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24 December 2013

Gli editoriali di Motociclismo di gennaio 2014

L’editore incaricato Edisport Editoriale, il vice direttore e il direttore di Motociclismo augurano ai lettori un buon anno nuovo, all’insegna di stimolanti novità per il mondo della moto e per i motociclisti

Gli editoriali di motociclismo di gennaio 2014

di Massimo Bacchetti, Federico Aliverti e Marco Riccardi

 

Cari lettori, auguriamo a tutti voi un 2014 pieno di soddisfazioni. Buoni e cattivi, industriali e non. Gli anni passati? Dimentichiamoli, il futuro è da costruire, lo dobbiamo fare per noi, lo dovete fare voi, autonomamente, senza delegarne la costruzione ad altri. Che tutti i motociclisti creino un movimento di opinione inarrestabile perché in Parlamento si lavori davvero per diminuire la mortalità sulle strade. Tutti conosciamo i pericoli costituiti dai guard-rail mal posizionati o diventati delle vere e proprie ghigliottine, le buche sulle strade degne di percorsi da fuoristrada, strisce pedonali dall’aderenza pari al ghiaccio. La sicurezza deve diventare una priorità per chi ci governa, e bisogna farlo subito. Non basta sanzionare con fermezza chi passa con il rosso o chi va troppo forte in autostrada, bisogna anche aggiungere una seria operazione “politica” che va dal dare incentivi per chi indossa e chi compra l’abbigliamento di protezione, al sanzionare le amministrazioni che non mettono in sicurezza le strade, all’educare l’automobilista alla presenza delle due ruote.

 

Volare non costa nulla, ma torniamo alle motociclette e al loro uso per la mobilità: nonostante l’andamento assolutamente positivo di Eicma 2013, nonostante EXPO si apra nel maggio del 2015, non riusciamo a intravvedere nell’operatività delle nostre industrie segnali di cambiamento di trend. In altri campi come l’auto, il gruppo FIAT ha ottenuto pochi giorni fa, dall’Europa, ben 400 milioni di euro a fronte dell’impegno di realizzare per EXPO un’auto ecologica. E la “Moto”? Non ci risulta, nonostante la disponibilità economica, che qualcuno abbia chiesto qualcosa alla Comunità Europea per presentare un due-tre ruote con questi requisiti: sicurezza totale e rispetto per l’ambiente. Abbiamo poco tempo per saltare sul treno di EXPO: sarebbe un traino incredibile per presentare e far decollare un prodotto di interesse globale. Nell’ultimo editoriale di fine anno abbiamo “sfidato” Roberto Colaninno a recuperare quei valori e quei principi che avevano permesso a Piaggio di risorgere nel dopoguerra: ascoltare il mercato, coglierne i messaggi, capirne i bisogni, interpretare il momento. Motociclismo si sta battendo perché qualcosa succeda, se non con il “Capitano Coraggioso” Roberto Colaninno, con altre aziende multinazionali interessate a EXPO.

 

Il 2014 sarà anche importante per due ricorrenze: MOTOCICLISMO e EICMA festeggeranno i loro primi cento anni di vita e di successi. Nel 2014 a giugno ci saranno anche le elezioni del nuovo presidente Ancma. Corrado Capelli avrebbe dovuto terminare il suo mandato già nel 2013, ma si è prestato a un prolungamento inusuale della sua carica per traghettare l’associazione dei Costruttori alle nuove elezioni. L’autorità di Capelli è però dimezzata perché a capo di Eicma, ovvero del Salone di Milano, c’è Antonello Montante. L’imprenditore siciliano doveva assumere la doppia responsabilità di Eicma-Ancma, ma pare si voglia sfilare dalla candidatura a numero uno dell’associazione perché dedica già molto tempo sia a Confindustria come “Delegato nazionale per la legalità” sia a Presidente di Confindustria Sicilia (oltre alle aziende da lui create). In lizza per le elezioni della presidenza Ancma sembrano esserci, come a settembre 2013, due candidati: Alfio Morone di Adler e Paolo Magri, responsabile settore moto di Brembo. La valutazione dei grandi elettori di Ancma, secondo una nostra verifica del mercato, propenderà per Brembo che è un’azienda di eccellenza nel suo campo, mentre Adler fa sempre meno in Italia e ha trasferito gran parte della sua produzione in India.

