Quindi i motociclisti e la Forestale sono oggi alleati, almeno in nome del fuoristrada agonistico. Lo spirito di collaborazione ci fa solo piacere (anche perché il livello di conflittualità era davvero altissimo, cliccate qui…), così come ci fa piacere la mano che la FMI tende ad un’istituzione ultimamente parecchio invisa ai dueruotisti. I motociclisti spiegano metaforicamente allo Stato di non essere dei delinquenti (tranne chi non rispetta le regole), lo stato dice ai motociclisti che non li vuole perseguitare, anzi li aiuta a coltivare in maniera sana la passione per i motori.
MA NON C’È PACE AD AREZZO
Già, peccato che la Forestale di Arezzo (di cui D'Amico è Comandante Provinciale) poi faccia gli appostamenti e tenda agguati a chi ha l’ardire di andare a divertirsi sui passi; peccato che i controlli si trasformino in vere e proprie operazioni chirurgiche che durano delle mezz’ore e che finiscono invariabilmente con una contravvenzione (qualcosa si trova sempre…); peccato che le pattuglie della Forestale sulle auto civetta inducano con l’inganno i motociclisti ad infrangere il codice della strada per poi “beccarli” con le telecamere; peccato che non si sia più in grado di distinguere i turisti dagli smanettoni, facendo di tutta l’erba un fascio e demonizzando un’intera categoria di cittadini, compreso chi ad aprire troppo il gas non ci pensa minimamente; peccato che si multino i motociclisti solo perché indossano la tuta di pelle; peccato che si contestino le infrazioni preventivamente, sulla base di dati che non sono per nulla oggettivi (del tipo: “ok, non stai superando i limiti, ma se in questo tratto rettilineo vai a questa velocità, sicuramente non riuscirai a fare la curva che c’è là in fondo al dritto”…); peccato che in questi tempi di crisi un accanimento del genere sia perlomeno sospetto.
GLIEL’ABBIAMO INSEGNATO NOI…
E la beffa, in tutto ciò, è che molti trucchetti alla Forestale li ha insegnati proprio la Federazione, con dei corsi mirati a riconoscere le parti delle moto sostituite rispetto alla dotazione di serie. Tutto in nome della sicurezza e del rispetto delle regole, ovviamente, fatto sta che questo tipo di “sensibilizzazione” si è ritorto contro i motociclisti. Anche quelli che non fanno niente di male se non guidare una moto che viene ritenuta… troppo sportiva, di quelle con cui non si può evidentemente andare piano.
POSSONO FARLO: NON DIAMOGLIENE MOTIVO!
Poi si può stare a disquisire per ore ed ore sul fatto che il Corpo Forestale dello Stato si occupi di Codice della Strada invece che di foreste, che una moto con uno specchietto non regolamentare non può certo far del male a una pianta, che accanirsi contro chi indossa abbigliamento tecnico non a nulla a che vedere col proteggere la flora e la fauna… Il dato di fatto è che la Forestale può fare quello che fa. Lo fa con modalità assurde, ma può farlo, quindi non dobbiamo farci cogliere in fallo. E fino a quando ci saranno in circolazione motociclisti che scambiano le strade per piste avranno anche ragione di farlo. Vediamo di non fregarci con le nostre stesse mani perché, ovviamente, chi sbaglia paga e alla lunga ci va di mezzo anche chi usa la moto per il solo piacere di farlo, senza essere un drogato del ginocchio a terra.
Nel fuoristrada agonistico qualche passo di ragionevole riavvicinamento si sta compiendo, vogliamo pensare anche all’asfalto, adesso?
Tanto più che, come detto, il comandante D'Amico, che fa così il carino con Sesti, è poi quello che ordina di tartassare i motociclisti sui passi della provincia di Arezzo!