Casco, tuta, guanti e stivali. Partiamo così alla volta del Cremona Circuit, dove ad aspettarci c’è uno sciame di Ohvale GP-0 2017 (e di cimici, che hanno letteralmente invaso le campagne di Cremona) da 110 e 190 cc, entrambi i modelli hanno 4 marce. A prima vista vien da pensare “
come farò ad appollaiarmi lì sopra, è davvero piccola!”... Subito dopo guardiamo la GP-0 con un occhio più attento e notiamo con piacere che si tratta di una moto ben fatta, si vede che in Ohvale la cura dei dettagli non è passata in secondo piano. Non abbiamo neanche il tempo di finire di osservarla per bene che veniamo richiamati all’ordine: “
preparatevi, indossate le tute e andate a divertirvi!”. Voi vi sareste fermati ancora a guardare?
La prima GP-0 su cui saliamo è la entry level a 4 marce da 110 cc. Una volta in sella ci si accorge di quanto la moto sembri piccola, ma in realtà fornisca tutto lo spazio necessario al pilota per muoversi agevolmente in sella e per assumere una posizione che richiama davvero quella di una moto “grossa”. Girando sul kartodromo di Cremona, le prime due marce servono solo in partenza, dopodiché la 110 cc usa solo gli ultimi due rapporti, anche se in prevalenza si cerca di tenere inserita la marcia più alta e di lasciar scorrere fra le curve la più piccola delle GP-0 (le marce si inseriscono tutte in su, con la folle nell’innesto più basso). Il progetto nasce con l’idea di permettere a tutti di “mettere il ginocchio a terra” con facilità e in effetti sembra proprio che sia così. La GP-0 110 è intuitiva e facile ma altrettanto precisa e stabile. Durante la mattinata l’asfalto in pista non era dei migliori, con alcune zone umide, ma con la
Ohvale viene spontaneo cercare di forzare e lo si fa in tutta sicurezza grazie a una ciclistica davvero comunicativa.
Pochi turni per provarla a dovere e poi passiamo senza sosta alla sorellona più grande per capire dove, nella sostanza, si sente la differenza. La 190 cc con motore Daytona ha un carattere decisamente diverso, anche se mantiene la stessa impostazione di guida: se con la 110 è possibile aprire il gas con un po’ di sana ignoranza da parte del pilota, la più potente delle Ohvale fa da sola la parte della “ignorante” e a chi la guida spetta il compito di gestirla al meglio. Mentre con la 110 cc si può uscire dalle curve con il gas spalancato in tutta sicurezza, con la 190 cc occorre stare in guardia si alza di gas in uscita dalle curve più lente.
Lo stile di guida in sella è esattamente quello di una “moto vera”, dove il pilota si trova a dover gestire i movimenti del corpo. Sulla Ohvale però il tutto è portato alla ennesima potenza dato che, pesando soltanto 60 kg circa, ogni spostamento in sella ha ripercussioni importanti sulla dinamica della moto. Per capire esattamente questo concetto ci siamo fatti spiegare come hanno pensato le moto della gamma Ohvale: il telaio a traliccio perimetrale con tubi in acciaio ha una maneggevolezza da invidiare alle moto più grandi e dal punto di vista della distribuzione dei pesi l’ingegnere Mariano Fioravanzo è partito proprio dallo studio dei baricentri, per costruire una moto a misura di pilota, dove le forze in gioco durante il moto hanno risultante nulla a favore di un equilibrio davvero alto. Per questo motivo la posizione in sella è di fondamentale importanza, a ogni movimento corrisponde una reazione repentina e per cercare la prestazione occorre caricare il peso sull’anteriore per tenerlo stabilmente al suolo (ma non troppo da metterlo in crisi). Tanto più i movimenti in sella sono bruschi, quanto più le GP-0 risultano incerte. Per questo motivo il pilota ha il compito di spostarsi scivolando in modo uniforme da un lato all’altro della moto, per impostare le curve, e di racchiudersi sul serbatoio in rettilineo a favore di una maggiore efficienza aerodinamica. Ricordiamo infatti che il grosso del lavoro dei tecnici Ohvale è stato proprio quello di dover gestire il peso del pilota, in questo caso, spesso, più alto di quello della moto stessa.
Punto forte di questa piccola moto da corsa è l’ingresso in curva, dove si dimostra stabile e capace di tenere bene la traiettoria impostata. Funzionano a dovere anche le mescole delle gomme, fabbricate su specifiche Ohvale e montate su cerchi da 10”. Insomma, chi cerca divertimento a prezzi decisamente contenuti rispetto a quelli delle uscite in pista con le moderne supersportive troverà nella Ohvale pane per i suoi denti, sia che si tratti della più mansueta 110 cc, sia che si salga in sella alla più grintosa 190. Entrambe le versioni provate (nella gamma Ohvale 2017 figura anche la 110 cc con cambio automatico e la 160 cc 4 marce, ma non abbiamo avuto modo di provarle poiché il test è stato organizzato sui due modelli descritti) si sono rivelate ottime in frenata grazie alle pinze monoblocco radiali e la ciclistica permette di entrare in curva con i freni “in mano” in tutta sicurezza.
Dopo aver preso confidenza con queste piccole grandi moto lo staff Ohvale ha organizzato una gara "amichevole" fra tester: qualifica, gara 1 e gara 2. Fortunatamente ognuno aveva solo se stesso come avversario, dato che l'obiettivo era quello di mantenere costante il tempo sul giro in base al proprio tempo di qualifica. Insomma, al termine della giornata in pista siamo usciti con il sorriso, in fondo il detto “poca spesa, tanta resa” qui trova davvero la sua migliore concretizzazione.