 

Pertanto, riteniamo che fra i due sia Magri ad avere le maggiori chances, anche perché da troppo tempo alla presidenza dell’associazione dei Costruttori manca un rappresentante di un’azienda autorevole, “sana” nella gestione, capace di fare innovazione e fatturati importanti. L’ingegner Paolo Magri, che oggi è già vicepresidente di Ancma, potrebbe sfruttare, a vantaggio del mondo della motocicletta nelle relazioni istituzionali italiane ed europee, la leva di Alberto Bombassei: il patron dell’azienda bergamasca è politico a Roma e con forti collegamenti in Europa. Magri potrebbe dare impulso non solo all’attività di Ancma ma anche a tutto il comparto moto, consapevole che Brembo, ancorché sia fornitore di tutte le industrie moto, potrà prosperare negli anni a seguire solo se i suoi associati manterranno la leadership culturale, progettuale e industriale del motociclismo internazionale.

 

 

CONTROEDITORIALE: QUELLO CHE VORREI DAL 2014

di Massimo Bacchetti, Federico Aliverti e Marco Riccardi

 

La nostra richiesta è indirizzata a tutti quelli che hanno responsabilità della crisi e che pensano, erroneamente, che essa debba essere subìta passivamente. Chi sono i responsabili dello tsunami che da anni investe il Paese e in particolare, quello che interessa a noi, il mondo della Moto? La prima responsabilità è degli industriali e dei commercianti (compresi quei manager facenti funzione, avendone le deleghe): loro vivono su questi mercati, hanno l’interesse quando le cose vanno male, che esse vadano meno male possibile, e quando le cose vanno bene, devono lavorare perché vadano il meglio possibile. Come? Semplice! Devono controllare che tutti quelli che campano alle loro  spalle rispettino il mandato ricevuto e si impegnino oltre misura. Chi sono?

 

La Politica con leggi giuste che non colpiscano chi usa correttamente il mezzo, la Federazione Motociclistica Italiana, l’Ancma (l’associazione degli industriali che non può e non deve limitarsi a organizzare un Salone delle Moto), i sindacati che fintanto che tuteleranno anche i lavoratori che non meritano non avranno alcun titolo per essere rappresentativi di tutta la forza lavoro, le Università e la Ricerca che non ci sembra facciano a sufficienza per la nuova mobilità, i giudici che devono solo far rispettare le leggi che abbiamo anziché interpretarle oltre i limiti della naturale comprensione per un cittadino normalmente acculturato, la Polizia Nazionale, la Locale, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e Forestale, le funzioni di Polizia che hanno dipendenti Comunali per l’area Ambientale, i responsabili dei Parchi che fanno il loro dovere in modo occasionale perché non controllano il territorio. E infine ciascuno di noi deve dimostrare a se stesso, prima che agli altri, di avere quel minimo senso civico che potrebbe far diventare questo Paese quello che potenzialmente è l’Italia: il Paese più bello del mondo. E allora, in ordine sparso, ecco di seguito solo alcuni dei punti d’interesse per i possessori di due ruote: Tante proposte. lettori, Industriali, commercianti, politici: Aiutateci a realizzarle

 

