scopro subito dopo, e non ci vuole tanto: faccio i primi metri e trovo una moto tutta nuova: lo sterzo è leggerissimo, e al primo tornante la mia V11 si tuffa in piega con una velocità mai vista. Insomma, non è più la solita, massiccia, impegnativa e gustosona Moto Guzzi di sempre. Ma è altrettanto splendida. La amo anche perché con questa moto ho passato una bellissima giornata sui tornanti della provincia lariana, e mi hanno pure scattato una delle più belle foto della mia carriera. La vedete in apertura di questa divagazione guzzista, fotografo Alessio Barbanti.

 

UNA ME LA COMPREREI
Oggi i bicilindrici Guzzi sono cambiati. L'iniezione è sempre più raffinata, sono aumentate le masse volaniche e l'erogazione è più dolce e precisa, meno zoppicante e spigolosa, soprattutto in basso. Un miglioramento, certo, specie se la moto si usa tutti i giorni. Ma la cattiveria dei motori di allora mi manca. Mi mancano quella bella botta ai medi, la ruvidità che fa cattiveria, quindi piacere. Visto che un moto di quegli anni non ha costi proibitivi, io una in garage me la terrei volentieri.

 

FORTISSIMAMENTE GUZZI!

 

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