  • Avere strade senza le buche che mi fanno cadere e curve senza guardrail che tagliano le gambe. E sì che le amministrazioni sarebbero obbligate a chiudere le buche e a montare nuove protezioni più sicure quando costruiscono nuove strade o rifanno quelle vecchie, mentre invece si limitano a mettere assurdi, bassissimi limiti di velocità per non avere rogne.
  • Che il Comune di Milano (ma anche tutti gli altri…) dipingesse le strisce pedonali con una vernice meno scivolosa di quella che ci butta per terra, anche se non piove. Si può fare, basta andare a chiedere agli svizzeri e agli austriaci.
  • Che il pedaggio autostradale non sia più uguale a quello di un‘automobile. Quasi solo in Italia accade questo, in tanti Stati europei la moto non paga.
  • Un’assicurazione con un prezzo equo. Che magari sia legata anche all’esperienza di guida, o al tipo di moto o scooter che uso.
  • Incentivi e sconti statali per acquistare l’abbigliamento protettivo: è una questione di sicurezza e può diminuire le conseguenze degli incidenti. In Francia ci ha appena pensato lo Stato ad abbassare i prezzi di guanti, giacche, stivali e pantaloni, mentre in Gran Bretagna, quando comprate un casco, non pagate l’IVA.
  • Che i tagliandi di una moto siano meno cari, anche se i Costruttori stanno allungando la periodicità e il chilometraggio dei tagliandi e aumentando gli anni delle garanzie.
  • Passaggi di proprietà non a peso d’oro. per comprare una moto usata Si spende circa 200 euro in agenzia e la metà se si fa da soli alla Motorizzazione. Ma è davvero troppo.
  • Che il patentino dei ciclomotori, anzi la patente AM come si chiama ora, si potesse ritornare a prendere a scuola, quella “normale” non solo in “Autoscuola”. Ma quanto è forte la lobby delle scuole guida? E quanti padrini ha in Parlamento?
  • Che una giornata in pista non costi come una settimana alle Maldive. Ma che ci sta a fare la Federazione Motociclistica Italiana quando comunica che: “… il progetto di rilancio dell’attività motociclistica di base su pista presentato nell’ultimo periodo agli autodromi medio piccoli è stato chiuso per mancanza di intesa con gli stessi autodromi”. Più parcheggi in città per le moto. Non voglio diventare un incivile posteggiatore da marciapiedi. Però, almeno a Milano, si possono usare gratuitamente gli spazi occupati dalle strisce blu dedicate alle automobili, ma in assoluto è sempre troppo poco.
  • Che la Guardia Forestale dell’Emilia Romagna andasse giustamente per boschi invece di trasformarsi in gendarme della Stradale solo per far soldi. Incredibile, va in giro a multare per eccesso di velocità (!!!) i motociclisti che si godono l’asfalto delle strade dell’Appennino.
  • Che fosse permesso di risalire la fila delle auto ferme in coda in città e in autostrada. In Francia e in alcuni Stati degli US A tutto questo è legale.
  • Che gli automobilisti ponessero maggiore attenzione a chi va in moto. Gran parte degli incidenti avviene proprio dall’impatto con una vettura. In Gran Bretagna riconoscere una moto che marcia sulla strada è materia di scuola guida.
  • Percorsi fuoristrada autorizzati: maggiore impegno da parte delle amministrazioni locali per trovare accordi con i moto club per l’individuazione di zone fuoristrada autorizzate.
  • Ritiro patente immediato: agli automobilisti e camionisti che chattano o navigano o scrivono sms al cellulare mentre guidano. Questa pratica sta diventando una piaga ed è la prima fonte di pericolo per noi motociclisti.
  • Diffusione dell’airbag: capace di interagire tra capi tecnici e moto. E ci aggiungiamo anche un incentivo all’acquisto da parte dello Stato.
  • Limite di velocità a 55 km/h: sposteremmo di 10 km/h più in alto la massima velocità massima per i cinquantini che, in questo momento, sono troppo vicini alle bici elettriche come prestazioni e, costando il doppio rispetto ad esse, non sono più una proposta appetibile sul mercato. Inoltre non ha senso “castrare” a 45 km/h un veicolo che si deve adeguare al traffico: andare troppo piano è pericoloso come andare forte.
  • Vorremmo che il nostro Governo non ci tolga per eccesso di burocrazia, tasse, imposizioni e divieti di tutti i tipi quella inossidabile “passione” che ancora ci prende la pancia quando saliamo su una moto.
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